lunedì 11 giugno 2012

Toccare il divano

Un altro touch and go, fra Oslo e Barcellona, ma prima di Francoforte. Poi starò un pochino a casa, prima di Dubai. Leggo tutto ciò e quello che leggo mi piace. Moving is living, come dice il mio alter ego.

Quando potrò usare i miei bastoni da golf Wilson, nuovi fiammanti? così lucidi ed ordinati nella mia sacca lavanda, tutta bella sussiegosa sul nuovo trolley che non ha ancora assaggiato un metro di prato? Mmm, provo un brivido al pensiero di trovarmi sul driving range e vedere se i nuovi attrezzi faranno qualche differenza per il mio gioco. Chissà perchè, sono convinta che adesso potrà andare solo di bene in meglio - rimuovendo i ricordi imbarazzanti di troppi slice e troppi airshots dalla mente... Inoltre ora potrò finalmente accettare tutti gli inviti, interi e per metà, che ho ricevuto da amici e conoscenti. Sono attrezzata, aspetto il mio tesserino ufficiale, ma già la lettera del mio club mi qualifica: sono una golfista "grande", ormai, e lo dico con la stessa sicumera con cui a dieci anni pretendevo le chiavi di casa. Diciamo che il resto l'ho capito meglio un po' dopo.

Ma non è che io capisca proprio tutto. Per quanto abbia assoluta certezza che esistano ben pochi argomenti che io non possa affrontare ed eventualmente padroneggiare applicandomi, la natura umana continua a lasciarmi perplessa, sia sulla motivazione dei miei comportamenti, sia nella lettura di quelli altrui.
Probabilmente, sovrasemplifico troppo. O forse sovracomplico. Se fossi davvero intelligente, soprassiederei.
Invece, come una carpa (animale notoriamente poco sveglio, che sguazza in due dita d'acqua, nella mota), abbocco alla più banale delle provocazioni e mi lascio tirare in lungo e in largo da ogni pescatore capriccioso. I comportamenti che NON CAPISCO hanno un perverso potere di attrazione su di me - come se dovessero essere il risultato di qualche teorema da dimostrare. Invece di scrollare le spalle e passare oltre, mi avvito alla ricerca dei paradigmi, dei meccanismi, delle soluzioni. John Nash, un altro alter ego.
A portare un afflato di novità rispetto al passato, ecco che adesso mi guardo sbalordita e persino riesco a strapparmi via all'ossessione del momento. Non riesco farlo con amoroso affetto, ma piuttosto come farei con una sorella scema, mi tiro per le trecce e mi costringo a pensare ad altro, incredula per come certi schemi agiscano su di me con perversa regolarità.
Un cosa ho capito: vorrei poter avere sempre il mio miglior umore e contagiare con esso tutte le persone che conosco che ne hanno un disperato bisogno. Peccato che ogni tanto avrei IO bisogno di essere contagiata, ma, ahimè, sembra che io sia sempre chiusa in una clean room, quando ne avrei bisogno. Untori, dove siete?
Ho  in mente talmente tante cose belle che vorrei fare! Vorrei essere il Luna Park di qualcuno che abbia voglia di seguirmi ! A volte mi pare di avere in tasca la ricetta per la felicità, ma mai che qualcuno mi chieda di cucinare. E così mi faccio un piatto di pasta scotta e rimango a domandarmi perchè.

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