lunedì 16 settembre 2013

Giorno di festa

E' il Giorno degli Anziani e non si lavora.
Ieri notte ha infuriato il tifone: pioggia e vento, che però non mi hanno fatto un baffo, visto che mi sto abituando a dormire con l'aria condizionata accesa (un abominio, per me, ma non se ne può fare a meno).

Oggi la giornata si è schiarita e ne ho approfittato per fare due belle passeggiate con la bici.

Kyoto è molto diversa da Roma, ma ne condivide una qualità: ad ogni angolo di strada, inaspettatamente, spunta un tempio o un santuario, talvolta di dimensioni enormi. Per quanto la meteorologia e la tettonica del Giappone non abbiano avuto molta misericordia del passato di Kyoto, ci sono comunque queste tracce imponenti dei lontani giorni in cui Kyoto più che una meta turistica era un centro di potere.

Io pedalo per le strade e conto: le ho conosciute tutte, leggendo il mio amato Genji Monogatari. Se Rokujō, la Sesta strada, adesso è solo una via minore, rispetto a quello stradone che invece è Gojō (la Quinta strada), io la guardo con occhi pieni di ammirazione ed affetto.

Il mio personaggio preferito del GenjiRokujō no miyasudokoro, prende il nome dalla strada in cui abitava - e lo stesso Genji finì per fissare la sua enorme dimora esattamente dove la Dama Rokujō aveva la sua residenza.
Quindi, mentre pedalo per Rokujō, sento un misto di reverenza e ammirazione, anche se sono solo i miei occhi che proiettano il mondo Heian sulla Kyoto di oggi.

Ci sono sempre elementi di sorpresa: qualche edificio nuovo e bizzarro (qui non ci si fa scrupoli a demolire e ricostruire, basta vedere che al posto di Maruzen, la migliore libreria di Kyoto, adesso c'è un cantiere) e poi il buffo Italiano Decorativo che sta spuntando qua e là.

L'Inglese Decorativo è un fenomeno che è già stato studiato, c'è stata l'ondata del Francese, adesso è l'ora dell'Italiano: una gioielleria che si chiama Veramore di Nucleo, un negozio di articoli per animali di nome Netto di Mammina, innumerevoli Osterie e Trattorie... l'Italiano è trendy - e naturalmente i Giapponesi sono altrettanto pessimi con la nostra lingua come lo sono con l'Inglese... ma tant'è, se trovo la De Cecco e le acciughe sott'olio (non me le posso onestamente permettere, quelle) è dovuto anche a questo interesse, per niente filologico, verso l'Italia.

Sono arrivata fino al Kamogawa, per vederlo gonfio d'acqua dopo il tifone. I poveri fidanzatini giapponesi, che siedono fianco a fianco tacendo e contemplando il fiume hanno perso per un po' il loro luogo d'elezione. Ci vorrà un po' perchè l'ondata di piena passi, ma è ancor caldo a sufficienza per stare fuori alla sera in maniche corte. 

Presto inizierà la scuola, vedremo.
















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