lunedì 25 novembre 2013

Leo


Il signore nella foto si chiamava Gianfranco Leonardi, ma tutti lo chiamavano Leo. I miei amici non kendoka si domanderanno che cosa ci stia a fare sul mio blog olandese/giapponese, ma Leo fa parte della mia vita da talmente tanto tempo che il fatto che il cancro ai polmoni se lo sia portato via mi pare difficile da credere.
Lui è stato uno dei miei primi maestri di kendo - e andiamo indietro almeno al 1986 o '87. Lo incontrai per la prima volta quando ero ancora un kyu, a Fiuggi, in uno dei quegli assurdi seminari completamente spesati della gestione Coladonati. Lui era il maestro dei kyu, mentre Costa era quello dei dan. Visto che che ci facevano fare allenamento sul nudo cemento, lui ci portò tutti in un prato, dove evidentemente le pecore avevano pascolato, ma che era di gran lunga meglio del pavimento scassaossa che i provvidi organizzatori ci avevano riservato. Un allenamento indimenticabile, forse un po' surreale, terminato con uno strano interrogatorio che il maestro ci fece alla fine della pratica. Eravamo tutti seduti in fila, era arrivata un'auto dei Carabinieri a tenerci d'occhio- non dovevamo essere uno spettacolo tanto usuale, nei prati intorno a Fiuggi. "Se vi è piaciuto l'allenamento alzate la mano" ci chiese Leo. Tutti alzarono il braccio. Leo negli anni a seguire si vantò sempre di essere riuscito a farci fare il saluto romano davanti ai Carabinieri, i quali probabilmente non rimasero molto impressionati da quella adunata sediziosa di nostalgici e ci lasciarono tornare in pace a mangiare i generosi piatti di rigatoni dell'hotel.
Leo amava scandalizzare. Dire cose scandalose, fare cose scandalose. A me piaceva, anche perchè mi sembrava di capire bene quale fosse il suo gioco. Bastian contrario, sempre. A partire dai capelli lunghi e dai baffoni. Da tutte le mogli in sequenza. Dagli atteggiamenti dei suoi (fortissimi) ragazzi del Kenyukai, che però dovevano sempre fare qualche gesto fuori posto. Loro, contro il resto del mondo. Leo, contro il resto del mondo. Leo, che non volle entrare in Fenike nell'88, perchè voleva "combattere la FIK da dentro".
Con me è sempre stato gentile, anche se ovviamente a scandalizzare me ci provava comunque, anche se con poco successo. Negli ultimi anni, quando si era già tagliato la coda, era rimasto scandaloso ma era diventato carino, anche se il suo modo di essere carino non è bene riportarlo nei dettagli. Erano solo parole, ma dette da lui erano complimenti e li prendevo come tali. In fondo, a 50 anni non puoi fare più la pulzella che arrossisce.

Nel Kendo Leo era anni luce davanti a me. Io l'ho sempre considerato un maestro, anche se negli ultimi anni ho avuto poche occasioni di fare pratica con lui. In particolare, mi ha insegnato un dettaglio, una singola cosa, che ho consciamente copiato da lui nei miei kata e che continuo a fare. E ogni volta che la faccio, ricordo "questo l'ho imparato da Leo", da lui, che mi sembrava così elegante e forte quando la faceva a sua volta. Sono praticamente quasi trentanni che lo penso ogni volta che faccio i kata. Non credo nemmeno di averglielo detto mai.

E adesso non glielo potrò più dire, nè potrò più far finta di scandalizzarmi delle cose che diceva. Mi mancherà, quell'accidente, e mi dispiace da morire.

Autunno da cartolina

Ho dovuto scappare dal kendo che mi inseguiva, ma ieri mattina mi sono presa il tempo per andare a fare qualche foto in giro. Sono andata al Palazzo Imperiale, dicono sia un buon posto per i momiji. Bisogna saper cercare, ma qualcosa c'è. Forse dovrò tornare proprio ad Arashiyama a contendere lo spazio agli indigeni in caccia di foto come me, ma ci penserò il prossimo fine settimana.



















martedì 19 novembre 2013

I giorni volano

Già si avvicina la fine di Novembre. L'autunno è arrivato, la sera fa freddo e il riscaldamento fa il suo dovere, anche se alla notte preferisco spengerlo. Mi sono resa conto di aver portato abiti inutili su tutta la linea. Adesso avrebbero fatto comodo un altro paio di cardigan di lana, i pantaloni invernali più sportivi. Non che abbia dei problemi, qualcosa da mettermi trovo sempre in valigia, ma finisco per usare un 10% del bagaglio.
Domani ricambio casa, mi risposto nell'appartamento del mio primo mese qui. Mi secca un po', ma d'altra parte ho esteso il mio affitto quasi di mese in mese, mi sta bene restare in zona e quindi non posso poi lamentarmi. Ho impacchettato già quasi tutto, non che ci voglia molto.
Penso sempre che la mia vita qua sia un po' ai minimi termini. ma in fondo quando si lavora otto ore al giorno non è forse così per tutti? è che nei ritagli di tempo mi rendo conto di essere a Kyoto e mi pare di non viverla tanto intensamente quanto dovrei.
Certi giorni un monaco buddhista con il grande cappello di paglia intrecciata passa sotto le finestre chiamando ad alta voce. Chissà cosa o chi starà evocando, Cammina svelto e sparisce in fretta in fondo alla strada. Ogni volta che vado verso l'ufficio per una stradina diversa, scopro cose nuove. C'è un sentoo tre strade più in su, un bagno pubblico. Ci sono tanti piccoli negozi e caffè che sono difficili da individuare fino a quando non ci si passa davanti. Qui a Nishijin ci sono le sedi storiche dei tessitori di seta, ci sono laboratori nascosti. Dalla facciate della case non si intuisce mai cosa si nasconda - una azienda, un magazzino, un negozio.
Domenica ho voluto visitare Nishi Hongan-ji, non tanto per gli edifici, che sono enormi e che celano degli autentici tesori, ma per la mostra di crisantemi di cui avevo letto.  Una bella scoperta, questo tempio, anche solo per il piacere di passeggiare nel grande cortile, nella quiete.























domenica 10 novembre 2013

Fotorecupero

Ho visto Elena ed ho comperato una agenda decennale. L'ho trovato un acquisto divertente. Quando l'avrò terminata sarà il 2023. E chi mai vede fin là? sarò viva? dove sarò? cosa farò? La vera fantascienza la facciamo noi quando crediamo di guardare così lontano nella nostra vita.

Ho scaricato un po' di foto, le carico a casaccio, per dividere un po' delle immagini di qui...

Bambù ad Arashiyama


Nanzen-ji



Acquedotto Meiji


Sposa a Nanzen-ji

Con Fumi

Kamogawa

Elena e il suo cappello Dance with Dragons