giovedì 31 ottobre 2013

Sfide

Per quanto io passi otto ore al giorno a scrivere in inglese, i miei datori di lavoro tengono particolarmente a farmi comunicare in giapponese. Se non lo faccio, dicono, sarò sempre un'ospite. Comunicare con chi, mi domando, visto che tutti sono testa giù a fare le loro cose. Ma occasionalmente devo parlare con i colleghi del magazzino, che se ne stanno sul Lago Biwa. Per ora la mia frontiera è la chat con la gentile signora delle spedizioni. Potendo scrivere e quindi usando Google translate, posso evitare buche. Va detto che io tengo particolarmente a fare bene il mio lavoro, non tanto a farlo diventare un esercizio linguistico, quindi non è che l'impegno per non fare errori possa venire meno, sostituito da un gioioso quanto sgrammaticato chiacchiericcio.
Comunque sia, devo cercare di essere educata e comprensibile e finora la signora del magazzino mi ha sempre risposto aggiungendo anche qualche smiley di incoraggiamento.
Oggi ho dovuto parlare con l'ufficio postale. Si trattava di organizzare il ritiro di un pacco.
Il capo mi ha detto come si dice "ritiro" per farmi passare l'interno corretto. Ma prima di arrivare a fare la famosa telefonata, la spedizione andava preparata, il pacco confezionato, l'etichetta dell'indirizzo compilata esattamente e il dannato telefono aziendale doveva sputare il numero memorizzato del suddetto ufficio.
I colleghi mi avevano detto, chiama quando siamo presenti noi. Io invece sono andata in un ufficio ormai vuoto e mi sono arrangiata. E' stato più facile del previsto, ma dovete immaginare il panico assoluto quando la signorina dall'altra parte del filo ti chiede qualcosa che grazie al cielo riesci ad interpretare come bango, ovvero numero....numero de che? per fortuna so che in Giappone il numero di telefono funge da localizzatore nei navigatori delle auto e quindi, più che pensare al numero cliente o al numero di colli o al numero dei nomi di Amida Buddha, capisco che vogliono il telefono e una volta datolo, pace.
Cosa c'è di difficile in tutto ciò? Nulla. Ma di queste sfide minuscole devo affrontarne una decina al giorno - e non è che abbia avuto un onboarding da multinazionale, diciamolo pure! Sono praticamente produttiva dal giorno uno, e arrivo a fine giornata avendo completato i miei incarichi.
Oggi ho avuto persino tempo di completare un piccolo testo (una guida un po' scherzosa alla traslitterazione dei nomi stranieri in caratteri giapponesi) che chissà se verrà mai utilizzato... beh, prima o poi, se non lo useranno loro, qualcun altro lo farà.

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