sabato 21 marzo 2020

Le liste

E' troppo presto per cominciare a fare le liste? Ribadisco di stare bene, quindi forse è prematuro ricorrere a questo espediente, che è un vero toccasana in tempi di crisi (si ascolti My Favourite Things). Tuttavia potrebbe essere interessante vedere come le liste possano cambiare, di settimana in settimana. La situazione cambia di giorno in giorno, è ragionevole pensare che le liste si allunghino e si accorcino di conseguenza.

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La prima lista è ovviamente quella delle cose che farò non appena sarà tutto finito:
  • Correre a Bologna per vedere i miei: ci voglio stare non meno di un mese, per godermi i miei, la mia casa, la mia Bologna.
  • Organizzare almeno una settimana a Milano: vedere gli amici, fare kendo, andare a vedere i musei che non ho visto mai e rivedere quelli che ho visitato da ragazzina.
  • Preparare l'on-the-road con Chiara, da Genova a Trieste: attraversare l'Italia lentamente, visitare tutte le città con agio, per riempirmene gli occhi, per assaggiare tutti piatti tipici.
  • Vedere un torneo di Sumo dal vivo, ad Osaka, possibilmente con qualche appassionato che possa spiegarmi le sottigliezze.
Non riesco ad immaginare niente altro, mentre Conte annuncia la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali. Se c'è la salute, c'è tutto. Tutto il resto sono dettagli.

martedì 17 marzo 2020

Quarantena

Quale migliore momento per riprendere in mano il mio blog??
Sono stata silenziosa, forse? non proprio, perchè su Facebook ho imperversato in lungo e in largo. Sono stata impegnata, certo, e negli ultimi due anni anche talmente piena di rabbia che davvero non avevo niente di buono o di bello da scrivere. Forse le cose vanno meglio ora?

Ma proprio no. Siamo nel mezzo della pandemia che tutti aspettavano (e per cui il mondo proprio non si è preparato - una specie di deficienti, siamo) e quindi tutte le antiche suggestioni de I Sopravvissuti o de The Andromeda Strain o di Cassandra Crossing sono diventate di un tratto realtà. Benvenuti nel 2020, anno bisesto e funesto se mai ce ne furono. Da luglio non avrò un lavoro, perchè per l'ennesima volta una riorganizzazione aziendale ha pensato bene di mettermi nella lista degli expendables. Sono chiusa in quarantena a casa, niente kendo perchè tutte le palestre sono chiuse e là fuori il mondo sta diventando progressivamente più bizzarro/pericoloso/incomprensibile. 

Tuttavia sto bene. Ho la mia casa, il mio giardino e la mia connessione internet. La dispensa è piena (ho comunque il mio Jumbo vicino, da frequentare il meno possibile e con tutte le cautele - fra una settimana o due), posso chattare, videochiamare, tenermi al corrente - anche lavorare per una azienda immeritevole, ma questo ancora per pochissimo.
Finchè so che i miei sono al sicuro, anche io mi sento al sicuro, anche se vedo davanti mesi di guai e pasticci.

Mi manca paradossalmente l'Italia, il posto dove nessuno vorrebbe essere di questi tempi. Anche se volessi partire domani, non potrei. Se ci arrivassi, dovrei chiudermi in casa - in quarantena prima, per proteggermi dopo. Ma almeno sarei vicino, in termini relativi, ai miei. Comunque è ozioso desiderare, perchè tanto non posso avvicinarmi.

Quindi bisogna pensare al futuro, a quando tutto sarò finito - non mettiamoci una data, ma sappiamo che il giorno arriverà. Quando potrò tornare, cercherò di rimanere più a lungo del solito - e comincerò a costruire il mio ritorno in Italia. Non sarà immediato, ma è ora di cominciare a metterlo sull'orizzonte. Stiamo parlando di anni, ma si sa, man mano si invecchia gli anni cominciano ad accelerare e 10 volano come se fossero 2...