mercoledì 11 aprile 2012

Counting my blessings

Pasqua è passata. Quieta, fin troppo. Bella giornata di golf in un gran bel posto (dovrei dire con enfasi, "il mio primo giro sul campo dei grandi", ma in fondo mi è mancata una buca...), un sacco di strada da fare ancora, ma va bene così.
Tornata in Olanda, ho ritrovato l'inverno - un po' nelle temperature, un po' nella solita routine del lavoro a casa. Oggi ho appena scoperto che abbiamo acquisito una nuova società di 2.000 dipendenti, con sedi a Singapore, Corea, Vietnam, India e ovviamenmte in Cina, Hong Kong e Macao. Indovinate un po' che cosa ho subito pensato - accidenti, non c'è il Giappone. Ma poco male, perchè in Giappone ci andrò ben presto per il mio solito tour primaverile. Prima, però, un salterello a Londra.

Dicevo, I am counting my blessings. E davvero, la lista è lunga.

Il lavoro in primis, che sta dando invece tanti grattacapi a quasi tutti i miei amici in Italia - o non ce l'hanno e non lo trovano, o ce l'hanno e lo vorrebbero cambiare. Io sono tuttora convinta di avere il più bel lavoro della mia vita, anche se lo vivo con un disincanto che sarebbe stato impensabile, che so, dieci anni fa. Allora avevo gli occhi pieni di stelle e pensavo di aver trovato il posto nel quale rimanere fino alla pensione.
Chissà perchè, io parlo del lavoro come se fosse un fidanzato - un po' la parabola è quella: credi di aver trovato l'amore della tua vita, con cui invecchierai. E invece ti accorgi che le persone cambiano, che tu cambi - e quando cerchi il prossimo, se anchi lo trovi, le stelle negli occhi non riesci proprio ad avercele più.
Quindi, ora mi aspetto anche che domani tutto possa cambiare di nuovo: potrebbero lasciarmi a casa (altamente improbabile, ma quando succede una volta, ti rimane sempre il dubbio che possa succedere ancora), potrei stancarmi, potrebbero cambiare le condizioni di lavoro. So che potrei cavarmela, lo so perchè mi è già successo: e anche questa sicurezza è una benedizione.

Il Kendo non manca mai di essere un faro luminoso. Dopo 27 anni, non riesco ad immaginare la mia vita senza: tutto quello che mi ha preso, il Kendo me lo ha restituito decuplicato. Fra dieci giorni andrò a praticare in Giappone e respirerò la stessa atmosfera che ogni anno mi pacifica e mi solleva. Vedrò i miei amici, il mio Maestro, mi sentirò di nuovo sicura e piena di energie. Viaggerò su e giù per Honshu in Shinkansen e a Kyoto andrò a visitare il tempio di Inari, che è sulla mia lista da un po'.
Tornata dal Giappone, comincerò a viaggiare per lavoro: Cile (i Mondiali a Novara di mezzo) Brasile (Open di Oslo) Dubai... insomma, è ora, finora ho girato ben poco!

La Piccina meriterebbe di essere usata di più, ma è vero anche che sto cercando di cambiare il mio stile di vita poco a poco. Non mi viene naturale pensare di guidare per andare da qualche parte: il treno è sempre il mio primo pensiero. devo ripigliarmi un attimo e ricordare che, sì, ora posso anche andare qua e là in macchina. Nuove potenzialità si aprono.

In linea teorica, ora il golf dovrebbe arrivare ad un punto cruciale: ormai penso che l'esame potrebbe essere a mia portata (partendo dal presupposto di allenarsi ancora un po') e quindi il resto potrebbe essere conseguente: e il resto cosa sarebbe? Non ho ancora un mare di amici golfisti, ma spero di farmene. Sabato rivedo Siobhan per un giro del 9 buche, wow, mi pare una favola. Magari faremo l'esame insieme e dopo potremo andare sul 18 buche - ad Amelisweerd o ovunque in Olanda (santo cielo, come ti giri c'è un campo!). Debbo studiare un po' di più, però, perchè più di una orrida domanda sulle Sacre Regole mi manda ancora in panico.

Cosa mi manca? Ehm. Ho sentito più storie tragiche di sedotte e abbandonate, di matrimoni decotti e di separazioni estenuanti in questi mesi che in tutto l'anno scorso, che già era stato sconfortante. Ora, aspettarmi un improbabile incontro con un potenziale interlocutore, con cui avviare una specie di relazione, mi pare davvero voler forzare la mia fortuna. Meglio una prudente solitudine, visto che di uomini pazzi di me, in giro, ne vedo pochi.

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