mercoledì 25 settembre 2013

Termoregolazione

Se c'è una sola cosa sulla quale non riesco a trovare ancora pace qui in Giappone è la temperatura.
Prima di tutto, ecco la solita estate storicamente più calda del secolo o robe del genere. Siamo costantemente sopra i 30 gradi e senza condizionatore in certe ore del giorno non si vive.
In particolare, credo di aver perso totalmente il controllo della mia temperatura corporea: passo dal caldo al freddo nel giro di pochi minuti e soprattutto mi succede una cosa inaudita: sudo.
Ho cominciato anche io ad andare in giro come fanno qui, con un asciugamanino nella borsa.
Visto che l'isolamento non deve essere il forte del mio appartamento, basta spegnere per un minuto il condizionatore perchè la temperatura mi sembri subito soffocante. Vi assicuro, questo non concilia il sonno, ma peraltro sembra che qui io non abbia più bisogno di sei-sette ore di sonno. Viene chiaro alle cinque (diventa buio alle sei di sera), anche se mi metto la mascherina sugli occhi non c'è verso di dormire più di tanto. La cosa non pare influenzarmi particolarmente.
Il caldo incide anche sul mio appetito - ho la netta sensazione di mangiare meno di quanto facessi in Olanda e devo dire di essere proprio in ottima forma fisica. E per fortuna!

Va detto che qui, per un motivo o per l'altro, si è sempre di corsa.
Innanzi tutto, non esiste il concetto di orario flessibile. Se c'è qualcosa da sbrigare, c'è solo la pausa pranzo: e via di corsa in bici verso l'ufficio postale o la sede del municipio (che sono ovviamente chiusi al sabato, alla domenica e nei giorni festivi). tempo per mangiare poi non ce n'è più - o meglio, non rimane tempo per fare la spesa e portarsi qualcosa da mangiare in ufficio. Uscire dieci minuti, attraversare la strada, arraffare qualcosa al supermercato e rientrare? Non oso nemmeno chiedere se sia consentito. Caffè in ufficio? non pervenuto.
Si esce non prima delle diciotto - e tutti gli allenamenti sembrano iniziare alle diciannove. E via in bicicletta con il bougu sul portapacchi (con grave sprezzo del pericolo), fino alla fermata del bus, e poi di corsa a cambiarsi e a fare keiko. Per fortuna che spesso il mio amico Maruyama mi riporta a casa in auto (e rispetto a dove abita lui, io sto agli antipodi. E' davvero una persona gentilissima).
Non è da trascurare il fatto che in ufficio non posso comunicare con nessuno via mail o Facebook, quindi tutte le comunicazioni devono per forza avvenire fra il mio ritorno a casa e il momento in cui mi metto a dormire. Adesso ho iniziato la scuola: le lezioni iniziano alle diciotto e trenta... e via in bicicletta, naturalmente senza avere il tempo di mangiare alcunchè, a meno di fermarsi al konbini e comprare sandwich e onegiri... Insomma, chi si ferma è perduto.

Domani faccio trasloco. Speriamo che l'appartamento non riservi sorprese (dovrebbe essere del tutto simile a questo) - l'importante è che internet funzioni, poi per il resto dovrei essere più vicina alla scuola, a una fermata del bus o due in più e anche al dojo del venerdì mattina. Di poco più lontana dal lavoro, ma veramente si tratta di roba da poco. Basta pedalare.

1 commento:

LadyJack ha detto...

Vita un po' schizzata, ma interessante.
Tra un paio di mesi sarai così in forma da poter partecipare alle Olimpiadi... in qualunque disciplina!