sabato 29 settembre 2007

Integrazione...




Per cominciare, stamattina sono andata al mercato dei fiori e sono tornata a casa con due mazzi meravigliosi di girasoli e di anemoni. Conto di fare la stessa cosa tutti i sabati che staro' in casa ad Utrecht. Comprare fiori in Italia e' una operazione sempre legata a eventi specifici... un funerale? una visita in ospedale? le corna da far perdonare? qui, come in tutto il resto del Nord Europa, i fiori si comprano per il piacere di averli intorno e di ammirarli. Certamente in Olanda sono anche meno costosi ed e' un piccolo lusso che tutti si permettono.
Le mie padrone di casa mi hanno portato una bicicletta, per cui ho comprato una costosissima catena supplementare. Adesso e' legata alla "vigna" sotto casa e sara' un mezzo prezioso di locomozione... dal momento che l'auto non puo' ancora essere parcheggiata nella mia strada, senza un permesso che dovro' richiedere quanto prima.
Domani conto di fare una piccola gita... sperando che il tempo migliori un po'.

giovedì 27 settembre 2007

L'orgogliosa inquilina!

La stanza da bagno...


La camera da letto con salotto...



Un'altra rampa tremenda...

La toilette orientale...

La cucina che guarda sul giardino...





Il soggiorno e le sue grandi finestre...





Le temibili scale olandesi



Si apre la porticina blu e ci si trova davanti un'ardua prova da affrontare...

CASA !!!


Trooooppo entusiasmo!
Mi sono trasferita stamattina e gia' ho qualcosa in frigo, ho imbucato la macchina in un posto gratis (molto importante!) e soprattutto sto sfruttando a balus (per i non bolognesi: in grande quantita') questa rete wireless inclusa nell'affitto! Quindi skype come se piovesse, siete tutti avvisati! La signora Jennie mi ha dato le chiavi ieri sera, in anticipo sull'inizio del contratto e la sua compagna Monique mi ha scritto che mi fara' avere una bicicletta tutta per me! Personaggi davvero interessanti queste due signore, e' una bella cosa sapere che sono anche molto disponibili a darmi supporto per qualunque evenienza.
Bisogna proprio che pubblichi qualche foto. Comincio dall'esterno.

martedì 25 settembre 2007

Delft






Oh si’, Mastro Vermeer abitava qui, ma certamente avrebbe avuto qualcosa da dire, vedendo i suoi concittadini centrifugati dalle attrazioni del Luna Park piazzato nel bel mezzo della piazza principale… la Nieuwe Kerke che lui aveva ritratto nella splendida “Veduta di Delft”, circondata da baracconi e distributori di zucchero filato, perde un po’ di fascino… d’altra parte ho deciso di includere Delft sulla via del ritorno proprio per andare a trovare Vermeer.. peccato che proprio non fosse in casa.

Neeltje Jans




Un parco acquatico? Anche, ma anche un centro di documentazione del Delta Project. Va bene, ho visto le foche ammaestrate, sono stata nel simulatore di uragano (un ventilatore ti spara addosso vento a 130 km all’ora), ho visto una mostra interamente dedicata alle cozze (ci si poteva far fotografare DENTRO a una cozza gigante), ma ho potuto anche vedere la barriera della Schelda orientale da piu’ vicino, a bordo di una motonave, ho potuto seguire un drammatico documentario sull’alluvione del 1953 e soprattutto vedere – unica nella sala, d’altra parte la versione italiana era contemplata fra quelle diponibili e hanno dovuto accontentarmi – il filmato della costruzione della barriera. Che impresa straordinaria! Davvero entusiasmante! Neeltje Jans non e’ solo il nome del parco, ma anche dell’isola artificiale su cui si trova e che e’ stata la sede del cantiere nel quale sono stati costruiti – a decine – gli elementi di cemento della barriera e l’incredibile materasso di ghiaia e sabbia che e’ stato posato a “rotoloni” sul fondo e sul quale sono stati piazzati gli elementi stessi… titanico, straordinario, sovrumano! Non per nulla Neeltje Jans e’ il nome olandese della dea Nehalennia, creatura divina venerata fin da prima della conquista romana dalla gente di mare di queste isole…

Dreischor





Quando non c’erano barriere affidabili, ci si arrangiava come si poteva: i paesi diventavano piccole isole che potevano essere circondate dall’acqua e che si stringevano intorno alla chiesa. Un argine le proteggeva, ma comunque non si facevano mancare il proprio canale. E cosi Dreischor e’ nata perfettamente circolare: la chiesa al centro, con il suo campanile un po’ pendente, poi il piccolo canale, infine tutto intorno le case, in due cerchi concentrici. Nel pomeriggio del sabato non c’e’ nessuno in giro, tranne i bambini che giocano sul prato intorno alla chiesa e le oche canadesi a spasso – e se qualcuno vuole comprare una piccola zucca (“commestibile e biologica”), non ha che da mettere 50 centesimi nella scatola di latta e servirsi da se’…

Zierikzee e Veere





Due belle cittadine di mare… diventate di lago! Quiete, graziose, con il proprio canale a marcare il centro storico, come da noi farebbe la piazza principale. Luoghi di villeggiatura ideali, con tutti i crismi dell’immagine da cartolina: mulini a vento, ponticelli apribili, barche a vela d’epoca allineate lungo i moli

Oosterscheldekering



La barriera sulla Schelda Orientale era uno dei miei obiettivi – uno splendido esempio del modo in cui gli Olandesi affrontano le loro piccole controversie con il Mare del Nord.
La barriera e’ stata completata negli anni Ottanta ed ha reso piu’ sicura la costa: l’ultima disastrosa inondazione fu nel 1953 – all’epoca l’Italia contribui’ al sollievo della popolazione ospitando centinaia di Olandesi a Pian Castagnaio. Con un progetto titanico, il Delta Project, si sono create barriere permanenti o rimovibili che hanno cambiato la geografia della costa – sono nati grandi laghi di acqua dolce, costruite nuove marine turistiche e soprattutto e’ stata creata una diga che puo’ essere innalzata in caso di tempeste o maree eccezionali, ma che normalmente lascia passare l’acqua salmastra nel delta della Schelda, permettendo di conservare l’ambiente acquatico (e le coltivazione di cozze e ostriche).
Mi sono fermata ad ammirare il lato a mare, dove ci sono le grandi pale eoliche che tanto mi entusiasmano… ma ben di piu’ avrei visto alla domenica…

Domburg




Non ci sono argini coperti di asfalto, ma anche lunghe spiagge sabbiose. Alle spalle hanno sempre le immancabili dune di protezione, ma almeno consentono di vivere il mare in una modalita’ un po’ meno angosciosa. Domburg era ed e’ tuttora una localita’ molto frequentata. La gente passeggia lungo il mare o si gode il sole di settembre (bellissimo lo scorso fine settimana….). Arrivata sulla panchina piu alta della duna mi stavo godendo il panorama, quando una signora un po’ in eta’ si e’ seduta a fianco a me. Mi ha chiesto di farle una foto, per provare a sua figlia che era riuscita ad arrivare fin lassu’ e naturalmente abbiamo cominciato a parlare. La signora Gertrud e’ di Aachen ed ha ottanta anni. Ha una figlia single come me ed ha trascorso le vacanze in un camping a Domburg per oltre quaranta anni… questa si’ che e’ “stessa spiaggia, stesso mare”! Abbiamo parlato un po’ in inglese un po’ in tedesco di viaggi e di vacanze, ci siamo fatte a vicenda una foto ricordo e poi io ho proseguito il mio tour.

lunedì 24 settembre 2007

Il Vallo Atlantico

Nella mia personale geografia, i luoghi punteggiati di bunker hanno un valore speciale. I bunker sono sempre stati qualcosa di misterioso e spaventoso – scrigni di chissa’ quali tesori dimenticati in tempi lontani, ma al tempo stesso maleodoranti e bui testimoni di un passato di cui si parla malvolentieri. Perlomeno, questa e’ l’idea che me ne sono fatta, fin dai tempi in cui papa’ cercava di spiegarmi (o di non spiegarmi) a cosa servivano quelle goffe, sbilenche strutture che emergevano dalla sabbia fra Milano Marittima e Lido di Savio. Ho visitato la Normandia dello sbarco – e ora ho visto anche il tratto del Vallo Atlantico che fortificava le coste olandesi. Grottesche strutture di cemento armato si susseguono nel bel mezzo dei polder – tutte uguali, standardizzate: tutte inutili. Su qualcuna e’ stata riportata la terra e ci cresce l’erba: ci pascolano sopra i cavalli. Altre, in coppia, sembrano guardarsi in cagnesco, come grossi bulldog sul punto di azzannarsi.

Westkapelle





Westkapelle, alla punta estrema dell’isola-non-piu’-isola di Walcheren, e’ stata “fatta dall’argine”, come ha commentato il custode del piccolo museo locale. Anche se i suoi abitanti hanno costruito e manutenuto l’argine fin dai tempi piu’ remoti, e’ stato quest’ultimo a dare forma alla vita ed alla organizzazione sociale del paese. Per non parlare del fatto che quando gli Inglesi, nel 1944, bombardarono la barriera che proteggeva il paese dal mare, i giornali titolarono, con squisito humour britannico, “La RAF affonda un’isola”. Westkapelle venne spazzata via dal mare, chi si era rifugiato nelle cantine del Mulino della citta’ rimase sotto le macerie e fini’ affogato quando la marea monto’. Per un anno e mezzo, fino a che la guerra non fu terminata, Westkapelle rimase una distesa di fango e di rovine, finche’ quei testoni dei suoi abitanti non si rimisero a innalzare l’argine e a ricostruire casa dopo casa.

Zeeland



Primo weekend olandese: di corsa a vedere ponti e dighe in Zelanda, quella Vecchia, che sta a sud, dove la Schelda si butta (o perlomeno si buttava) nel Mare del Nord.
Il mio collega Frank ha consultato la moglie, che e’ di queste parti, e mi ha mandato qualche indirizzo di B&B. Ne ho trovato uno a Middelburg e li’ ho fatto tappa. Arrivata al venerdi’ sera, mi sono fatta prestare una bici e mi sono lanciata all’esplorazione di Middelburg… una bella citta’ medievale, circondata dalla solita cerchia di canali. Tutte le strade sono accessibili alle biciclette – che in Olanda regnano davvero sovrane e che danno sempre una leggera forma di ansia sia al pedone che all’automobilista. Se non puoi batterle, unisciti a loro.
In Olanda nascono, senza tanti timori reverenziali dovuti alla vicinanza di una citta storica, interi quartieri residenziali, in cui gli architetti danno davvero il meglio di se’ – la bioarchitettura spopola, le forme piu inusuali vengono esplorate. E nei nuovi insediamenti non puo mai mancare il canale di riferimento. Gli Olandesi amano stare vicino all’acqua, come dice Frank, la trovano rassicurante. Ovviamente NON l’acqua del mare…basta vedere Westkapelle, per capire bene il perche’.