lunedì 11 aprile 2011

L'invasione degli ultracorpi

Chi e’ Rory McIlroy e che accidenti ha a che fare con me? Perche’ mi deve interessare? Perche’ devo sapere che ha buttato via il primo posto ai Masters dopo essere stato costantemente in testa? Sapere che ha 21 anni, mi riguarda? E che la buca numero 10 del campo di Augusta e’ stata definita da Tiger Woods “ridicolmente difficile”? Perche’ devo sapere tutto cio’?

Una persona che frequentavo un tempo si occupava di neuroscienze e raccontava di un terribile scherzo che ci si poteva fare fra cultori della materia. Bastava presentarsi al malcapitato di turno e dirgli qualcosa di completamente inutile, ma indimenticabile. L’esempio era: “”Ma lo sai che Bruno Pizzul e’ nato a Montebelluna? E che a Montebelluna c’e’ il Museo dello Scarpone?” – detto cio’ si taceva per un attimo e poi si diceva, possibilmente sghignazzando, alla vittima perplessa: “Ti ho appena bruciato un miliardo di neuroni!” Lo scherzo, dunque, consisteva nel tarpare una parte della capacita’ mnemonica del poveretto, come fregargli una banconota dalla tasca o portargli via la merenda. La cosa mi e’ sempre sembrata di gran lunga piu’ crudele – come strappare un brandello di pelle o una ciocca di capelli – un pezzo del tuo cervello viene irrimediabilmente brasato, sottratto ad altre memorie piu’ utili e rilevanti... insomma, una vera carognata. Ora so che Bruno Pizzul e’ nato a Cormons (dove si trova il Vigneto della Pace), ma Montebelluna e il suo Museo dello Scarpone sono marcati indelebilmente nel mio cervello – come il fatto che i Molinari non abbiano fatto granche’ bene e che il vincitore dei Masters di quest’anno sia figlio di un un golfista a sua volta. Dio mio, come odio tutto cio’!

Sono a White Plains – mi hanno detto che fuori c’ e’ il sole. Sono contenta, nella mia stanzettina da auditor non ho il privilegio di una finestra, quindi mi accontento dell’informazione. Il mio capo non vorra’ di certo andare a Manhattan una di queste sere, quindi si prospetta una settimana di lavoro stolido e ininterrotto – e questo mi piace: meno neuroni da bruciare, in teoria. Purtroppo Johan si picca di commentare con i nostri colleghi su qualunque squadra newyorkese possibile: i Mets, I Knicks, I Red Socks e, se fosse stagione probabilmente anche i Jets ed i Giants. Neuroni e neuroni buttati nel vento. Stasera per fortuna cena in hotel, se sono fortunata, ognuno nella sua cameretta (invece che insieme al ristorante, voglio dire).
Il viaggio fin qui e’ stato ottimale, a parte il ritardo in partenza, due ore di lounge, per fortuna. A bordo mi sono vista Black Swan e The King’s Speech. Il primo piuttosto deludente: una storiella di ordinaria ossessione, in cui la protagonista ci fa sudare per un orgasmo fino a tre quarti del film e poi scivola nell’allucinazione. Certe donne dovrebbero effettivamente copulare piu’ spesso. The King’s Speech e’ semplicemente ben fatto – Colin, un grande, ma non e’ una novita’. Ho la casetta 44 della collezione KLM, ma il pranzo ingegnerizzato dal grande chef olandese e’ risultato, ahime’, una porcheria. Mmm, dovrei essere sorpresa? Comunque volare business mi fa bene, anche se la pelle si secca un po’.

Fantasmi del passato, come ultracorpi che escano dai loro baccelli, stimolati da questa stagionaccia che e’ la primavera (mi ripeto, lo so), stanno uscendo dalle ombre e si ripropongono con fastidiosa puntualita’ – chissa’ perche’ anche i vermi si affezionano a me, al punto da non volermi dimenticare? Ma di questi tempi sono contenta di avere qualcuno da maltrattare, lo trovo catartico.

Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore dei campi da golf".

1 commento:

Chiara ha detto...

Chissà quale è la ragione evolutiva per cui ricordare cose inutili ci "brucia" i neuroni. La Natura (o la Divina Provvidenza, se ci si crede) nella sua saggezza ritiene forse che ne abbiamo troppi e che distruggerne un po' giovi alla sopravvivenza della specie? O è un altro lato del nostro "non essere meccanicistici" (o essere irrazionali): ci ricordiamo del museo dello Scarpone(museo dello Scarpone?!?!) e ci dimentichiamo di pagare le bollette...