sabato 30 aprile 2011

59mo Campionato interprefetturale Osaka



Verzonden vanaf mijn HTC


Bellissima giornata di sole, ma tutto il giorno a vedere i Campionati a Osaka. Non tantissimi volti noti, spero di recuperare con i saluti a Kyoto.
Non mi dilungo sulla cronaca di kendo: alla mattina la solita ora di combattimento libero, poi via in bus e poi in treno fino al palazzetto della gara. Risultato un po' deludente per Osaka, solo terza, ma con un Fighting Spirit Award assegnato proprio al Capitano, ovvero il Maestro Kanzaki.



Da segnalare i BUONISSIMI bignè alla crema e alla cioccolata di Hirota, nella stazione di Tennoji.
Siamo tornati alla Guest House, io, Lorenzo, Silvia e Teresa (da Valencia e Barcellona), per uscire di nuovo per la cena con gli studenti. Al nostro gruppo, 4 Europei, si sono uniti 6 studenti (rigorosamente 3 ragazzi e 3 ragazze, fra cui la mia kohai di quest'anno, Kimura, che mi segue come un'ombra ovunque nel dojo) e 4 visitatori da Shanghai, fra cui Samantha Du, conosciuta su Facebook, che sarà la mia “ospite” quando andrò in Cina a settembre, portandomi appresso un po' di attrezzatura. Il mondo è piccolo, quello del kendo, piccolissimo. Pensavamo ci saremmo incontrate per la prima volta in Cina, invece no, è successo a Osaka.





Le ragazze spagnole partiranno domani alla volta di Kyoto, mi hanno regalato una busta di jamon iberico che ho subito riposto in frigorifero (speriamo abbia resistito allo strapazzo), domani me lo sbrano senza pietà. Molto apprezzato.
Ma ora... ora vorrei avere un bell'uomo dalle mani forti che mi massaggiasse i piedi (nessuna conversazione necessaria, anzi se tacesse sarebbe anche meglio, potrebbe anche essere bello e idiota, non ho pretese)... prima dovrebbe accarezzarmi a lungo il dorso, che patisce per il tanto seiza... poi con i pollici delicatamente massaggiare le piante (ma senza farmi il solletico), le povere piante strapazzate sul parquet della palestra, sulle pantofole della Guest House, dentro e fuori dalla scarpe innumerevoli volte al giorno. Poi, passare dito per dito, con delicatezza... ah, che goduria al solo pensiero! I miei piedi non mi perdoneranno mai di aver scelto questo sport e questo Paese!
Domani due ore sole di allenamento dall'una alle tre. Tutto riposo oserei dire, si dorme! Poi si ricomincia a pensare ad impacchettare la valigia perchè domenica, dopo l'ultimo allenamento qui, a mezzogiorno si parte per Kyoto. Ho già un certo numero di appuntamenti di kendo o con amici del kendo, fra cui una cena con il Maestro Tani e con il mio amico Maruyama. Ma non ho fretta, mi godo tutto minuto per minuto, anche la stanchezza e i muscoli indolenziti. Sono cose vere, piene di senso, di valore, di autenticità.
Il kendo è l'unica costante della mia vita da 26 anni a questa parte (escludendo la famiglia e pochissimi amici). Mi è sempre stato vicino, mi preso tanto, ma tanto mi ha restituito. Quando faccio kendo sono me stessa, o forse sono il meglio di me stessa. Se ho un dubbio o un problema mi domando, cosa mi direi, essendo la Donatella che fa kendo, in questa situazione? Quasi sempre la risposta diventa chiara in un attimo. Poi è difficile essere sempre sesto dan anche nella vita, mi provarci è sempre meglio che lasciarsi vivere nelle proprie debolezze e nei propri difetti. Mi conosco, per questo so cosa posso pretendere da me IN MEGLIO. Conoscersi non può essere una scusa per continuare a sbagliare o per crogiuolarsi nei propri difetti. E questo la Donatella che fa kendo lo sa bene, e lo pretende anche dagli altri.

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