lunedì 10 gennaio 2011

A day in the life

Il mio momento di Grande Ottimismo per l’Anno Nuovo si sta prolungando oltre ogni ragionevolezza. C’e’ forse qualcosa che so, ma non mi voglio dire? Comunque sia, sono rientrata in quella che, in linea teorica, dovrebbe essere una quieta routine lavorativa. Naturalmente, prima che il carosello ricominci di nuovo e io ritrovi i luoghi del mio cuore – gli aeroporti.
Dunque, la mia mattina tipo. Sveglia un po’ dopo le sette. Stretching ancora nel letto, per essere elastica a sufficienza per riuscire a scendere dalla Scala Perigliosa. Usuale dramma per la scelta dell’abito da ufficio – tailleur nero o tailleur grigio? C’é’da perderci la testa.
Scendo di sotto. Subito BBC One – so tutto su tasse previdenza cronacanera in Inghilterra: cosi’ rilassante! Un bicchiere di latte freddo, un dolcetto – colazione fatta.
In questi giorni di temperature rigide, esco imbacuccata dal giardino e vado a prendere il bus. Alla fermata ci si augura buon giorno, anche se non ci si conosce. In dieci minuti sono alla stazione. La vita e’ cambiata da quando l’ufficio si e’ trasferito ad Amsterdam Sud – il tragitto e’ piu’ breve, non c’e’ nemmeno il tempo di addormentarsi. Fuori dal finestrino scorre la campagna gelata, la foschia del mattino, i lunghi filari di alberi lungo l’Amsterdam-Rijnkanaal. Le pecore sembravo coperte di brina come le siepi e i cespugli, se ne stanno accovacciate tutte insieme ai bordi dei polder.
Il treno e’ affollato. C’e’ chi lavora al pc (detestabili stakanovisti), chi ascolta musica nell’IPod, chi legge i giornali gratuiti distribuiti in stazione. Ce ne sono almeno tre diversi, il materiale per occupare il tempo non manca.
Arrivo ad Amsterdam Zuid, scendo fra la folla, in due minuti sono al Symphony – l’ascensore e’cosi’ veloce che lo si sente nello stomaco. Un giro di buongiorno a tutti, poi bisogna proprio andarsi a prendere una tazza di caffettaccio alla macchinetta. Un collega ha comprato una macchina per Nespresso, ma non voglio prendere il vizio – e’ un tipo di caffe’ che richiede zucchero, non voglio cominciare ad usarlo, quindi mi accontento della brodaglia lunga, che riesco a mandare giu’ senza additivi, un po’ come se fosse una medicina.
La giornata comincia...

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