mercoledì 5 ottobre 2011

Riflessioni forzate

Stasera la mia schiena non mi sta sorridendo, non so se si tratta della conseguenza a scoppio ritardato del fine settimana iperattivo, fatto sta che preferisco passare la serata in casa con un bel Momendol.
Stamattina, dentista: ahimè, ho una cura da rifare, seccante... sarà la prima volta che mi faccio seriamente mettere le mani in bocca da una dentista locale (escludiamo le torture che l'igienista Daniella mi ha inflitto da tre anni a questa parte). Andrà bene, per carità, ma se ne faceva a meno.
Oggi ho fatto un tentativo serio di convincere Elena a giocare a golf. Ha un grande occhio per il putting, sarebbe divertente avere una amica nello stesso club! Non che la mia resa, giocando in compagnia piuttosto che da sola, abbia un balzo verso l'altro, tuttaltro! ma come dice il Dr.Rotella, mica vorrei perdere il buon umore o pensare che una sessione di palline scarpazzate debba essere il presagio di altre a venire. Quindi, proseguo imperterrita: oggi mi sono comprata la borsa per le scarpe e il berretto per il driver, che, poverino, se ne stava a capo scoperto nella borsa. Visto che si tratta di un regalo prezioso, mi sembrava giusto trattarlo con rispetto e dargli una dignità - niente teste di cane o di maiale o di coccodrillo, ma un cappuccio nero, vellutato al tatto, con un bell'UNO ricamato. Very smart.
Mi sono resa conto che il golf mi ha restituito una cosa che avevo perduto, bella o brutta che sia. Ho passato anni senza desideri materiali particolari: non mi piace fare shopping di abiti, non ho bisogno di nulla nel kendo, gli unici oggetti che mi generano cupidigia sono i libri. Con il golf, ecco, si apre un mondo di capricci. Una bella borsa per i bastoni? una cosetta più robusta di quella che ho ora? se penso che anche in epoca non sospetta dentro a Decathlon mi soffermavo cercando di immaginare qualche uso sensato alle sacche da golf... beh, ora la scusa ce l'ho, mi si apre davanti un'epoca di gioioso sperpero che tutto sommato mi provvederà una forma costosa, ma semplificata, di contentezza.
Basta libri che attendono di essere letti e mi rimproverano silenziosamente dalla cima di pile precarie! Ora posso con gustoso abbandono comprare palline, bastoni, guanti, visiere, scarpe... esiste un enorme mercato che attende di essere attaccato, là fuori le luci dei ProShop invitano a non lesinare sulle carte di credito, migliaia di resort nel mondo offrono soggiorni in luoghi da sogno con green fee incorporato... Promettente.
Continuo a vivere di rendita sul piacevole fine settimana passato con Marco. In ufficio domani si organizza un drink fra colleghi, venerdì abbiamo una riunione allargata con pranzo, sabato vorrei tornare al campo, domenica vado a visitare l'ESTEC a Noordwijk (grazie all'Ambasciata italiana)... allora non ho forse davanti a me una prospettiva sufficientemente confortante? Per un Acquario come me, per cui il futuro è sempre più importante del presente (non siamo bravi sull'hic et nunc), questa è mezza felicità.

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