martedì 15 settembre 2009

Pranzo di Ferragosto

Ma che film grazioso! divertente, senza scadere mai nel patetico - senza la tentazione di inspessirsi nel tragico (e vista l'età media delle protagoniste, sarebbe stato facile).
E' bello vedere una sala piena per vedere un piccolo film italiano - e i sottotitoli olandesi non potranno mai rendere le espressioni romanesche del Vichingo o dare conto dell'italiano forbito di Donna Valeria.
Un film gentile, che fa sorridere e stare bene. Ce ne vogliono tanti di film così.



Gianni, un uomo di mezz’età, figlio unico di madre vedova, vive con sua madre in una vecchia casa nel centro di Roma. Tiranneggiato da lei, nobildonna decaduta, trascina le sue giornate fra le faccende domestiche e l’osteria. Il giorno prima di Ferragosto l’amministratore del condominio gli propone di tenere in casa la propria mamma per i due giorni di vacanza. In cambio gli scalerà i debiti accumulati in anni sulle spese condominiali. Gianni è costretto ad accettare. A tradimento, l’amministratore si presenta con due signore, perché porta anche la zia che non sa dove collocare. Gianni, travolto e annichilito dallo scontro fra i tre potenti caratteri, si adopera eroicamente per farle contente. Accusa un malore e chiama un amico medico che lo tranquillizza ma, implacabile, gli lascia la sua vecchia madre perché è di turno in ospedale. Gianni passa ventiquattr’ore d’ inferno. Quando arriva il sospirato momento del congedo però le signore cambiano le carte in tavola...

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