giovedì 28 luglio 2011

Cornovaglia straordinaria

Prima di tutto, il tempo atmosferico ci sta sorprendendo ogni giorno. Ieri siamo partiti con la nebbia e abbiamo terminato la giornata con un sole bellissimo che tramontava a Land's End. Oggi giornatona soleggiata, siamo tutti abbrustoliti. I paesaggi sono indicibilmente belli, quando si tratta di scogliere alte, coperte di felci e di erica. Ci sono anche spiaggioni che finiscono per essere un po' troppo popolati, ma che sono lambiti da acqua color smeraldo (e dalla temperatura del ghiaccio...). Siamo diventati esperti assoluti del circuito Penzance-Land's Ends-St.Ives. Domani usciamo dal seminato, andando verso Helston e poi Lizard. Il fil rouge sembra essere il nostro italianissimo Guglielmo Marconi, più volte citato al Museo del Telegrafo di Porthcurno come "arcinemico" delle società che basavano il loro business sulla posa dei cavi sottomarini, ma dipinto come eroe a Poldhu (che dovremmo visitare domani, vicino a Mullion) da dove fece le sue prime trasmissioni verso l'America. Se compatibile con i nostri mezzi di trasporto (pubblici) domani anche un passaggetto per un links course, giusto per cultura.

mercoledì 27 luglio 2011

sabato 23 luglio 2011

Là dove tutto è iniziato

Oh, cielo, le circostanze sono cambiate, certo, e non poco! Trenta anni fa si trattava di un charter della Monarch Airlines da Malpensa (Vecchia, c'era solo quella...) per Luton, oggi è un volo di linea della British Airways per Gatwick. La mamma non venuta ad accompagnarmi fino in aeroporto, né si è fatta una lacrimuccia nel vedere l'aereo decollare. Oggi ho carte di credito a catafottere, trenta anni fa sudatissime sterline da centellinare su quattro settimane – e tutte da sperperare in libri di Star Trek.
Trenta anni fa – era il 4 luglio, sabato, arrivai a casa Jordan nel momento in cui John McEnroe vinceva a Wimbledon su Bjorn Borg – dopo essersi reso odioso ad una intera nazione con il suo “you cannot be serious!”.
Oggi arrivo a Edenbridge, con Paola e Nicolò e passiamo una quieta serata insieme, vedendo vecchie foto, cenando in bianco rosso e verde, sotto a un palloncino che ci ricorda che gli anni passati sono trenta.

Due buche al campo

Ebbene sì, Annamieke mi ha fatto provare l'ebbrezza di un paio di buche del campo da 9. Non ho perso nessuna pallina (cosa che era un po' il mio obiettivo di massima), ma sono riuscita ad imbucare in 7 colpi in entrambe. No, non esaltante, ma devo dire che per il momento sono molto più focalizzata sulle singole tecniche (il chipping è ancora dannatamente erratico per me), piuttosto che sul gioco vero e proprio. Insomma, come nel Kendo, non mi interessa andare a fare shiai se a malapena so tenere in mano una shinai.
Certo, è un gioco che dà una certa dipendenza, lo devo ammetttere, anche perchè a tratti ti pare di aver raggiunto una illuminazione, e poi dopo due colpi ripiombi nel buio più fitto. Almeno, questo è quello che pare a me. E' un'impressione, lo so, perchè in un certo senso il mio swing sta decisamente migliorando, anche se la pallina continua ad andare un po' dove le pare, prevalentemente sul lato destro del driving range. Il putting offre strane, inaspettate consolazioni e poi ti beffa nel tiro che pare più ovvio. Mmm, non c'è proprio niente di facile nel golf.
Annemieke dice che ci vuole almeno un anno per padroneggiare un po' la tecnica – e ci credo – per giunta non solo facendo due pallette nei weekend, dico io, bensì dandoci sotto almeno tre o quattro volte alla settimana. Per ora lo posso fare, ma da settembre in avanti la vedo dura, un po' per il tempo proibitivo, un po' per gli impegni di lavoro, che paradossalmente potrebbero portarmi a latitudini più grate e a percorsi inaspettati: ci sono golf club ovunque... in Inghilterra, verso dove sto volando, avrò mille occasioni di procurarmi documentazione, materiale (tee e l'aggeggino per riparare il green, ad esempio) e magari di fare qualche tirello da qualche parte... you never know. Ma non è negli obiettivi del tour, quindi, teniamo gli occhi sulla palla.

giovedì 21 luglio 2011

Io e Seve

Terza lezione. Arrivo in anticipo consistente, per ripassare il putt di ieri. Confermo il mio giudizio sulla naturale perversità delle palline - tuttavia mi impegno allo spasimo, anche perchè credo di aver capito come le spalle devono muoversi (mentre i polsi devono rimanere bravi nella loro posizione). Ok, basta putting, un po' di swing. E poi una bella pausa al sole. Sì, al sole, roba inedita!
Arriva Annemieke, andiamo subito nell'area di pratica per il chipping. Prima di tutto le mostro il mio straordinario guantino rosa di Hello Kitty - un regalo di Dina, quella pazza! Riscuoterebbe un successo straordinario fra le allieve dodicenni della scuola di golf, mi dice Annemieke, che peraltro si presenta con un tubo di palline rosa, viola e gialle con la faccia di Spongebob Squarepants. Ovviamente, senza usare il guanto di Hello Kitty, mi metto al lavoro. Mmm, chipping sembra di gran lunga la cosa meno istintiva che mi ha insegnato finora, di nuovo i polsi non devono lavorare affatto e per giunta non sono nemmeno con i piedi in piano. Primi colpi, niente di buono. Poi comincio a capire l'antifona e finalmente mi sale alle labbra un commento del tipo: "Sta tutto nelle anche"... non l'avessi mai detto: Annemieke si blocca di colpo, mi guarda e mi dice: Ma tu sei la reincarnazione di Seve Ballesteros!!!, il quale a quanto pare, amava ripetere It's all in the hips!. Cielo, dopo il guantino di Hello Kitty arrivato a sorpresa per posta, ora questa idea dello spirito di Seve che aleggia su di me... mi ha fatto molto ridere, dopo aver persino sognato di lui. Beh, mettiamola così, in questa fase ogni aiuto, anche sovrannaturale, è gradito. O forse, come suggerisce Dina, pago molto bene Annemieke... Venerdì, quarta lezione: destrutturazione e perfezionamento dello swing. Poi fino ad agosto, posso solo fare allenamento mentale (a meno che in Inghilterra non riesca a produrmi in qualche colpo... che so, alla Knightsbridge Golf School?). Per la gioia dei miei lettori, che senz'altro di golf già non ne possono più.

martedì 19 luglio 2011

Putt non è una abbreviazione

Seconda lezione di golf oggi. Arrivo un po' prima, per riscaldarmi e per fare qualche pallina. Devo essere un po' agitata, perchè astutamente inserisco la tessera nella macchina sputapalline PRIMA di aver appeso il cestello. Rincorro le mie prime palline sacramentando, ne mungo un altro lotto (questa volta il cestello è al suo posto) e vado a fare qualche swing di prova. Sembra incredibile, ma con il mio ferro 7 infilo una sequenza impressionante di tiri dritti e fluidi. Ehi, il corpo comincia ad imparare? Oppure il fine settimana a guardare l'Open mi ha fatto bene?
Annemieke arriva puntuale (ci mancherebbe), mi domanda delle mazze, sembra contenta di quello che ho comprato - per fortuna!
Ripassino di swing - naturalmente nulla va più bene come prima. Mi corregge un pochino le mani, mi raddrizza il braccio nel backswing, mi fa usare un 9, mi fa colpire la pallina senza il supporto del tee. Uh, cambia tutto, ma così avrò altre cose da provare la prossima volta: tutti i ferri più il Sand! come ultimo traguardo (ma solo fino a venerdì) mi lascia il legno 3. Devo dire che sto cominciando a non vedere l'ora.
Il clou di oggi è il putt. Sembra di essere tornata ai tempi felici del minigolf al Soggiorno Militare: no, più facile, qui c'è solo un praticello raso raso, non i corridoi, le discese, le bizzarrie del minigfolf delle mie estati - che sarà mai? Ebbene, la pallina da golf ha una personalità cattiva e perversa, che tanto più si accentua quanto più vicini si arriva alla buca. Una forma di resistenza naturale a cadere, una tendenza a ruotare intorno al bordo e a scappare lontano, una odiosa abitudine a sfiorare l'orlo della buca e a proseguire indisturbata, possibilmente andandosi a posare ancora più lontano di dove era partita. Mmm, forse sto per iniziare una di quelle relazioni controverse che poi mi accompagnano per anni, come quella con la signorina del navigatore satellitare o con la piegatura dell'hakama. Sto facendo resistenza anche io, ma sto cominciando a sentire una attrazione per il fondo del gorgo, che potrebbe portarmi ad abbracciare con fin troppo entusiasmo questa nuova, crudele disciplina... Ma si invecchia pure per qualche cosa: a 48 anni si è magari imparato ad evitare di innamorarsi?
Domani, terza lezione: chipping.

lunedì 18 luglio 2011

Lunedì di ozio

Non in ufficio, ma la sera a casa. Niente driver, niente palestra. Il cielo è sempre imbronciato, pioggia freddo vento. Se ci fosse qualcuno con cui protestare, varrebbe la pena di farlo, questa estate è inqualificabile.
Ho buttato distrattamente qualche indumento nel trolley, ma davvero dovrò lavorarci su di nuovo, per essere certa di non dimenticare qualche pezzo importante - nulla che non si possa acquistare in aeroporto o in Inghilterra, certo, ma meglio fare le valigie con l'opportuna concentrazione, come il mio alter-ego Up in the Air mi conferma. Ho sempre fatto le mie valigie con una dedizione assoluta, talvolta producendo persino una lista scritta del contenuto dei bagagli. Adesso, lo ammetto, vado a memoria, ma si può sempre migliorare. Intanto, sempre per emulare il mio alter-ego cinematografico, ho stabilito una sequenza infallibile, che mi permette di passare senza intoppi e con estrema efficienza al controllo di sicurezza in aeroporto. Se sono sola, va benissimo, altrimenti mi tocca aspettare cinque minuti che il mio capo ricomponga sé stesso e il suo bagaglio. Sì, lo ammetto, cerco anche la fila con i businessmen Giapponesi, per evitare i soliti casi umani che cercano di passare il metal detector con una armatura medioevale addosso. Non sempre sono fortunata.
Domani, lavoro a casa. Due presentazioni da preparare. Poi, compiti per l'ultima lezione di conversazione. La settimana prossima sono in vacanza, ma quando tornerò avrò guadagnato una serata libera in più - sicuramente fino all'anno prossimo. Per l'Olandese, vedrò di trovare un modo di tenermi in esercizio in qualche maniera. In fondo, ho sempre fra i miei obiettivi l'esame di Stato (dovrei dire, del Regno, ma fa tanto Biancaneve o Bella Addormentata), che prima o poi dovrebbe sancire ufficalmente la mia padronanza della lingua. Me lo tengo per il 2012.

domenica 17 luglio 2011

Domenica è sempre domenica

Cosa può esserci di meglio di tre ore di allenamento con la Nazionale olandese di kendo, per santificare la festa? La sessione di oggi mi ha ha reso particolamente felice, prima di tutto perchè non ho avuto difficoltà a tenere il ritmo dei ragazzotti e delle ragazzotte della squadra.
Il ritorno, già più avventuroso. Si trattava solo di tornare da Amstelveen, ma le domeniche di estate sono il momento preferito per la grande manutenzione di ferrovie ed autostrade, quindi per riuscire ad abbandonarmi sul sofà di casa c'è voluto un tempo interminabile, specialmente avendo nello stomaco solo una fettina di citroen cake e una tazza di latte.
Riconquistate le pareti di casa, una bella Wieckse Rosè, una di quelle misture birrose che solo al nord Europa si possono apprezzare - e solo per sedare una sete estiva. Il resto è seguito da sé: l'ultimo giorno dell'Open sulla BBC, un bel divano comodo, magari qualche minuto di pisolino c'è sicurmante scappato.
No, la valigia per la Cornovaglia non è ancora fatta, ma in fondo ho già gli elementi base lavati e piegati, si tratta solo di riempire ben benino il trolley più piccolo che ho e allestire lo zaino più capiente che ho. Poi via, verso il Viaggio dell'Anniversario.

sabato 16 luglio 2011

Guardando si impara?

Giornata in casa, come quelle che piacciono a me: fuori brutto tempo, in casa tanti ciapini da fare.

Sottofondo, la BBC, in uno di quei momenti ossessivo-compulsivi in cui trasmette la stessa cosa per otto ore filate: succede per Wimbledon, per Royal Ascot, oggi per il British Open al Royal St. George's. Ottimo per imparare, dico io: o forse per provare un po' di frustrazione per procura. Decine di milionari che inseguono una pallina sotto la pioggia, sferzati dal vento e inseguiti da caddies dalla faccia infelice. Eppure... provo una strana fascinazione nel sentire il rumore che fa un legno quando colpisce la palla o nell'osservare le traiettorie dei putt ben riusciti. Poi avendo Wikipedia sottomano, si riescono a capire un po' dei termini bislacchi usati dai commentatori della BBC, si trovano le foto dei ball markers personalizzati, si scopre cosa vuole dire links golf (cosa per nulla sinistra), si rileggono le regole rilevanti... Ho fretta di fare le mie prossime lezioni, questo è un affare fra me e il golf ed ho urgenza di capire bene che relazione potrà esserci fra noi. Sul parquet il putting è un po' veloce, dovrò aspettare di mettere l'erba artificiale in giardino...

Cambiare da sola le lenzuola in un letto matrimoniale è una delle poche esperienze che mi fa rimpiangere di non avere una cameriera (o un partner).
I miei attuali strani compagni di letto non sono di grande aiuto in questo tipo di manovre, per quanto Tondo sia un vero conforto quando la temperatura si abbassa (e la borsa dell'acqua calda in forma di Babbo Natale è decisamente fuori stagione).



Poi c'è il bucato da fare per le imminenti vacanze, bisogna archiviare carte e cartacce, rinnovare il contratto con Eneco per gas ed energia elettrica (ecologica), occorre mettere in ordine tutti i biglietti aerei da qui a settembre, giocare con il nuovo cellulare (Samsung Galaxy S II, una favola!), insomma una mare di cose che si accumulano - il tutto senza nemmeno passare alle pulizie! Domani, tre ore di allenamento con la Nazionale, quando torno a casa il tempo per una spolverata lo dovrò pur trovare.

Chiusura di serata, un gradito ritorno: Goldfinger. C'è un po' di golf pure lì, non si finisce mai di imparare.

venerdì 15 luglio 2011

Home sweet home

A casa presto oggi, la giornata era cominciata tristanzuola, ma poi si è aperta e il sole splende ancora. Sono andata a fare un po' di spesa e poi mi sono messa a tavola per la cena. Un'insalata e un panino al prosciutto. Tutto lì? Pane integrale cosparso di semi di sesamo e Jamon Serrano, insalata di valeriana con feta greco, capperi e olive, condita con olio extravergine d'oliva pugliese ed aceto balsamico, il tutto accompagnato da un bicchiere di chablis. La porta finestra è aperta, in televisione The Open a profusione. Domani potrebbe essere di nuovo una giornataccia, ma avrei voglia di prendere la bici e le mazze... Quieta serata estiva, un regalo, dopo le tempeste dei giorni scorsi.

giovedì 14 luglio 2011

The summer of my perplexity

Estate che non è estate, ma che vale lamentarsi? L'Olanda è così. Non so se sia questo inverno fuori posto, con la sua pioggia a pijpenstelen (sfido chiunque a trovare una traduzione letterale che abbia senso), il suo vento disordinato e l'infinita teoria di ombrelli straziati, abbandonati lungo le strade, ma sento improvvisamente un inusuale silenzio.
Non come se fosse cessato un fastidioso rumore di fondo, ma piuttosto cone se fosse subentrata una bizzarra forma di sordità. Non so cosa pensare, come se una acuta perplessità stesse azzerando le armoniche del mio ragionamento. Una strana immobilità mentale, una rinfrescante paralisi dell'emozione, un senso di passiva attesa.
Ehi. Che succede?

mercoledì 13 luglio 2011

Passiflora

.
Potrei dire che è il mio fiore preferito, ma direi una bugia, perchè i tulipani, nella loro straordinaria semplicità, sono in cima alla mia lista. Della passiflora, tutto si può dire, tranne che sia semplice. Anzi, la sua struttura è talmente complicata e stravagante, che a volte sembra impossibile che un fiore del genere possa esistere in natura. La prima volta che ho sentito parlare della passiflora (e ne ho visto un disegno) è stato in un libro di favole: i fiori erano i personaggi della storia e in particolare la passiflora era per nulla rassicurante, anzi, era un carattere vagamente spaventoso - forse per questo mi è sempre rimasta in mente, anche se ci vollero moltio anni per vederne una dal vivo. Rimasi impressionata nel vedere che effettivamente la realtà corrispondeva al disegno della favola. Quando poi sono venuta a sapere perchè la passiflora si chiama così, beh, è ovvio che l'aura di mistero vagamente minaccioso non poteva che intensificarsi.
Avevo una enorme pianta di passiflora, qui nel mio giardino - talmente rigogliosa che l'unica possibilità di riprendere il controllo dei miei spazi fu una feroce potatura che segnò la fine della poverina. Da allora, per scontare il crimine, ho già piantato due varietà diverse, cercando di ripristinare il rigoglio perduto. Per ora, sono solo all'inizio, ma la passiflora in carica mi sta regalando già qualche fiore spettacolare, che dura, sì e no, una giornata, ma che mi incanta in contemplazione ogni volta

lunedì 11 luglio 2011

Jetlag et alia

In ufficio ad Amsterdam, di nuovo: ci sono parecchie cosucce da fare, ma la palpebra cala inesorabile. Il caffe' e' quello che e', l'unica e' camminare di tanto in tanto per non addormentarsi di brutto. O scrivere sul blog.

Ieri notte non ho preso sonno prima delle tre e mezza. Avevo generosamente spostato la sveglia alle 7,30 (invece che alle 7,15), quindi verso mattina ero proprio nel bel mezzo di un sogno. Dopo una primavera popolata di incubi, stamattina finalmente un sogno piacevole, direi corroborante. Dopo aver visto a tarda sera un bel documentario sulla BBC, non potevo meravigliarmi, fatto sta che stamattina stavo facendo una partita di golf con Seve Ballesteros, la buonanima, piu' o meno nella stessa forma che aveva ai tempi in cui vinceva l'Open con il suo pulloverino blu. Mica male, come compagno per fare due palline...

Stasera palestra, spero che mi aiuti un po' a rimettere a posto l'orologio interno. Domani faro' il primo passo per ordinare un nuovo telefono, mai piu' un touch screen in vita mia.

venerdì 8 luglio 2011

Sul punto di tornare

Fuori c’e’ il sole. Ho voglia di caldo, di sentire un po’ di sole sulla pelle, mi sembra che sia una sensazione che non provo da un secolo (bugia, il 4 luglio mi sono arrostita per benino, ma non mi e’ certamente bastato).

Abbiamo finito il lavoro qui, presentazione finale terminata, come al solito il mio capo parla senza tenere conto del tempo a disposizione e poi quando passa la palla a me, mi fa presente che dobbiamo stringere. Sono i momenti in cui avrei voglia che le posizioni fossero invertite – allora si’ che avrei qualcosa da rispondergli... ma da quando ho deciso che devo disciplinare la mia ambizione per amore della mia felicita’e del mio quieto vivere, tutto sommato mi sta anche bene abbozzare e sorridere sempre. Dai, non e’ un cattivo ragazzo, in fondo, fa del suo meglio, anche se taglia i gabbanini degli assenti con una maestria che mi inquieta. Anche per questo, la mia anima italiana (la business culture di Machiavelli) mi dice di tenere la lingua fra i denti. Ho il lavoro piu’ bello della mia vita e lo voglio tenere almeno finche’ non avro’ risparmiato abbastanza per restituire il mutuo sulla casa – non che sia necessario, ma e’ un target che mi sono data e che faccio poca fatica a cercare di raggiungere.

Ho una certa ansia di tornare sia al dojo ad allenarmi (sono stata ferma per la gola e poi per questo viaggio, ora devo rimettermi in moto!!!), sia al golf club a picchiare palline. Sono circondata da campi da golf anche qui, ho una strana fretta di imparare, davvero mi si alza il battito tutte le volte che vedo qualcosa di correlato al gioco: e’ come se mi dicessero, ehi, che fai ancora li’ nella tua ignoranza? Muovi le chiappe e prendi una mazza, mica si impara dormendo! Credo di essere entrata a pieno diritto nella fase della Incompetenza Consapevole, la peggiore.

Riguardo a cio’ di cui invece sono Consapevolmente Competente, il Kendo, l’estate si presenta quieta – a parte il seminario di Amsterdam, a inizio agosto, non riusciro’ a seguirne altri, un po’ a causa delle ferie (e mi perdo Kanzaki a Brescia) o dei viaggi di lavoro (e mi perdo Tani in Trentino). Per fortuna in Olanda non ci si ferma mai e finche’ la mia driver si sposta, io conto di non perdermi una lezione.

Fra due settimane sara’ terminato anche il corso di conversazione. Dovro’ pensare a cosa fare l’anno prossimo per tenermi in allenamento con l’Olandese. L’ufficio e’ diventato via via piu’ internazionale e a parte i discorsi ufficiali, che vengono cafonamente tenuti ancora in lingua locale, per lo scorno degli ospiti stranieri, tutto il resto si conduce agilmente in inglese. Devo trovare qualcosa che mi interessi davvero fare in Olandese, o alla fine mi arrugginiro’ irrimediabilmente! Tanto non avro’ modo di fare nulla di strutturato fino a fine anno, ci ripensero’ ad inizio 2012.

Ho davanti a me due quiete settimane di Olanda. Andro’ a prendere altre lezioni di golf, spero di godermi un po’ il giardino o qualche giro in bici. Poi devo preparare la vacanza di anniversario: postero’ tutti i giorni, per tenere traccia dell’evento. 4 luglio 1981, McEnroe vince a Wimbledon ed io entro in casa Jordan. Un incontro che cambiera’ la mia vita e la mia percezione del mondo. Trenta anni dopo, torno sulle tracce di allora, ma certamente con occhi diversi – sono stata ripetutamente a Londra negli anni, ma l’emozione della prima volta non si dimentica mai.

giovedì 7 luglio 2011

Letteratura salvifica

Titolo pomposo, per una letteratura che sicuramente non vuole esserlo. Parlo del benefico effetto della scrittura sulla mia anima tormentata, che riesce a trovare autentici momenti di pacificazione (parola grossa!) soltanto buttando su carta i propri ragionamenti.

La carta in verita’e’ sparita da un pezzo. Ho tenuto un diario pressocche’ quotidiano dal 1976 al 1986, che mi ha aiutato spesso nel periodo complesso della mia adolescenza, a partire da quel giorno in cui, come un fungo, nella mia testa e’ spuntato il primo pensiero consapevolmente adulto. Cosa fossi nei tredici anni precedenti, lo posso vagamente ricordare, ma solo dal 1976 in avanti ho conservato una evidenza scritta di quello che mi passava per la testa. Gia’ allora tendevo ad essere totalmente assorbita dall’una all’altra corrente di pensiero. A volte mi domando, ho una personalita’ con dei tratti ossessivi ? Mi rispondo: di regola voglio arrivare in fondo alle cose, piuttosto, esplorare le strade fino alla estrema conseguenza: gli eventi devono avere una loro coerenza, nel mio universo mentale. Ahime’, alla tenera eta’ di 48 anni faccio ancora fatica ad accettare che la realta’, il mondo e l’umanita’ non agiscono secondo linee razionali (alla faccia di Hegel) e che talvolta non e’colpa di una mia presunta incapacita’ di ragionamento se le cose sembrano dipanarsi in modo irragionevole – e’ che sono proprio cosi’ ! Cosi’ come i pianeti sono guidati da una legge della fisica, che puo’ essere tradotta in una formula piu’ o meno elegante, mi aspetto che eventi e persone obbediscano ad una analoga regola, magari da esprimere con calcoli piu’complessi, ma comunque descrivibili, ergo prevedibili, ergo comprensibili. Non si fa fatica ad immaginare perche’io rimanga spesso intrappolata nel vano tentativo di capire perche’ qualcuno si comporta in un modo che io trovo insensato, inaspettato o persino semplicemente cattivo.

La prova di questo continuo tentativo di rimettere il mondo sui binari di una logica qualunque, purche’coerente, sono gli innumerevoli documenti Word in forma di lettere, indirizzati ad altri o a me stessa, che infestano quasi tutti i miei laptops. Ho salvataggi di diari elettronici del passato, che ormai non riesco piu’a leggere, perche’ ho dimenticato la password o perche’sono su supporti obsoleti. Adesso, scoperta recente, ci sono i blog, che in qualche modo fanno un po’da diario – ovviamente solo di quanto e’ comunicabile all’universo mondo.

Quando la Ba vorra’ mantenere la sua parola e scrivere la mia biografia, le suggerirei di cominciare dalle mie lettere mai spedite, dai miei testi scritti in seconda persona, in cui una mia meta’ si rivolge all’altra, con una dialettica che talvolta mi aiuta a rimettere a posto le cose, altre mi crea piu’dubbio e frustrazione che certezza e consolazione. Posso almeno dire che, vivendo in terra straniera, almeno riesco a non perdere la padronanza di quello strumento meraviglioso che e’ la lingua Italiana – ovviamente, per chi la sa usare, congiuntivo compreso.

mercoledì 6 luglio 2011

Sono una snob - D. e gli Americani

Trenta anni fa andai in Inghilterra per la prima volta. Nella mia gerarchia mentale, il passo successivo dovevano essere gli Stati Uniti. Andai con Livia e Merry a Parigi, un viaggio indimenticabile. Sul treno incontrammo tre ragazze americane, studentesse di Scienze Politiche. Venivano da Berlino, avevano voluto vedere la Germania comunista. Oh, che bizzarro, mentre eravamo la' un tale ci ha avvicinato, dicendo che voleva fare pratica del suo inglese con noi. La nostra guida lo ha mandato via, minacciando di denunciarlo alla polizia politica. Io e le altre inorridimmo, ma che cosa terribile!. Le tre ragazze americane risposero tutte giulive, Oh, e' stato cosi' interessante! . La repressione come attrazione turistica: e queste erano studentesse di scienze politiche! La superficialita', il distacco, l'ignoranza di queste ragazze mi fece disamorare dell'America in un secondo. Non sono mai riuscita a recuperare.

Quattro luglio, festa dell'Indipendenza. Nel cosiddetto centro di Highlands Ranch si festeggia. Sotto il sole africano, cammino in perfetta solitudine verso il Town Center: un centro commerciale, quattro negozi, forse un ufficio o due: architettonicamente parlando, il Serravalle Outlet in confronto e' un pregevole esempio di stile neorinascimentale. Banchetti vari, il partito repubblicano, quello democratico, il canile locale, bevande (se alcooliche, bisogna chiedere il documento - lo hanno fatto anche con me in hotel, stavo rotolando dalle risate), giochetti da fiera. Un gruppo suona, un po' di soul, un po' di rock, un po' di tutto. Il caldo e' implacabile, cerco un angolino di ombra per stare ad ascoltare. Tutto intorno, un popolo di camperisti: shorts, flipflops, cappelli di paglia. Sono esseri umani, dividiamo lo stesso DNA, ma non riconosco il loro odore, non li sento vicini, sono ultracorpi che solo per incidente sembrano simili a me. Non capisco i loro modi, la competizione a chi mangia piu' hot dogs, la loro enfasi, la loro ostentata amichevolezza. Non avverto una profondita' dietro ai loro occhi - cosa ho in comune con questa gente di Highlands Ranch, che gia' alle tre del pomeriggio si riserva uno spazio con le coperte, per avere il punto di posservazione privilegiato per i fuochi di artificio che ci saranno solo alle nove di sera? di cosa potremmo parlare? cosa potremmo condividere? le quantita' sproporzionate di cibo che vengono servite nei ristoranti? le ciacole sulle imprese del baseball? potremmo parlare di quanto carburante consumano i loro pickups e cosa voglia dire essere sostenibili?
Ultracorpi - le loro orbite vuote non si fissano su di me e, indenne, mi allontano e cerco di nuovo rifugio in hotel.

martedì 5 luglio 2011

4 Luglio, nel mezzo del nulla.

Un cane della prateria!

lunedì 4 luglio 2011

L'ultimo matrimonio della mia vita

Io e il matrimonio non siamo particolarmente compatibili - ma trovo comunque giusto condividere la festa con chi la pensa diversamente, per testimoniare tutto il mio supporto e per partecipare alla gioia degli sposi. Che poi senta il prepotente istinto di contundere il sacerdote officiante con una scarpa, quando si mette a fare lo spiritoso durante l'omelia sull'eta' degli sposi o sulla fretta della sposa, beh, quello e' un mio problema, che risolvero' astenenedomi dai matrimoni (soprattutto religiosi) in futuro.
D'altra parte, e' stata una bellissima giornata, per tanti motivi.
Prima di tutto, e' bello vedere due persone felici. La sposa si e' presentata con quindici minuti di anticipo, ma d'altra parte penso che la sua fretta sia ben giustificata: lo sposo e' sicuramente uno dei pochi uomini decenti che abbia mai incontrato nella mia vita - e sicuramente l'unico degno di questo nome con cui abbia avuto una frequentazione significativa. Ben fatto, Federica!
Sulla sposa non ho elementi, non essendoci viste piu' di una manciata di volte, ma se e' stata scelta da Robi, mi fido sulla parola. Inoltre, se per caso si sognasse di renderlo infelice, beh, e' meglio che dorma preoccupata. Se invece si prendera' cura di lui e lo rendera' l'uomo fortunato che merita di essere, avra' per sempre la mia gratitudine.
Sono stata poi particolarmente felice di rivedere Mariasole e Martina, che erano solo bambine l'ultima volta che ci siamo viste. Ora sono delle donne e spero proprio di non perdere i contatti di nuovo.
La testimone dello sposo, con Ciocia!
Rosie e Olindo, driver per caso

Con il dojo

A imperitura memoria...

... del mio Glamazon Bandage Dress, by Karen Millen. A me, piace.

Prometto di caricare anche qualche foto del lato B, per completezza.

Denver: spiegatemi il senso

Eccomi in quel di Denver e, si', avevo indovinato, il mio capo conta di lavorare in hotel tutto domani, Festa dell'Indipendenza, e mi ha gia' dato del lavoro da fare - se riusciremo a vedere i fuochi d'artificio, gia' sara' tanto. Siamo arrivati qui con il piu' sconclusionato dei tassisti, che alla fine non ha accettato la carta di credito e ha drenato i miei preziosi contanti, pensando per giunta che gli avrei lasciato 12 dollari di mancia: ma scherziamo?
Beh, sono qui per lavorare, mica a pettinare le bambole, quindi va bene anche cosi' - ma qualcuno deve spiegarmi perche' fondare una citta' nel bel mezzo del niente, in mezzo allo stato piu' squadrato e vuoto che ci sia. In verita', faccio fatica a capire il senso di tutto Questo Grande Paese, quindi dovrei smetterla di farmi domande oziose, del tipo, ma come si fa ad essere pazzi per gli Stati Uniti? fra New York e San Francisco mi pare che ci sia una distesa di totale NULLA.