domenica 26 gennaio 2014

Fine settimana di compleanno

Parliamo quindi di downsizing.... essendo il mio compleanno appropriatamente caduto di venerdì, sabato e domenica sono stati dedicati ad attività di celebrazione. Un po' a modo mio, come al solito.
Sabato mattina sono andata (un po' avventurosamente, in bici, in autobus e con un bel tocco a piedi) ad un allenamento della Jitsugyodan Kendo Renmei (la Federazione che raggruppa i club aziendali di Kendo), naturalmente essendo in forze alla mia azienda. Ho trovato solamente il mio collega Tsujimoto, ma seminario di arbitraggio e jigeiko sono stati comunque valevoli la fatica. Tuttavia l'appetito non mi era ancora passato e quindi sono andata a fare un paio di orette di allenamento anche al pomeriggio al mio club.
Tornata a casa, via al supermercato a fare incetta di sashimi. Cena deliziosa. Ho fatto un tentativo di vedere Casablanca, che Dina mi ha regalato. Sono crollata prima ancora che Ingrid Bergman facesse la sua entrata in scena.
Domenica mattina ad impigrire a letto. Pranzo prestino e poi fuori in bici, freddo ma c'è il sole. Volevo regalarmi qualcosa - diciamo che la mia bicicletta rosso Ferrari è già un bel regalo (l'ho presa di seconda mano, ad un prezzo più basso di quello che mi sarebbe costato affittarne una fino a settembre), ma essendo un genere di prima necessità, ho pensato che avrei dovuto concedermi qualche lusso.


Prima ho pensato di regalarmi 1000 yen di stupidaggini ad un hyakuen shop. Come dice il nome, questi negozi vendono tutto a 100 yen, quindi avrei potuto regalarmi dieci cose: matite colorate, un quaderno, gancetti adesivi, cucchiai di legno, asciugamani, ferri da calza e gomitoli... invece ho desistito e mi sono diretta al cinema di Nijo.
Ho visto Gravity (sei meno meno, tutto sommato), sgranocchiando Coca e popcorn, poi all'uscita mi sono comprata i bigne al cioccolato di Hirota e le trecce di pasta da bomboloni, tutte belle inzuccherate! Ovviamente non mi sono sbaffata tutto, ma sono stati degli ottimi dessert dopo cena.
Poi, la solita vita: il bucato, le telefonate con l'Italia, una chat con il Kazakistan e il kabuki in TV.

sabato 25 gennaio 2014

Change management



Solo un anno fa festeggiavo il mio compleanno a Utrecht, con amici olandesi greci italiani intorno, Non era il mio migliore momento, perchè zoppicavo ancora, ma la serata in sé è stata indimenticabile, per molte ottime ragioni. L'anno scorso sono riuscita a festeggiare il mio compleanno a tempo pieno per 8 mesi consecutivi, direi che non sia stato un brutto andare. Prima o poi, però, bisogna tornare a lavorare duro ed io ho pensato bene di farlo in Giappone.
Quindi anche il compleanno ha dovuto cambiare registro. Ho lavorato tutto il giorno, l'unico momento celebratorio è stata la distribuzione di Rocher a tutti i colleghi e Happy Birthday to you cantato dal reparto Contabilità.
Dopo il lavoro però sono uscita a cena con Yu Bo, Svedese, e sua moglie Nozomi, Giapponese, (Yu Bo è il mio senpai in ufficio, nonchè mio vicino di casa), con Florian, Tedesco, che arrivava dritto dalla Università di Kyoto, e con Alessandra, Italiana, che arrivava da Osaka. La varietà non ci manca.
Amici nuovi, davvero, visto che non conoscevo nessuno di loro prima del settembre scorso - ma è stato bello avere persone gentili e simpatiche intorno per una scorpacciata di yakitori.

Indovinate come è nato il gioco che chiamiamo "Shanghai"...

Poi naturalmente ci sono Facebook, Skype, Linkedin, gli SMS sul cellulare, le mail... non mi ci metto più a contare le persone che mi mandano gli auguri, ma è sempre bello essere investiti da questa ondata di messaggi, alcuni di circostanza, altri più sentiti. Poi c'è sempre qualcuno che manca all'appello e ti domandi...

Una nota pratica: ora ho un numero di telefono giapponese utilizzabile (l'ho ricaricato, finalmente) - se qualcuno lo volesse per contattarmi più facilmente, basta scrivermi una mail o un commento qui sul blog. Non mi sembra il caso di spargerlo a pioggia.

mercoledì 15 gennaio 2014

Signor G. mi manchi

E' proprio vero che non si può essere mai contenti. In un momento in cui intrattengo le migliori frequentazioni possibili con il signor K, mi punge vaghezza di ricordare con abbandono i rapporti interrotti con il signor G. Suona ironico, perchè del signor G. qui si parla ovunque, è costantemente in televisione e questo non ha fatto altro che acuire la nostalgia delle nostre belle passeggiate al Kromme Rijn o sugli straordinari percorsi italiani, come l'Acqusanta o le Robinie. Se poi penso che quando lo rivedrò io gli correrò incontro piena di entusiasmo e di desiderio e lui mi ricambierà con beffarda freddezza! Rabbrividisco già al pensiero del primo score dopo questo raincheck.
D'altra parte, da chi, come me, è fatalmente attratta dalle relazioni basate sulla frustrazione, non ci si può aspettare altro che questa ansiosa aspettativa di una desolata delusione...



sabato 11 gennaio 2014

Jet lag profondo

Credo di aver battuto ogni record, dormendo quasi interrottamente - ovviamente dopo aver passato una notte di sole quattro ore di sonno. Il jet lag sta picchiando duro. Poi ci sarà di mezzo il cambio di temperatura e la consueta agitazione, ma davanti alla prospettiva di farmi un'altra notte scombussolata non è che sia così felice. Spero che con domani qualcosa cominci ad aggiustarsi, mettendoci anche un allenamento dall'una alle tre del pomeriggio.

Nell'unico break che mi sono imposta, quasi con la violenza, sono uscita nel sole del primo pomeriggio. Un'oretta, ben imbacuccata. Intanto dovevo completare la spesa - ora frigorifero e dispensa sono pieni, per qualche giorno posso anche permettermi di improvvisare pranzo e cena senza troppo pianificare.

Un atto dovuto, poi, è stata la visita al Seimei Jinja, per celebrare l'inizio dell'anno alla giapponese. Dopo un po' di incertezza ho optato per il santuario Shinto "di quartiere", non solo perchè è davvero vicino, ma anche perchè è stato fondato nell'era Heian, per ricordare il grande mago Abe no Seimei, uno di quegli indovini che rendevano la vita ad Heian-kyo un continuo labirinto di direzioni proibite e di date sfavorevoli. Era esorcista ed astrologo - ed era specializzato nel predire il sesso dei nascituri e nel ritrovare gli oggetti smarriti. Una figura positiva e potente, addirittura figlio di un uomo e di uno Spirito Volpe, quindi semi-umano!
Ho seguito il rituale per bene, dalla purificazione di mani e bocca, all'offerta rituale con campanaccio, inchini e battute di mani, dall'acquisto di un omamori, alla lettura del mio destino per l'anno, che è venuto fuori come DAI- KICHI, grande benedizione!







Sono poi tornata a casa per soccombere di nuovo al sonno, per finire il sashimi che avevo in frigorifero e per cercare di stare sveglia almeno fin oltre mezzanotte... vedremo come va stanotte!

venerdì 10 gennaio 2014

Rush

No, non è una foto d'epoca - ma lo si capisce solo perchè c'è Vincent Riotta...




Non ho potuto aspettare fino a febbraio per vederlo al cinema in Giappone. Andrò sicuramente a rivederlo sul grande schermo, ma durante il volo da Helsinki a Nagoya, Rush era disponibile e l'ho guardato.
Non riesco ancora a staccare la testa e il cuore da questo film, sul quale si può dire qualunque cosa, ma che mi ha riportato indietro nel tempo e nelle emozioni in un modo che mi ha quasi scioccato.
La prima osservazione è che mi duole immensamente per chi non lo avesse visto nella versione originale non doppiata. L'attore che interpreta Niki è talmente straordinario anche nel replicare la postura, la voce e l'inflessione da far pensare a una reincarnazione. L'accento purtroppo sparisce completamente nel doppiaggio italiano  (sì, ne ho visto anche un pezzetto nella versione italiana, per farmi un'idea). Immagino che per le generazioni che non hanno respirato aria e Ferrari come me il dettaglio dell'accento sia secondario, ma per me invece è parte integrante di questo tuffo nel passato, non solo storico, ma anche emotivo.
Sono rimasta allibita nel sentire risorgere inalterate le stesse emozioni - cielo, io c'ero, negli anni Settanta, e ho vissuto gli eventi narrati nel film come se non esistesse nient'altro che la Formula Uno, la Ferrari e Niki Lauda nella mia vita.
La forza dell'antipatia, o forse è più corretto dire proprio ODIO, che nutrivo nei confronti di James Hunt e della MacLaren mi ha ripreso alla gola come se non fosse passato un solo giorno. L'angoscia per Niki in ospedale, la gioia selvaggia per il suo ritorno a Monza e l'abissale tristezza per il suo ritiro al Fuji si sono riproposte intatte. Non dimenticherò mai quella levataccia per vedere il Gran Premio del Giappone.
Avevo quasi paura di guardare, per timore proprio di rimanere squarciata dalla ricostruzione (fedele o infedele che fosse) di quegli eventi che hanno contato così tanto per me. Il risultato mi ha sorpreso in positivo, anche se si potrebbero muovere degli appunti su alcune scelte di Ron Howard. La parte della storia che ha voluto raccontare l'ha raccontata divinamente: forse io avrei voluto che fosse espansa, ma più per la brama di rivivere quei giorni, che non per l'economia della vicenda. Un po' di italiano broccolino in meno avrebbe giovato, ma sono solo sprazzi qua e là, nel complesso si sente anche qualche frase sensata in italiano autentico.
La ricostruzione è davvero vicina alla perfezione: il casting è straordinario: Marlene, il Drake - manca Forghieri, sostituito da un appesantito Vincent Riotta: amo l'attore, ma non capisco chi volesse essere. Montezemolo è troppo alto nel film, e fortunatamente quasi muto. La fotografia è azzeccatissima, i costumi impeccabili (fino all'ultimo patch degli sponsor)... e le auto, mio Dio, le auto! Le divine 312 T2, le Tyrrell a sei ruote, le Lotus nella livrea JPS, la March arancione di Brambilla... Risentire poi tutti i nomi e rivedere i caschi, i cui colori conoscevo a memoria... un crepacuore continuo.)
D'altra parte un film è solo un film, anche se in casi come questi fa risuonare in me molto, molto di più.



sabato 4 gennaio 2014

2014

Natale è passato. Ho incontrato tutti gli amici e i parenti. Ho visto casa a Legnano. E' stato un bel Natale, come doveva essere.
Sono tornata in Olanda e, ohibò, mi è scoppiata l'influenza. Per fortuna ho qualche giorno per recuperare prima di partire per il Giappone.
Se domani riesco a rimettermi in piedi avrò tutto il tempo per fare quello che devo. Banca, ottico, valigie e quant'altro.
Per ora, rimango spalmata fra letto e divano combattendo la febbre come posso.