sabato 27 settembre 2014

Un'immagine meglio di mille parole?

Può darsi che effettivamente una foto possa suggerire emozioni che a parole bisognerebbe descrivere con pagine e pagine. Tuttavia, quando giro per la mia Utrecht, come stamattina, mi parrebbe di fare una grande ingiustizia, a cercare di ridurre tutto a un servizio fotografico.
E' il modo in cui mi sento, che non potrei mai comprimere in una foto, non importa quanto ben impostata - non sono una fotografa così esperta, ma soprattutto penso che l'intensità di quello che sento sia difficilmente catturabile.
A sette anni da quando ho messo piede qui per rimanerci, la città è ancora permeata di un fascino che mi fa sentire una privilegiata ogni volta che metto il naso fuori di casa.
Mi piacciono i mattoni, i canali, le imposte colorate.
Mi piacciono gli impeccabili incroci fra piste ciclabili e la strada, ma anche il fatto che la bici si possa più o meno parcheggiare ovunque (questa è una idiosincrasia di derivazione kyotoita, ovviamente).
Il mercato dei fiori è un topos turistico, ma non solo. Adoro i richiami dei venditori, i colori dei fiori, la varietà dei bulbi, i goedemorgen scambiati per pura cortesia quando gli sguardi si incrociano. Adesso è stagione di gladioli e la gente si allontana con lunghi cartocci di steli ancora verdi.
Io ho comprato due piantine di peperoncini, roba spagnola, ma d'altra parte ne avevo bisogno per il mio piatto preferito.
Adoro le campane della Domtoren che suonano il tema di Indiana Jones o di Love Story. Mi piacciono i volontari che raccolgono donazioni per mille cause benefiche - senza essere molesti o sembrare sospetti.
Mi piace vedere la gente che esce nelle strade il sabato mattina, che si siede ai caffè - quando l'autunno diventerà più severo, saranno scene rare: è bene fare scorta quando si può.

Nessun commento: