domenica 3 aprile 2016

Ma è già il 2016 !!!

Scrivo questo post perchè sono rimasta scioccata nel constatare che siamo già nel 2016 ed io non ho scritto una sola riga.
Il lavoro l'ho trovato - e come molti miei amci sanno, dannazione, non ho avuto molto tempo nemmeno per respirare. E' una situazione temporanea, continuo a dire, un po' perchè il contratto in detachering non è quello che vado cercando, ma soprattutto perchè in questa fase iniziale sono stata un po' troppo in Italia (a Milano) per i miei gusti.
Sulla carta, il lavoro è ideale (ossantocielo, un altro dream job, comincio a non sopportarli più): ha a che fare con i progetti (primo requisito), ma senza mettermi troppa responsabilità (seconda tacca), l'ufficio è a Utrecht a 4 km da casa mia con parcheggio gratuito (terza tacca), ma sono settimanalmente in Italia e i biglietti aerei non sono a carico mio (non proprio un requisito, questo dell'Italia, ma certamente visto che faccio da "mediatrice culturale" mi si adatta come un guanto di Sermoneta).
Insomma, tutto bene? beh, sarà meglio quando i viaggi diventeranno quindicinali, perchè casa mia è e rimane l'Olanda, anche se quando sono a Milano sono in linea teorica sempre a casa mia.
Il lato migliore del lavoro è che in fondo i soldini sono discreti e il mio capo, udite udite, è una persona decente. Dopo l'esperienza di Johan, ommemmerda come mai ce ne sono stati prima, è davvero rinfrescante.
Il contratto, dicevo, non è ancora diretto con l'azienda, ma tramite una società che fa detachering, ma per ora più che un guaio, si tratta solo di un fastidio. Certamente, da correggere, ma non sono del tutto sicura di voler diventare una impiegata fissa di una azienda il cui business mi interessa moderatamente. Oddiomio, sono proprio una donna viziata.

Comunque sia, rimango oranje, cocciuta più che mai - anzi, questa esperienza, se fosse stato necessario, mi ha ricordato perchè non voglio più vivere a Milano: un postaccio, Expo o no - trasporto pubblico da terzo mondo, Trenord in testa, e quella costante sensazione di doverti guardare le spalle in continuazione, quando cammini, quando guidi, quando paghi, quando respiri. Non è così che voglio vivere.