lunedì 14 ottobre 2013

Arashiyama e tutto il resto

Ieri sono andata ad Arashiyama, praticamente periferia di Kyoto, nota per i suoi boschi di bambù, i templi e le scimmie. Io ci sono andata per due motivi: osservare i Giapponesi in vacanza e comprare qualche oggetto in un negozio che mi intrigava.
Arashiyama sarà presto un inferno, comparata a come l'ho trovata io: infatti ieri era una bella giornata di fine estate, non troppo calda e piacevolmente ventilata - la cittadina era affollata, ma l'attrazione principale non era ancora stata "installata": si tratta dei momiji, gli aceri che si trasformano in fiamma alla fine dell'autunno. Con il caldo che fa, secondo me sarà difficile vederli prima di novembre. Sono comunque il primo dei tre eventi che sto aspettando. Non voglio certo mancarli e di sicuro non avverrà: Kyoto è piena di aceri, come di ciliegi. Ad Arashiayama, visto che si trova fra le montagne (colline, via) l'effetto è normalmente moltiplicato e spettacolare. Ma non ieri.
Tanta gente: tutti soprattutto impegnati a mangiare. O a fare la fila davanti a un ristorante, o a mangiarsi un gelato - o una specialità giapponese che non mi vedrete mai provare: il Cetriolo Gelato sullo Stecco. Lo trovo vagamente osceno, ma magari avrei dei pregiudizi anche nei confronti del Calippo.
Tante persone, di tutte le età - le coppiette in yukata, le ragazze in gruppetti in kimono, tante persone di vecchiezza incredibile, bambini, scolaresche, il mondo. Tutti confluiscono ad Arashiyama con il treno (ci sono più stazioni che case) e si disperdono fra i bambù e i templi, oppure attraversano il ponte sul fiume. Credo che la gente che lo visiti sia la cosa più speciale del luogo. Io mi sono limitata ai boschi di bambù - ho schivato templi e scimmie - e poi ho cercato Ilaca, nome bizzarro per un negozio originale. Ne avevo letto più volte la pubblicità sui vari giornalucci per turisti. Mi aveva colpito il fatto che fossero specializzati in tegole.
I tetti delle case giapponesi tradizionali brillano di un grigio argenteo e le pendici e le sommità sono solitamente decorate con qualche motivo simbolico - quindi non si tratta solo di tegole, bensì di mascheroni apotropaici o fiori di loto o draghi. Ilaca, il cui business principale è appunto fare tetti, ha miniaturizzato alcune di queste sculture e ne ha fatto oggetti molto più trasportabili, fatti della stessa sostanza tattile e luccicante. Me ne sono venuta via con due oggettini minuscoli (e di gran lunga più leggeri di una tegola), due porta foto (li definisco così per mancanza di un termine migliore) che terrò sulla mia microscrivania del mio microappartamento per creare il mio microtokonoma personale.
Uno raffigura il drago: rappresenta l'augurio di prosperità e di fortuna in affari. L'altro la Nuvola dei Cinque Colori: le cinque felicità della vita: intelligenza, salute, ricchezza, longevità e una vita fruttuosa coronata da morte naturale. Mica paglia.

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