giovedì 19 luglio 2012

Kiloran Bay


Che giornata straordinaria !
Già è iniziata in un modo inusuale – ancora a letto, ecco che sento scrocchiarmi una spalla: l'equivalente di un colpo della strega, ma in formato ridotto e in un luogo insolito. Mi fa ancora male non so perchè. Decido ovviamente di ignorare l'accaduto, anche perchè ho promesso ai santi rematori di vederli partire al molo. Faccio colazione (non ho saputo resistere alle salsiccie), mi bardo come un palombaro e mi avvio. Piove a dirotto e continuerà a farlo tutto il giorno. I santi rematori sono già pronti e attrezzati di tutto punto, diciamo che non si tratta di un saluto straziante, ma certo fa uno strano, surreale effetto vederli partire remando alla volta di Mull. Il produttore della BBC che rimane sul molo (deve prendersi cura delle batterie delle telecamere, li raggiungerà domani) mi racconta che di tanto in tanto i prodi santi si mettono a cantare e così facendo battono la fatica, la pioggia e il vento contrario. I miracoli della fede.




Il piano per la giornata prevede un bella camminata fino a Colonsay House, quindi fino a Kiloran Bay, ma la pioggia è così fitta che decido di tornare in hotel, asciugarmi un po' e aspettare fino al pomeriggio.
Nella biblioteca dove mi sistemo siedono la signora con cui avevo conversato ieri e una ragazza intenta al suo iPad. Chiedo alla signora se davvero oggi partono, il marito interviene e mi chiede dei miei spostamenti – gli racconto dei miei piani e dei miei dubbi riguardo la pioggia. La ragazza dell'iPad interviene e mi dice che lei (Jeanne), la madre (Moo) e la loro guida (Ed) hanno più o meno gli stessi programmi e che un ragazzo dell'hotel darà loro un passaggio in auto verso Colonsay House. Stringendosi un po' c'è posto anche per me e così mi aggrego. Decisione molto appropriata.





A Colonsay House i giardini meritano una visita, ma il piccolo ristorante / caffè molto di più. La signora in carico della cucina stava impastando gli scones e una incredibile varietà di torte era già in mostra. Due minuti a spasso in giardino e via dentro al caffè all'asciutto: caffè, scones, panna e marmellata di uva spina: sembra un favola, ma è tutto vero,  ha davvero il sapore di una favola.
La pioggia scende ininterrotta, il mio ombrellino olandese è già inservibile, ma l'equipaggiamento da golfista irriducibile fa egregiamente il suo lavoro: sono ragionevolmente asciutta e anzi traggo un certo piacere da questa situazione. Non avrei mai immaginato che starsene all'aperto sotto al diluvio potesse essere così di soddisfazione.
Partiamo alla volta di Kiloran Bay, che è davvero vicina. E davvero lo spettacolo merita: la spiaggia è dorata, in contrasto con le spiagge bianche di ieri, nonostante il cielo grigio è una gioia poter correre sulla sabbia, siamo le uniche anime vive intorno e il panorama è devvero straordinario: un torrente si riversa in mare giusto dietro la spiaggia, rocce grigie nere e rosse separano Kiloran Bay da un'altra piccola spiaggia che, come Ed racconta, era in origine la caldera di un piccolo vulcano. Il posto non è solamente affascinate, ma è anche geologicamente ricchissimo. Ci arrampichiamo sugli scogli per raggiungere un paio di grotte a lato della spiaggia, poi stanchissimi, ma veramente appagati, ce ne torniamo a Colonsay House dove ci aspettano una deliziosa zuppa calda e i dolci fatti in casa.
Facciamo un giro più ampio dei giardini e alle cinque ripartiamo con lo stesso ragazzo che ci aveva accompagnato. In hotel mi tuffo in a vasca di acqua bollente, dormo un'oretta e sono pronta per la cena in compagnia di Moo, Jeanne ed Ed. Davvero una giornata fantastica, grazie a compagni di avventure disponibili e interessanti.
Domani, Oronsay. Ma quella è un'altra storia e andrà raccontata un'altra volta.




Jeanne

Moo

Ed, molto, molto bagnato


1 commento:

Chiara ha detto...

Sembra bellissimo. Ma, foto? non hai fatto foto? ^_^