Ho spacchettato
il mio legno tre Spalding. Stranamente,
mi e’ piaciuto subito. Annemieke ha visto che lo avevo nella sacca e mi ha
subito chiesto di usarlo per qualche buca del campo “grande”.
Ho promesso di
parlarle olandese, una volta passato il GVB e cosi’ ho fatto. Doppio esercizio,
in questo modo.
Bene, buca uno,
par quattro. Annemieke mi suggerisce di verificare l’altezza del tee: ne ho
giusto uno bello lungo che va bene per il legno 3. Sono cosi’ sicura che
pasticcero’, che davvero nemmeno mi preoccupo, perche’ no, usiamo pure un
bastone che ho appena tirato fuori dal cellophane.
Ok, tiro. E chi
ha visto la palla? Ma la faccia di Annemieke e’ sbalordita: la palla a quanto
pare ha volato benissimo e si e’ posata perfettamente al centro del fairway: e
li’ la troviamo, Annemieke e’ davvero sorpresa ed io piu’ di lei.
Bene, adesso ci
sta ancora un ferro cinque. Piu’ familiare, certo, ma comunque con tutte le
slice che taglio, gli airshots... Ok, colpisco la palla e questa volta la vedo
volare: atterra a sessanta centimentri
dalla buca.
Arriviamo ridendo
al green, e’ un colpetto facile, ma non voglio correre rischi: mi tolgo il
guanto, studio la linea del putt. Via, buca in tre. Birdie. Il primo della mia
vita su un campo championship.
Le buche seguenti
non sono state cosi brillanti, ma ancora qualche bel drive, qualche bel putt
difficile (comincio a capire qualcosa su come si muovono i green). I miei ferri
nuovi funzionano bene. E ho scoperto il mio negletto legno tre del mio mezzo
set Spalding, che non aspettava altro che regalarmi il mio primo birdie.
The
sky is the limit.
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