sabato 14 febbraio 2009

14 febbraio


Non sono mai stata una fan di San Valentino - anche quando non ero single, l'unico mentecatto che si ostinava a festeggiarlo era un individuo di cui spero ancora di leggere sul Carlino: "Improvvisa epidemia di Ebola stermina due famiglie" - o magari sul Lancet: "Deturpating terminal forms of testicle cancer - a case".
Ho trovato pero' divertente rimembrare alcuni San Valentino rigorosamente trascorsi con NON fidanzati - prevalentemente colleghi, in occasione di trasferte di progetto. Sto leggendo Europe, un bellissimo libro di Jan Morris, autore/autrice di Trieste or the meaning of nowhere. Visto che Trieste ricorre spesso (sono racconti di viaggio e il nostro/nostra ha avuto un indimenticabile periodo triestino, giusto alla fine della guerra), e' stato inevitabile associare San Valentino e Trieste. In particolare, una famosa cena lungo le Rive: io e un collega un po' in eta'... avevamo trovato una bettola simpatica - il solito vento freddo ci aveva consigliato di scegliere in fretta. La jota era squisita, ma il colpo basso fu il fisarmonicista, che ci fece la serenata per buona parte della cena. Un personaggio da Hemingway: un marinaio dai capelli e dalla barba bianchi - cantava in triestino e per fortuna non lo capivamo. Non sono mai riuscita a riprendermi dallo choc: costui aveva pensato che io stessi festeggiando San Valentino con questo signore che poteva essere mio padre? Santo Cielo, tornata al mio caro Jolly, mi tuffai in un bagno caldo per scaldarmi un po' - ma i brividi mi corrono ancora lungo la schiena al solo pensiero!

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