sabato 31 ottobre 2009

Remigina rivisitata





Quaranta anni fa (40!) ho cominciato la scuola. Si incominciava il giorno di San Remigio (1^ ottobre), in televisione c'era Topo Gigio e in casa stavano arrivando grandi novità. Sarà stato per via del Santo o forse per via di Topo Gigio, a me la scuola è sempre piaciuta. Ovviamente, quale miglior modo per celebrare l'anniversario, se non tornare dietro il banco? E per farlo ho scelto Regina Coeli. Il titolo è "Remigina rivisitata", non "Detenuta in attesa di giudizio", quindi è palese che il Regina Coeli di cui parlo non è la galera, bensì una fantastica (e dannatamente costosa) scuola di lingue, fondata da suore cattoliche, che si trova a Vught (vicino a 's Hertogenbosch, per coloro a cui il nome dice di più).
La "scuola delle suore" è conosciuta in tutta l'Olanda ed effettivamente, dopo due settimane non consecutive di lavaggio del cervello, posso dire che la fama è ben meritata.
Innanzitutto, non può non entusiasmare una maniaca dell'organizzazione come me. Il modello funziona benissimo: 4 professori al giorno e altrettanti periodi di studio o di uso di un bel sistema multimediale non sono facili da giostrare per una settantina di corsisti che studiano 6 lingue diverse, ma la scuola funziona come un orologio. Vogliamo parlare del ristorante? beh, davvero di classe! ho persino potuto degustare un paio di vini olandesi (evitate il rosso come la peste), cosa che non avrei mai immaginato di fare.
I compagni di corso sono oltremodo interessanti - ci si incontra nelle attività di gruppo o a tavola, perchè il rapporto è sempre uno a uno con i docenti. Non c'è davvero posto dove nascondersi... in alcuni momenti lo sconforto prevale, specialmente quando tutte le sottigliezze dell'olandese sembrano avere la meglio sulla fiducia di riuscire ad imparare ancora qualcosa alla mia veneranda età.
Gli studenti di olandese vengono da tutto il mondo e studiano la lingua per le più disparate ragioni: lavoro, amore, famiglia. C'è chi si è già trasferito (magari da anni) in Olanda o chi sta per farlo. In generale tutti hanno storie o carriere interessanti - e nella maggior parte dei casi sono già poliglotti.
Poliglotti di certo sono i docenti, i quali devono conoscere almeno tre lingue fra quelle insegnate all'istituto. L'italiano è davvero popolare: alcuni lo parlano per passione, altri per un uso specifico (vogliamo parlare di chi canta l'opera?): insomma fra inglese, italiano e olandese si finisce per comunicare molto bene.
E' stata dura lottare continuamente contro il mio irriducibile tedesco: mannaggia, come se lo usassi tutti i giorni! ma qualche cosina credo di averla imparata, anche se la testa mi sta ancora fumando... solo il tempo dirà se riuscirò a mettere a frutto lo sforzo e l'energia dedicati.
Ma anche se domani tutto l'olandese mi fosse sfuggito di mente, ci sono persone che ho incontrato a Vught che non dimenticherò tanto facilmente... als je begrijpt wat ik bedoel...

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