domenica 1 luglio 2012

Cronaca di un birdie



Ho spacchettato il mio legno tre Spalding.  Stranamente, mi e’ piaciuto subito. Annemieke ha visto che lo avevo nella sacca e mi ha subito chiesto di usarlo per qualche buca del campo “grande”.
Ho promesso di parlarle olandese, una volta passato il GVB e cosi’ ho fatto. Doppio esercizio, in questo modo.
Bene, buca uno, par quattro. Annemieke mi suggerisce di verificare l’altezza del tee: ne ho giusto uno bello lungo che va bene per il legno 3. Sono cosi’ sicura che pasticcero’, che davvero nemmeno mi preoccupo, perche’ no, usiamo pure un bastone che ho appena tirato fuori dal cellophane.
Ok, tiro. E chi ha visto la palla? Ma la faccia di Annemieke e’ sbalordita: la palla a quanto pare ha volato benissimo e si e’ posata perfettamente al centro del fairway: e li’ la troviamo, Annemieke e’ davvero sorpresa ed io piu’ di lei.
Bene, adesso ci sta ancora un ferro cinque. Piu’ familiare, certo, ma comunque con tutte le slice che taglio, gli airshots... Ok, colpisco la palla e questa volta la vedo volare: atterra a sessanta  centimentri dalla buca.
Arriviamo ridendo al green, e’ un colpetto facile, ma non voglio correre rischi: mi tolgo il guanto, studio la linea del putt. Via, buca in tre. Birdie. Il primo della mia vita su un campo championship.
Le buche seguenti non sono state cosi brillanti, ma ancora qualche bel drive, qualche bel putt difficile (comincio a capire qualcosa su come si muovono i green). I miei ferri nuovi funzionano bene. E ho scoperto il mio negletto legno tre del mio mezzo set Spalding, che non aspettava altro che regalarmi il mio primo birdie.
The sky is the limit.

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