martedì 31 luglio 2012

Precipitare

Seduta ad aspettare le mie ospiti, mi lascio per un attimo andare a un momento di malinconia. Non ho un vero motivo per esserlo, ma è uno di quei momenti in cui il senso di proposito che di solito mi sostiene si indebolisce improvvisamente. Le mie ali perdono portanza, per così dire: mi sento irremediabilmente sola, priva di motivazioni e di interesse. Non so come mi possa succedere, ma esistono eventi che in un istante riescono a mandarmi in stallo - a volte non sono nemmeno eventi, ma aspettative frustrate di eventi immaginari. O, peggio, è la realtà che morde all'improvviso, secca e sterile come in verità è, priva di tutte le fioriture che ci disegno intorno quotidianamente.
So che sono momenti passeggeri - sopporto il peso che mi sento all'improvviso nelle ali, affronto la mancanza di respiro dei primi metri di avvitamento, precipito verso lo schianto con assoluta freddezza. Ecco, non so cosa sia peggio: se la freddezza o il panico. Magari, se sentissi una vera paura di cadere e sfracellarmi, farei qualche tentativo di chiedere aiuto, di aggrapparmi a qualche mano provvidenziale. Invece, vince il cupio dissolvi, mi lascio andare e aspetto quasi con sollievo l'impatto. Il quale non arriva, almeno, finora non è mai arrivato - potere dei sistemi di autopreservazione.
Fra poco sarò in compagnia di persone che mi vogliono bene - il combustibile ideale per il mio motore, che forse comincia a perdere colpi quando la distanza con le altre anime diventa intollerabile: quando essere estranea, per una volta, non mi cura, ma mi uccide.

1 commento:

Chiara ha detto...

Ti capisco,ed è strano come siano magari minuzie a farti precipitare, non magari eventi notevoli, ma dettagli casuali.
Non dimenticare, ad ogni buon conto, che ci sono tante persone che ti vogliono bene, magari non vicine fisicamente, ma che ti pensano e sono contente se ti sanno contenta. Gli altri, se ce ne sono, vanno rimossi dall'orizzonte emotivo (come se fosse facile...)
^_^.