lunedì 18 aprile 2011

Tecnologia amica

Ho comprato un netbook HP. Piccino, grazioso, leggero. Finalmente potro' portarmi dietro un po' di connettivita' quando andro' in giro non per lavoro (vedi, in Giappone). Non solo potro' scrivere sul blog, ma anche potro' scaricare subito le mie foto dalla scheda di memoria della macchina fotografica. E, dulcis in fundo, potro' scrivere per me o A me senza dovermi preoccupare del crampo dello scrittore e con l'agio di una bella tastiera italiana. Ale', e' giunto il momento di scrivere la mia grande opera. O, piu' semplicemente, di indulgere nella mia inveterata abitudine di mettere su carta quello che penso: per rileggerlo, per ricordarlo (aridaje), per vedere se fila. In un mondo che sfugge ad ogni logica, io mi incaponisco a fare ragionamenti sensati persino con me stessa. Possibilmente in buon italiano. E con le lettere accentate giuste.
E' la mia forma di resistenza contro questo mondo malamente ingegnerizzato, al quale mi sforzo di adeguarmi, ma che non comprendo e men che meno approvo. Saro' infantile, ma credo ancora che gli immeritevoli premiati o il bene ricambiato con il male siano storture di disegno e che una patch approssimativa come l'invenzione del karma non riesca affatto a renderle meno clamorose. Progetto sbagliato in partenza, dico io, ma tant'e', qui sono e qui devo restare, ancora per un po'.
Questa cosa di scriverMi, l'ho sempre fatta. La trovo assolutamente logica, come il fatto di continuare a parlarMi. Non posso credere che le altre persone non abbiano la stessa forma di dialogo nella testa - io avverto chiaramente che siamo due, entrambe portate alla dialettica, ahime', ma spesso e volentieri (anzi, direi SEMPRE) su posizioni opposte. Una piu' seria, l'altra piu' colorita, una ottimista per scelta, l'altra sprofondata in una nuvola nera, una razionale e l'altra insopportabilmente sentimentale. Una che sa qual e' la cosa giusta da fare e l'altra che tira per fare la piu' comoda o la piu' piacevole. Ma se non ci fosse questo tira e molla, come si potrebbe rivendicare il titolo di essere pensante? Ma sono certa che non sia per tutti cosi', anche se, ripeto, mi riesce difficile da credere. Gli esseri umani... quando mai si capisce con quale parte di loro si sta parlando?

1 commento:

Chiara ha detto...

Condivido con te la presenza interiore di due esseri parlanti, l'un contro l'altro armato. I miei litigano e se ne dicono di ogni, tra l'altro. Dubito che non sia così per tutti, almeno in certi momenti. Penso però che quanto più uno sia "cuor contento" tanto meno i due esseri si facciano sentire...