mercoledì 18 dicembre 2013

Helsinki. Lounge. Interno sera.


Il miglior volo della mia vita. Una intera Business Class quasi tutta per me, una disposizione dei sedili inedita, persino il finestrino nella toilette. Soprattutto la gioia vera di viaggiare Business senza una agenda di lavoro davanti e senza uno stronzo autentico di fianco, i.e. il mio ex manager..
Mi godo Wolverine Samurai, incredibilmente girato anche nel tempio di Shiba a Tokyo, che ho visitato tante mattine per avere l’ultimo sprazzo di Giappone negli occhi prima di prendere lo shuttle bus per Narita.
Torno in Europa felice di tornare, per vedere gli amici e la mia famiglia, mia madre e i miei fratelli. La mia casa, le mie case, le mie cose. Felice di trovare l’inverno, di ritrovare i canali di Utrecht, i portici di Bologna, l’enoteca di Legnano. Felice di ritrovare il mio golf, paradossalmente.
Ma poi felice di tornare, sapendo che non ho ancora finito in Giappone. No, non è il posto dove penso di trasferirmi, tranquilli, ma vorrei terminare quello che ho iniziato, un po’ per coerenza, un po’ perché penso di poter imparare un mestiere nuovo ed appetibile.
Ho scoperto con grande sorpresa, giusto ieri sera alla cena aziendale di fine anno, il Bonenkai, che uno dei maestri che ammiro di più al mondo (e che conosco da oltre venti anni), si è preso il disturbo di SCRIVERE UNA LETTERA al mio Presidente (che mi ha raccontato tutto ciò) per chiedere di me ed accertarsi che io stessi bene. Non sono gesti che si prendono alla leggera, è stato commovente, così come la telefonata in ufficio direttamente a me di un altro maestro molto caro. Evidentemente sto suscitando un po’ di scompiglio nella comunità dei miei amici e conoscenti. Forse non pensavano avrei retto alla vita lavorativa in Giappone. Quando ho detto ad una compagna di keiko che mia madre ha 94 anni ed è “a tough cookie”, mi ha detto, adesso capisco da chi hai preso tu. Non l’avevo mai vista in questo modo, ma sì, io sono figlia anche di mia madre, non solo di papà. Ci vuole un po’ a disfarmi, come testimoniano i risultati del checkup medico aziendale: a parte l’occhio destro, corretto malamente, per il resto ha avuto A su tutta la linea – calata 4 chili, un colesterolo mai così basso, il Giappone mi sta rendendo più forte, anche se non più ricca.
Cosa farò una volta in Europa? Mi immergerò voluttuosamente in formaggio di capra e salumi, pasta corta a fiumi e frutta frutta frutta, E vino, ma in compagnia di chi lo sa reggere.
Fumi è venuta all’aeroporto a salutarmi, le ho ammollato un intero trolley pesantissimo, tutti i miei libri e gli indumenti che probabilmente mi serviranno ancora. E’ una grande amica, è un privilegio conoscerla, e non è una scoperta di oggi. Un’altra persona che non vedo l’ora di rivedere è Alessandra, amica di recente data che abita a Osaka, ma con cui ho fatto un pomeriggio e una sera di chiacchiere piacevolissime. Anche Renato, sarà bello rivedersi per un keiko a Nanba.

Ma questo sarà a gennaio. Prima Natale, dove il Natale nel bene o nel male significa qualcosa. Tortellini soprattutto. E, non dimentichiamolo, ci sono ancora residui di Cinqueperdieci, che mi dovrà per amore o per forza accompagnare ancora per un po’….

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