lunedì 16 luglio 2012

Colonsay

Trenta anni fa avevo strappato una pagina da una rivista a casa di Judith, probabilmente dall'Observer, perchè avevo visto un luogo che mi aveva colpito: una grande spiaggia bianca, su un'isola piccola piccola. Eccomi qua, a Colonsay.
L'isola è come me l'aspettavo: rocce che emergono dal mare, coperte di felci, di digitali e di erba, qualche casa di sasso, il porto e poco altro. Domani vedrò l'altro lato, per ora il tempo è impeccabile, ma si sa che in mezzo a questo mare il tempo cambia in fretta.
Il viaggio da Edimburgo ad Oban è stato relativamente tranquillo: una volte che l'autista mi ha rassicurato riguardo alla coincidenza (il bus successivo mi stava già aspettando), le tre ore di viaggio sono passate quiete, man mano che il paesaggio si faceva un po' più scozzese. Qualche passaggio un po' arduo (su un ponte di pietra appoggiato su una cascata, una curva che è costata uno specchietto al bus), ma tutto sommato nulla da rilevare.
Oban è una città di mare graziosa, ma mi riservo di vederla un po' meglio al mio ritorno, distilleria inclusa (un amico mi ha già fatto un ordine, sarò certa di non mancare...). Ho fatto il biglietto al terminal e poi ho mangiato in un pub, facendo poi seguire un delizioso cream tea.
Il viaggio da Oban a Colonsay dura due ore e mezzo, ma la terra è sempre in vista. Questo rende spettacolare la traversata, specialmente in giornate gloriose di sole come quella di oggi. Ho fatto mille foto e quando Scalasaig finalmente si è fatta visibile, non ho potuto fare a meno di sorridere.
In dieci minuti ero all'hotel. La mia cameretta è semplice, il mio bagno è lungo il corridoio. Il ristorante offre piatti eccellenti... anzi, dovrò stare attenta, le calorie e i grassi qui spingono davvero forte. Qualcuna delle prossime sere un po' di digiuno non potrà che farmi bene.







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