lunedì 11 giugno 2012

Oslo

Ho messo piede in Norvegia - ospite riverita ed onorata, in qualità di arbitro dell'Oslo open di Kendo. Persone gentili ed ospitali, i Norvegesi. Come diceva un perfido Svedese, sembrano delfini, sempre sorridenti. Inoltre la loro lingua suona dolcissima. Io avevo in mente un popolo di vichingoni per giunta passati per gli esperimenti di eugenetica dei nazisti, invece sono un po' cicciottelli e rilassati. Che sorpresa.
Il cielo di Oslo è straordinario: in giugno la luce è interminabile, dà una forma strana di euforia. Un viaggio breve, ma che mi ha lasciato curiosa. Penso che ci tornerò.












2 commenti:

Paolo Grazioso ha detto...

Cos'è l'edificio delle foto 9-10? La nuova sede del museo delle navi vichinghe?

La lingua norvegese è davvero molto dolce e musicale: scritta è molto simile allo svedese, ma nel parlato le mancano i suoni gutturali che rendono quest'ultima una lingua ostica e difficilissima da pronunciare oltre che da capire.

In realtà la lingua norvegese sono due: Bokmål (="lingua del libro") e Nynorsk (="neonorvegese"). La prima è la lingua "colta" che ha forti influenze danesi, la seconda è la lingua "del popolo", che fu sviluppata circa un secolo fa (mi pare) unificando e sistematizzando le grafie e le pronuncie di dialetti autoctoni soprattutto dell'ovest della Norvegia.

Il Nynorsk è parlato da un 20-25% dei norvegesi (soprattutto nella zona dei fiordi occidentali); al mio orecchio le due lingue sono indistinguibili, mentre nella grafia si notano molte differenze: ad esempio Norge (BM) diventa Noreg (NN).

Luce interminabile quella di Oslo? Sì, ebbi anch'io la stessa impressione la prima volta che andai a Helsinki (suppergiù alla stessa latitudine) in giugno 1992.

Poi l'anno dopo andai in Islanda (appena sotto al Circolo Polare) e quello ancora dopo alle isole Lofoten ed alle Vesterålen (nel nord della Norvegia, ben oltre il Circolo Polare) ed il significato di "luce interminabile" fu da intendere in senso letterale.

Ciò che non cessa di stupirmi in quei paesi è la differenza abissale tra il loro aspetto estivo e quello invernale, che ho avuto modo di conoscere entrambi. Immaginati Oslo tra sei mesi, con un velo di ghiaccio sullo stesso porto che tu hai fotografato, e con la notte che cala alle tre del pomeriggio... sembra impossibile ma è così.

Donatella ha detto...

L'edificio bianco, tutto marmo di Carrara, e' la nuova Opera House. Ci si puo' camminare sopra, bellissima architettura abbagliante nel sole. So tutto sul Norvegese perche' la mia guida, Tina, e' una linguista tedesca che sta facendo il suo Master ad Oslo. Me ne sono andata e ho portato via il sole, mi ha scritto...