giovedì 23 maggio 2013

Notarella a margine

Mi sento colpevolmente triste - niente di epocale, nè la tristezza, nè la colpa, ma ce n'è a sufficienza da darmi  un po' di friccicore al core.
Si può sentire la mancanza di qualcosa o di qualcuno che non si ha o che non c'è mai? Ovviamente no - ma oggi sento la malinconia di una partenza, che peraltro potrebbe non essere definitiva, ma che con la sua promessa indefinita di incontri futuri chissaddove e chissaquando mi lascia sospesa su uno scomodo baratro di incertezza. La colpa deriva dal fatto che non mi sento affatto autorizzata a provare questa tristezza - mi sono ripetuta più volte che per certe amicizie sfilacciate non si ha diritto ragionevolmente di sentire nostalgia e il fatto che io la senta mi fa arrabbiare con me stessa. O insomma!
Domani, a mia grande consolazione, aspetto amici ben più consolidati in visita dall'Italia. E' un grande onore e un grande piacere, sono ben felice ed orgogliosa di avere amici così avventurosi, che affrontano il viaggio per passare qualche ora con me a casa mia. Poche cose potrebbero darmi più piacere. A loro si uniranno i pochi amici che ho acquisito qui - e anche questo è un grande piacere. In questa ondata di calore amicale sono pronta ad immergermi con tutta me stessa.

Il Cinqueperdieci aspetta il prossimo impulso, che sarà londinese in primis. Sono in un momentino di impasse, perchè ho tanti impegni di kendo in mezzo. Certamente non avrò un minuto di noia.

Il lavoro? allora, aspetto che una proposta molto interessante si concretizzi. Finora sto danzando intorno all'opportunità, che è sempre di più del vuoto pneumatico della situazione lavorativa in Olanda. Ma ci vuole ancora un po' prima di dire che si vede la luce in fondo al tunnel. Vita di Michelasso, tienimi ancora con te per un po'.

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