mercoledì 30 gennaio 2013

Le cose che devono finire

Che odore ha la fine delle cose? sa di muffa, come gli avanzi dimenticati sul fondo della dispensa, destinati alla spazzatura prima ancora di essere stati assaggiati? o ha il profumo tentatore dei cibi negati da una improvvisa allergia perniciosa o da una dieta feroce?
Non saprei, gli aromi sono diversi, si confondono e diventano irriconoscibili. Posso provare ad ipotizzare, in questo momento in cui così tanti cicli stanno per terminare.

L'odore della libertà può essere solo inebriante. Nel momento in cui firmerò la proposta che terminerà il mio rapporto di lavoro (chissà quando questo avverrà sul serio), certamente l'aria odorerà di primavera, di terre esotiche, di spezie deliziose. Non vedo l'ora di annusare quel profumo, perchè adesso avverto solo quello del napalm - quello che passerei volentieri addosso al mio capo, ma anche alle illusioni che mi ero fatta di aver trovato una nuova fedeltà verso una azienda che invece mi ha proprio deluso (profumo di consolazione, qui, perchè tanto il Grande Amore della Mia Vita, aziendalmente parlando, l'ho già avuto, tutto il resto sono solo relazioni utilitarie, anzi, mercenarie).

L'odore della guarigione e della fine dell'immobilità? Mmm, l'ineffabile tanfo degli spogliatoi, del sudore che intride l'indaco - ma anche l'olezzo sottile della brezza tiepida, dopo tanti giorni in casa, a contemplare il disgelo dal sofà.

L'odore di un addio, quale potrà mai essere? Agrodolce, o forse salmastro come il mare, quando si salutano persone che hanno lasciato un ricordo speciale, per un passaggio tanto veloce e vago. Per fortuna, io non dimentico mai - rapido, ma indelebile. Godspeed...

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