domenica 30 marzo 2014

Kyukyodo




Kyoto è la città delle arti tradizionali - e alcuni negozi sono in sé delle forme d'arte. A me conferiscono la stessa emozione, anche se magari non posso permettermi nulla di quello che vendono, non tanto perchè costino troppo, ma perchè non avrei un uso da farne.

Nella mia ricerca sui negozi che vendono incenso, avevo letto di Kyukyodo e ieri, durante un giretto di shopping presso uno dei miei negozi di souvenir preferiti, che si trova su una parallela di Teramachi, ho deciso di allungare la strada fino a Oike, solo per trovare questo posto.


Ora, Kyukyodo è un paradiso.
Vendono sì, incenso (tutte le forme, dai sachet a quello in bastoncini/spirali/coni da bruciare, e anche quello da ascoltare, con tutta l'infinita gamma di attrezzi in miniatura), ma quello che mi ha fatto veramente impazzire è la varietà di TUTTO il resto.
Tutto ciò che serve per lo Shodo - pennelli di tutte le misure, inchiostri, fermacarte, pietre per macinare l'inchiostro.... Ma anche timbri e sigilli
Tutte le varietà possibili di carta, quindi bigliettini di washi con motivi di ogni tipo, carte di tutti i colori e le consistenze. Cartoline, scatole di cartapesta, piccoli paraventi decorati e ovviamente carta per lo Shodo, con imparaticci da ricopiare per i principianti. Ventagli di carta bianca, su cui scrivere poesie... ovviamente carta per l'origami, che io non considero perchè non sopporto l'origami.
Tutto quel che serve per la cerimonia del tè (penso eccetto il the medesimo): strumenti e strumentini, scatole per la polvere di tè...

Il negozio era affollato, io avrei comprato tutto quello che c'era dentro, ma mi sono limitata ad un timbro (con fiori di glicine) e ad un tampone di inchiostro color lavanda. Lo userò come ex-libris, ma l'ho comprato più per "partecipare" che per necessità...







domenica 16 marzo 2014

Murin-an

Tornata dal Lago Biwa e non avendo nessuna voglia di stare a guardare un allenamento per ore senza potervi prendere parte, ho cercato qualche attività alternativa.
Dal Budo Center sono andata fino alla International Community House, che almeno offre un buon wifi gratuito, e da lì è stato facile decidere se visitare Murin-an, una residenza con giardino che si trova proprio accanto.
La casa è famosa perchè ci si tenne una conferenza di pace post guerra Russo-Giapponese. Era la casa di un diplomatico con un certo gusto per i bei giardini.


























Il ponte canterino

Il mio amico Maruyama (io lo chiamo Bro, lui mi chiama Sis) è una persona deliziosa. Mi ha fatto da garante con la mia azienda (così deve succedere, con almeno due cittadini giapponesi disponibili, per avere il contratto), è simpatico, sensibile e generoso. E' anche un pasticcione formidabile e davvero se non fosse perchè la testa è attaccata al collo... Sua moglie, glielo dico sempre, è una vera santa che raccglie i pezzi dove lui li semina.
Già in passato mi era capitato di prendere un appuntamento con lui per un allenamento e poi scoprire che tutti si sarebbero ritrovati tre ore dopo - in questo modo Maruyama mi ha devastato più di un sabato, facendomi fare levatacce assolutamente ingiustificate.
Questo sabato, di nuovo. Mi dice mi dice di essere alle 8,30 al Budo Center per un allenamento e per arbitrare una specie di pre-campionato studentesco. Scopro che sul posto che lui da solo è a quell'ora al Budo Center: tutto inizia non prima delle 13 e non c'è bisogno di arbitri.
Ora, visto l'ennesimo sabato devastato (sapendo che poi avrei avuto allenamento al mio club dale 17 alle 19,30), che cosa avrei dovuto pensare?
Maruyama però. sa come farsi perdonare. Mi ha fatto salire in auto e via che siamo andati verso il Lago Biwa.
Conosco il lago più perchè è citatissimo nel mio Genji Monogatari (e in tutta la letteratura Heian) che per il fatto che Otsu, sulle rive del lago, è la sede del centro di distribuzione della mia azienda (chatto tutti i giorni con Saeki-san, usando il mio giapponese primitivo che tuttavia lei capisce).
Il lago è in altura e per questo in epoca Meiji vennero costruiti un canale e un acquedotto che lo congiungevano a Kyoto.
Naturalmente l'immagine che ne avevo io era di struggente poesia - la realtà è un po' diversa, come tutto in Giappone.
La strada che abbiamo fatto per arrivare si arrampica fra le montagne: io pensavo i grandi carri tirati da bui che portavano dame e dignitari da Heian-kyo alle rive del lago. Ahimè, la strada è erta e stretta e non offre grandi spunti panoramici - il lago infine appare all'orizzonte ed è davvero sterminato. Occupa gran parte della Prefettura di Shiga - la Prefettura Liquida, dovrebbero chiamarla.
C'è un grande ponte che attraversa la "coda" del lago - Maruyama si è diretto verso il ponte ed una volta iniziato a percorrerlo mi ha fatto notare la segnaletica orizzontale di una delle corsie.
Una enorme nota musicale rossa. Uh? Che vuol dire mai? Maruyama mi ha fatto cenno di ascoltare: e il ponte ha cominciato a cantare.
Una sequenza struggente di note, una canzone malinconica - l'asfalto è inciso in modo da far vibrare le gomme, che a loro volta utilizzano le auto stesse come casse di risonanza. La Canzone del Lago Biwa vibra nello stomaco dei passeggeri, come se venisse da dentro e non da fuori. Chiunque abbia pensato una cosa simile è un vero poeta.
Abbiamo fatto solo una sosta brevissima per un paio di foto. Ma la Canzone del Lago mi rimarrà impressa per ben più a lungo!







Potete ascoltare anche voi...

http://www.youtube.com/watch?v=Mlv0apjv2ak