domenica 11 marzo 2018

De Senectute



Non è che sia improvvisamente preoccupata di invecchiare. E' da quando mi sono trasferita in Olanda che mi vedo invecchiare, ma come parte di un processo ovvio e naturale. Anche con i limiti che l'età impone, ho avuto la possibilità di fare tutto quello che desideravo: quando abitavo in Giappone ed arrancavo in bicicletta sotto la neve, per andare a fare allenamento alle 7 del mattino con il bogu sulle spalle, mi dicevo, Donatella, hai 50 anni, ti sembra l'età giusta per fare questi strapazzi? Che cosa penserà la gente che ti vede pedalare e sbuffare a quest'ora del mattino? In verità, me lo domandavo, ma non è che questo mi abbia mai indotto a fare cose più sensate.
Quindi, la mia riflessione sulla vecchiaia non è amara o triste. Ho solo cominciato a pensarci su, perchè in fondo adesso posso avere una idea di che cosa significhi, per esperienza diretta. Quando papà aveva la mia età di oggi, io avevo 9 anni, Quando la mamma aveva 55 anni, io ne avevo 11. Ovviamente cosa potevo capire di come si sentivano loro? Posso solo dire che io sarei nel panico totale, al pensiero di avere una bambina in età scolare a cui provvedere, con l'energia e gli impegni di vita che ho ora. Un coraggio da leone, ecco quello che hanno avuto i miei, nel volermi avere. Qualcuno potrà dire, ma erano altri tempi... ed è proprio questo il mio punto.

Una delle riflessioni che mi ha colpito di più nei miei ultimi rimuginamenti sull'età è il fatto che, per ovvi motivi, l'invecchiamento porta un fenomeno naturale - essere circondati, per la maggior parte, di persone che non hanno vissuto quello che hai vissuto tu. E parlo delle piccole cose, non dei massimi sistemi.
Per via del kendo, ho la possibilità di essere circondata in prevalenza di persone più giovani di me. Mica perchè lo abbia cercato: io sono andata avanti per la mia strada, poi ad un certo punto mi sono guardata intorno e della mia generazione ero rimasta praticamente solo io e pochissime altre. Famiglia, salute, lavoro, tutte ottime ragioni per rallentare o mollare- per quanto io dica sempre che non esistono cattive ragioni per iniziare a fare kendo, ma solo cattive ragioni per smettere.
Orbene, di tutte le persone che frequento ora, quante capiscono l'espressione "bella gioia"? Quante hanno avuto le stesse regole di vita che sono state date a me: gli adulti che decidono cosa si guarda sull'unico televisore di casa? Se desideri qualcosa, risparmi risparmi finchè non te la puoi permettere? Quanti vedono la propria madre rammendare i calzini? Quante ereditano la loro prima bicicletta dal proprio cugino? Quanti fanno i compiti e corrono fuori a giocare alle Giovani Marmotte? Quanti vivono l'angoscia dello sbiennamento per arrivare a laurearsi in Ingegneria?
Invecchiare è semplice, basta lasciar fare al tempo. Ma capisco quale possa essere il senso di disorientamento quando le persone che si hanno intorno hanno tutte vissuto una vita profondamente diversa dalla propria. E capisco dunque quale potesse essere la frustrazione dei miei, che erano vissuti in una era geologica precedente alla mia, quando io non capivo (anche se credevo di capire) perchè parlavano pensavano agivano nella loro maniera.
Invecchiare per qualcuno può essere tragico per una generica nostalgia della propria giovinezza, fisica e mentale. Io credo però che sia questo progressivo immergersi nella ignoranza e nella mancanza di comprensione degli altri che pesi veramente e che generi straniamento e malinconia.
Mi domando se sia un fenomeno che possa in qualche modo essere contrastato, perchè, come per il kendo, il rischio è quello di andare avanti per la propria strada e trovarsi all'improvviso isolata, con la differenza che, mentre nel mondo del kendo tutto rimane uguale a se stesso e si perpetua quasi identico, nella vita tutto cambia e la costanza e la coerenza non sono sempre delle virtù che trovino il proprio premio.
Più facilmente, come ho imparato, non c'è proprio niente da fare e si tratta solo di accettare il fenomeno, come la presbiopia, il mal di schiena e la crescente lunghezza delle sopracciglia.

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