giovedì 27 gennaio 2011

2 x 3 x 4 x 2


Un bel fine settimana di compleanno: a Berlino, che desideravo rivedere dopo tanti anni di assenza. E cosi’ ho affrontato un lungo viaggio in treno per arrivare a Braunschweig, dove abita la mia amica Dido Demski, che a Berlino ci e’ nata e cresciuta e che probabilmente ne sente anche la nostalgia. Di Dido conosco l’intera famiglia, visto che tutti fanno kendo. Il padre Wolfgang e’ stato a lungo presidente della Federazione tedesca, quando io lo ero di quella italiana. La sorella e il fratello di Dido fanno pure kendo, e anche il marito Kai. Sono tutte persone che in qualche modo mi hanno testimoniato vera amicizia e che vedo con il piu’ grande piacere ogni volta.



Ho dormito da Dido il venerdi’ sera e poi al sabato mattina siamo andate alla stazione per prendere il treno per Berlino. Il mio primo passaporto lo feci appunto per visitare Berlino Est, nel 1990 – anno dei Campionati Europei e del mio debutto ufficiale in Nazionale.
Non avevo un programma preciso – solo un punto o due: vedere il Nuovo Museo (che ora e’ veramente nuovo, ma che, quando lo avevo visto per la prima volta, subito dopo la caduta del muro, era solo un edificio in rovina) e possibilmente rivedere Nerfertiti (che nel 1990 avevo visto nel piccolo museo-bomboniera di Charlottenburg). Fortunatamente i due obiettivi coincidevano, visto che l’intera collezione egiziana e’ ora ospitata nel Nuovo Museo restaurato.
Il sabato pomeriggio lo abbiamo dedicato a un po’ di shopping ozioso: giusto un libro sulla nuova architettura berlinese, un pasto veloce in un bel caffe’, qualche foto lungo il Ku’damm.
Il cambiamento di Berlino e’evidente: in perfetto stile germanico, ora tutto e’piu’ lindo e piu’ lussuoso, anche nella parte occidentale della citta’. Il Ku’damm ha tutti gli showrooms dei soliti noti: Gucci, Bulgari, l’intera infilata. Gli edifici sono stati tirati a lucido, nuovi palazzi sono spuntati ovunque.
Alla sera ci siamo concesse una bella cena in un ristorante alla moda, un magazzino ristrutturato nel lato est, dove si e’ spostato tutto l’asse della vita notturna berlinese.



Domenica, a causa di un errore (mio), ci siamo svegliate alle 7. Visto che oramai a letto non si poteva tornare, ci siamo messe subito in movimento per andare al Museo. Essere mattiniere ha pagato, perche’ non abbiamo dovuta fare alcuna fila. La temperatura rigida e i fiocchi di neve che sfarfallavano di tanto in tanto non invitavano a stare fuori fermi a lungo!



L’edificio in se’ e’ un pezzo da museo. Era il tempio della gloriosa archeologia tedesca dell’800, i soffitti e le pareti erano affrescati con immagini che riverberavano il contenuto delle sale: dipinti egizi, immagini della Grecia e di Roma, cicli di affreschi che ritraevano gli dei germanici... ora degli affreschi e dei soffitti sono rimasti solo pochi residui, ma la grandeur dell’edificio e’ stata comunque ripristinata. Quanto era stato triste vedere il museo con le finestre e le porte sbarrate, una rovina pericolante, nel mezzo della Berlino appena riunificata. Ricordo che nel tornare dal Pergamonmuseum verso Friedrickstrasse (dove c’era ancora il controllo passaporti) passai per strade secondarie, dove il tempo era ancora dolorosamente congelato al dopoguerra: palazzi grigiastri, crivellati di colpi, talvolta disabitati. Non mi e’ riuscito di ritrovare nulla di tutto cio’.
Prendendo il bus numero 100, si fa un bel giro panoramico che passa accanto al Bundestag e agli sterminati, monumentali, nuovi ministeri. Tutto nuovo, disegnato da architetti celeberi, circondato dal verde e dall’acqua. Altrettanto si vede a Potsdamerplatz, che era solo uno spazio vuoto e desolato ed ora e’ un imponente fiorire di edifici sia pubblici, sia residenziali.
Al pomeriggio, dopo tanto girare, io e Dido ci siamo rifugiate in albergo, all’Hotel Bogota. Ci siamo riposate, ma abbiamo anche avuto modo di raccontarci un mondo di cose che non ci eravamo mai potute dire, per mancanza di tempo o di occasione. Dido e’ una persona che davvero mi piace e mi ritrovo spesso rispecchiata nel suo carattere un po’ prussiano.
Alla sera, per la mia cena di pre-compleanno, abbiamo trovato quasi per caso un ristoramte grazioso e tradizionale. Camerieri gentili, cibo buono, ambiente molto informale, tanti avventori locali (anche un attore famoso... in Germania). A mezzanotte ci hanno offerto un calice di bollicine e Dido mi ha dato il suo regalo di compleanno! Il lunedi’ (ovvero il giorno del compleanno vero e proprio) ci siamo limitate a una breve passeggiata e a un pranzo nel bel caffe’ del giorno prima (dove Dido era di casa negli anni in cui studiava). Sul treno, per il lungo viaggio di ritorno, mi sono letta i circa 200 messaggi di auguri, che ho ricevuto in un modo o nell’altro, e ho potuto pensare a tutti gli amici in giro per il mondo... solo con pochi sono riuscita a parlare, ma certamente li ho sentiti tutti molto vicini. Un bel compleanno. E via con il prossimo!

lunedì 10 gennaio 2011

A day in the life

Il mio momento di Grande Ottimismo per l’Anno Nuovo si sta prolungando oltre ogni ragionevolezza. C’e’ forse qualcosa che so, ma non mi voglio dire? Comunque sia, sono rientrata in quella che, in linea teorica, dovrebbe essere una quieta routine lavorativa. Naturalmente, prima che il carosello ricominci di nuovo e io ritrovi i luoghi del mio cuore – gli aeroporti.
Dunque, la mia mattina tipo. Sveglia un po’ dopo le sette. Stretching ancora nel letto, per essere elastica a sufficienza per riuscire a scendere dalla Scala Perigliosa. Usuale dramma per la scelta dell’abito da ufficio – tailleur nero o tailleur grigio? C’é’da perderci la testa.
Scendo di sotto. Subito BBC One – so tutto su tasse previdenza cronacanera in Inghilterra: cosi’ rilassante! Un bicchiere di latte freddo, un dolcetto – colazione fatta.
In questi giorni di temperature rigide, esco imbacuccata dal giardino e vado a prendere il bus. Alla fermata ci si augura buon giorno, anche se non ci si conosce. In dieci minuti sono alla stazione. La vita e’ cambiata da quando l’ufficio si e’ trasferito ad Amsterdam Sud – il tragitto e’ piu’ breve, non c’e’ nemmeno il tempo di addormentarsi. Fuori dal finestrino scorre la campagna gelata, la foschia del mattino, i lunghi filari di alberi lungo l’Amsterdam-Rijnkanaal. Le pecore sembravo coperte di brina come le siepi e i cespugli, se ne stanno accovacciate tutte insieme ai bordi dei polder.
Il treno e’ affollato. C’e’ chi lavora al pc (detestabili stakanovisti), chi ascolta musica nell’IPod, chi legge i giornali gratuiti distribuiti in stazione. Ce ne sono almeno tre diversi, il materiale per occupare il tempo non manca.
Arrivo ad Amsterdam Zuid, scendo fra la folla, in due minuti sono al Symphony – l’ascensore e’cosi’ veloce che lo si sente nello stomaco. Un giro di buongiorno a tutti, poi bisogna proprio andarsi a prendere una tazza di caffettaccio alla macchinetta. Un collega ha comprato una macchina per Nespresso, ma non voglio prendere il vizio – e’ un tipo di caffe’ che richiede zucchero, non voglio cominciare ad usarlo, quindi mi accontento della brodaglia lunga, che riesco a mandare giu’ senza additivi, un po’ come se fosse una medicina.
La giornata comincia...

lunedì 3 gennaio 2011

Un anno nuovo che sarà speciale

Io continuo a dirlo, il 2011 sarà un anno che non passerà in sordina. Perchè lo pensi, non è dato di sapere, ne sono certa e basta.
La fine è stata tutta una sorpresa, un rinnovato piacere nel vedere i vecchi amici e tutta la famiglia - speriamo che l'inizio mantenga il ritmo.