venerdì 11 settembre 2009

Il lavoro nobilita

E' ricominciata la rumba dei cacciatori di teste - mi cercano al telefono, li vado a trovare, cercano di vendermi due volte allo stesso cliente e rimangono doverosamente sopraffatti dalla ricchezza del mio CV.
Devo dire che il mio CV sopraffà anche me. Dimostra in modo irrefutabile che sono stata capace di costruire una bella carriera destreggiandomi fra le corporations e le multinazionali. Ovvero, sono riuscita a vivere e prosperare in un ambiente che per definizione costituisce l'ecosistema ideale di yes-men privi di immaginazione e di managers mediocri e insensibili. Certo la cosa fa pensare. L'ambiente lavorativo in cui ho dato il meglio di me è stato quello che ora non esiterei a descrivere come una grassa manica di stronzi.
Quindi, per il futuro, cosa succederà? Se mi ricollocherò nel breve, sarà probabilmente in un ambiente molto simile - o potrebbe esserci spazio per le sorprese e le scoperte? un nuovo lavoro: la prospettiva mi ha sempre eccitato, sarà così anche questa volta, dopo aver realizzato che intraprendenza e autonomia di pensiero (e talento) non sono necessariamente le migliori qualità per fare carriera?
Magari rinuncerò al concetto di carriera. O vedrò di riordinare le mie priorità. Ma intanto mi braccano, finirò per tornare a lavorare prima di quanto non mi aspetti. Il mutuo è felice, naturalmente. Non appena avrò firmato un nuovo contratto, correrò al mio garden centre preferito e mi spenderò un sacco di quattrini: piante, attrezzi, pacciamatura. Tutte cose non di prima necessità, ma che aiutano a rendere il mio giardino una impresa destinata a durare - come la mia permanenza in Olanda.

1 commento:

LadyJack ha detto...

A mio parere potresti iniziare a dedicarti seriamente al giardinaggio; non sto scherzando: come ingegnere non hai più nulla da dimostrare e forse è giunta l'ora di voltare pagina (tu che hai QUALCOSA da voltare... ).
Personalmente inoltre sono giunta alla conclusione che la felicità (o ciò che vagamente si può pensare le somigli) risiede nel frequentare cose belle per loro natura e contenuto, ma del tutto incapaci di parlare o di emettere suoni fasidiosi: la gente insomma è esclusa a priori, e le piante svettano in pole position.
Per me si tratta dei libri perchè il pollice verde non so neanche cos'è (e poi le piante sono ancora troppo VIVE per i miei gusti), ma per te che coltivavi bambù e peperoncini persino nel microterrazzino di Legnano il discorso cambia totalmente.
L'arte topiaria può essere la risposta... anche se già non ricordo più quale fosse la domanda.
Ciao. Cerco di scriverti presto.