giovedì 30 giugno 2011

Ordinaria amministrazione - a parte il sole

Giornata di sole splendido. Colazione con Rob, che se ne torna in Italia dopo un anno di studio e di kendo in quel di Utrecht. Viene a depositare la bici e le shinai (ed uno spremiagrumi elettrico), augurandosi di potersi fare anche il master qui, fra due anni. Davvero un ragazzo carino, sveglio, beneducato: fa sempre piacere avere allievi cosi’, danno qualche speranza per il futuro di questo mondo, sul quale ho smesso da un pezzo di scommettere.

Il viaggio in treno fino all’ufficio offre la sua bella cartolina olandese: mucche, pecore, cavalli, aironi, papere. La Vecchia Fattoria si dipana sui polder ben squadrati, in questo panorama che non ha niente di naturale, ma che simula perfettamente una Natura operosa e pettinata. L’Olanda mi piace anche per questo, perche’ e’ tutta costruita, e’ una nazione che si e’ fatta da se’, in tutti i sensi.

In ufficio, torta. Marlieke, una collega interinale, ci lascia dopo un anno e mezzo, lei abita ad Arhem, l’ufficio di Amsterdam le e’ troppo scomodo. Ma come si dice, ha tutta la vita davanti, in un Paese in cui si da’ per scontato che un lavoro vicino a casa si trovi sempre.

In questi giorni lotto ferocemente con il cattivo umore. Quando penso a questa lotta, mi vengono in mente i cani da combattimento, non e’ certo un duello in punta di fioretto, fra me e la mia parte oscura. Da un lato mi ostino a fare la lista di tutte le cose che vanno bene, dall’altro continuo a tirare colpi bassi che scompigliano tutte le evidenze e mi fanno sprofondare nella malinconia. Lo so che funziono cosi’, basta che mi ignori per un po’, ma nelle ultime settimane la mia usuale strategia sembra fare cilecca. C’e’ qualcosa che so, ma non mi voglio dire? Quindi mi dolgo per i miei amici che devono sopportarmi, fortunatamente per loro, solo tramite Skype e Facebook. Intanto la rissa continua, ma ho grandi speranze per la mia imminente partenza, contando ancora una volta su Schiphol, che esercita un effetto benefico su tutte le parti di me.

Il mio swing non e’ che migliori con la pratica. Pero’ il campo in un giorno di sole e’ spettacolare. Peccato che non si veda affatto dove vadano le palline – io saro’ cieca come una talpa, ma gli altri ci riescono davvero? Prevedo una vita breve per le mie dodici Karma.

mercoledì 29 giugno 2011

Piove? Varie, dalla salute al lavoro, dal bondage a F = GMm / r2

Piove. Estate olandese: due giorni di caldo tropicale e poi si ripiomba al freddo. Non mi pesa piu’ di tanto per ora, tanto in ufficio o in casa sono al caldo e al coperto. Certamente sono limitata negli spostamenti, perche’, se voglio andare a tirare due palline al golf club o se voglio andare all’allenamento ad Amsterdam, ora che Fleur e’ in vacanza, devo affrontare gli elementi e un sistema ferroviario che sta avendo qualche singhiozzo proprio in questi giorni.

Il mio medico insiste a ordinarmi medicine omeopatiche. Tutte le volte storco il naso, non ho una grande fede in queste blande pilloluzze, ma in fondo anche il mio mal di gola e’ blando e quindi mi faccio andare bene almeno il fatto che il dottore mi ha visitato e non mi ha mandato d’urgenza all’ospedale. Dovrei mangiare ghiaccio – preferirei il gelato, ma certo la stagione non invita.

Operazione abito: compiuta. Ovviamente non pubblico la foto per ovvi motivi di riservatezza pre-sfoggio. Comunque, sono contenta che questo sara’ probabilmente l’ultimo matrimonio della mia vita. Ho fatto una scelta un po’ sopra alle righe, se mi si concede la battuta...it’s a private joke. Comunque dal vestito pin-up che avevo scelto inizialmente, un po’ Vispa Teresa, sono passata a un tubino che io definisco vagamente bondage. Sono certa che se anche non piacera’, sicuramente sara’ ricordato.

Ho per caso riletto un post passato o due: http://orangeoracle.blogspot.com/2010/12/la-felicita-nuoce-gravemente-alla.html ma anche http://orangeoracle.blogspot.com/2010/04/essere-normali.html . Avendo passato una primavera piuttosto cupa, che lascia ancora strascichi, sono letture educative. Mi domando come si possa passare cosi’ dannatamente in fretta da uno stato di grazia ad uno di lotta diuturna con se’ stessi. Ovviamente ci sono eventi scatenanti, ma la domanda e’ : perche’ quando si sta bene, deve succedere qualcosa di oggettivo che manda tutto a carte quarantotto? E’ colpa del destino cinico e baro? Potrebbe esserci anche una chiave di lettura alternativa: quando si sta bene, quando si e’, per cos’dire, felici, quando si e’ nel proprio centro, si diventa una specie di magnete per chi in questa situazione non si trova. I guai derivano dal fatto che di solito questi pianeti impazziti finiscono per orbitarti intorno, causando in generale gravi disturbi al campo gravitazionale, poi quando ritengono di dover proseguire la corsa, perche’ in fondo hanno una loro dose di quantita’ di moto (oh, quante cose del loro passato li condizionano!), ripartono verso le profondita’ intergalattiche lasciandoti su una rotta erratica, finche’ Newton non ti rimette sulla tua bella ellisse. E non ci si puo’ fare niente, perche’ la loro massa curva lo spazio, non puoi scappare verso il tuo perielio indisturbata, continuando a fischiettare l’armonia delle sfere: no, magari ti metti a ruotare un poco intorno a loro, salvo poi dover tornare precipitosamente sulla tua orbita, per ritrovare un po’ di struttura e di routine. Ma che fatica.

La trasferta americana si avvicina. Devo mettere testa al bagaglio, perche’sara’ un Amsterdam-Milano-Londra-Denver e fra Milano e Denver non passo dal Via! Devo essere certa di non dimenticare dei pezzi importanti – ad esempio abiti per il 4 di luglio, in cui ce ne staremo a vedere gli Americani che festeggiano come matti, mentre noi... cosa? Qualcuno deve ancora chiarirmi il perche’ di questa assurda pianificazione; spero il mio capo abbia gia’ rimediato un invito per un barbecue, perche’ di starmene all’Hilton di Highlands Ranch (leggi: in culo ai lupi) proprio non se ne parla!

lunedì 27 giugno 2011

Una domenica olandese

Sveglia con comodo. Il cielo non è proprio brillante, ma non promette pioggia. Allora via con il piano prestabilito: prendo la bici e mi metto le mazze in spalla. Oggi su ottanta palline forse 8 tiri decenti. Anche qualche bel liscio e una serie infinita di tiri strani e sbilenchi. Però oggi il club è pieno di gente, io sto sul mio quadratino e mi ripeto la lezione da brava scolara. Bambine e ragazzetti, pensionate e discreti quarantenni, la fauna è varia e ben assortita. Mi fermo verso la metà, mi appoggio su una panchina per godermi il sole che è sbucato un po' timido. Finisco i compiti e mi siedo sulla terrazza del ristorante - vista sul laghetto... sorry, sull'ostacolo d'acqua, un bel panorama risposante, di un bel verde pettinato... i giocatori vanno e vengono, è proprio una giornata affollata, il tempo incoraggia molto di più che nella scorsa settimana (o di ieri, un tempo suicidale). Mi rimetto in sella e torno verso casa a pedalata lenta.
A pranzo viene Enzo, che arriva da Delft. Ce la prendiamo comoda, una fresca bottiglia di Verdicchio per accompagnare le pietanze. Per dessert, il gelato di Roberto - inavvicinabile, sepolto come al solito di lavoro sul fondo del negozio, in un pomeriggio che è diventato decisamente caldo e soleggiato. Enzo riparte, mi riposo una mezzora e arriva Rob. Ceniamo, sediamo in giardino, ce la contiamo su e finiamo la serata guardandoci Casino Royale. E' arrivata mezzanotte - Beyoncè a Glastonbury sulla BBC. E poi a nanna, domani si ricomincia.

sabato 25 giugno 2011

Può solo migliorare

Umore pessimo. Il tempo è pessimo - fine giugno e fa freddo e piove. Dicono che domani sarà bello, ma è difficile avere fede. Per giunta verso sera ho sempre la tonsilla che si ribella.
Ho comprato il vestito, ma ho anche deciso che lo vado a cambiare. Sono stata troppo alternativa, mi piaceva l'idea del vestito anni '50, ma sono stata troppo pin-up. Correggerò il tiro martedì, ma per ora mi limito ad essere pesantemente infastidita.
Domani se c'è il sole vado a fare un giro al golf club, è un esercizio che aiuta a tenere la testa sulle cose innocue. Per oggi oramai è andata, domani ho ospiti carini a pranzo e a cena, quindi tutto il mondo cambierà. Evvia, un'altra tacca sul calendario.

giovedì 23 giugno 2011

Un bel braccino teso come Rory McIlroy?

Giornata un po' di pioggia un po' no. Ideale per andare a fare un po' di pratica. Splendida solitudine. Posso parlarmi da sola, commentare i tiri sbagliati e fare "oooh" per quelli giusti, in generale ripetermi quello che Annemieke mi ha spiegato martedì. Ho le mie belle mazze nuove ancora impacchettate, posso provare a capire la differenza fra un 5, un 7 ed un 9. Ebbene, no.


Sentirsi totalmente ignoranti ed impreparati è una buona esperienza, per un istruttore di qualunque sport. Rivivere l'impaccio del principiante aiuta a ricordare quanto impegno ci voglia per mettere i dettagli in fila, per fare le regolazioni fini degli angoli, per usare il corpo nel modo più efficiente. Devo dire che il golf promette di lasciarmi in questo stato di inadeguatezza per un bel po' di tempo. Guardare video per cercare di capire il movimento magari aiuta, ma come dice il Maestro Kanzaki, il movimento si impara con il corpo e quello non guarda video su YouTube.
Ma come accidenti si fa a mandare la pallina sempre dritta? su 80 palline, mi sarà riuscito 5 volte di avere quella bella, soddisfacente sensazione di aver fatto un movimento armonico tale da rendere fluido il colpo e bello il volo della dannata sfera. E sono solo allo swing! Insomma, ci sarà parecchio da penare!
Con il tiro con l'arco non ricordo di essermi mai sentita tanto inadeguata - forse perchè ce l'ho sempre avuto nel sangue, fin da bambina. Il golf nel sangue? speriamo non si tratti di una malattia sessualmente trasmissibile, ma mi pare di essere proprio lontana. Meglio così: almeno mi tengo impegnata per un 20-30 anni.

Thomas Horst, grazie!

Il viaggio a ritroso prosegue, ma con qualche aggiustamento.
Ho scritto tante volte di quanto la memoria lunga sia una caratteristica che ha fatto sia la mia fortuna, sia la mia infelicità.
Il grande miracolo di Photoshop invece consente di selezionare, depurare, focalizzare. Ho conosciuto persone che sostenevano di avere una memoria selettiva, mi domando che cosa davvero intendessero: immagino che la selezione sia sempre andata a loro vantaggio, altrimenti perchè vantarsene? In verità, queste affermazioni sone sempre suonate un po' minacciose, come se mi stessero dicendo: ti posso cancellare dalla mia vita quando voglio.
La damnatio memoriae, l'iconoclastia, Photoshop, la memoria selettiva (qualunqua cosa questo voglia dire) sono tutti aspetti dello stesso bisogno: rimuovere, eliminare, far impallidire le immagini che ci disturbano, che ci ricordano fallimenti più o meno grandi e, direi quasi mai nel mio caso, che ci generano intollerabili sensi di colpa. In fondo la rimozione è un fenomeno psicologico reale.
Oggi anche io voglio sentirmi capace di dimenticare, di godere almeno dell'illusione della rimozione. Pubblico le foto che mi ricordano un passato come avrei voluto avere e che invece non ho avuto. Cancello le ombre, sfumo la rabbia, tengo solo la dolcezza del passato.
Con papà.
Con Rino al mare!
Con Michele "Tu vuo' fa l'Americano".

Dall'agosto 1982 un balzo all'ottobre 1987

Altre foto a dir poco commoventi... Papà in cucina, la Miri sul divano, un altro hairstyle...e la ricetta del ragù alla bolognese, scritta dalla mamma per Thomas (che la usa ancora)! Purtroppo altre foto sono "impubblicabili", per la presenza di creature immonde nell'inquadratura, ma ci lavorerò con Photoshop.

Il passato ritorna...

A cosa servono i social networks? a perdere tempo, è vero, ma anche a riconnettersi con persone con cui si sono persi i contatti. A volte in circostanze drammatiche, come nel caso del terremoto e dello tsunami in Giappone: ma tramite Facebook e Google sono riuscita a ritrovare le tracce di tanti amici. Il mio amico Thomas, invece, l'ho ritrovato tramite Linkedin. Ci siamo conosciuti a Londra nel 1982: lui mi agganciò al Museum of Mankind, la sezione antropologica del British Museum. Agganciò è proprio la parola giusta: lo notai in una delle sale, sembrava interessato più a me che ai reperti nelle teche. Sempre convinta del mio charme, decisi di metterlo alla prova: arrivata alla fine del percorso museale, invece di uscire, mi ributtai nelle gallerie e feci un secondo giro. E lui, dietro. Forse per il timore di un terzo giro fra le tribù dell'Australasia, quando anche il secondo tour fu terminato, trovò il coraggio di avvicinarmi e chiedermi: "E adesso dove andiamo?". La nostra amicizia nacque così. Rimanemmo in contatto per molti anni, venne a trovarmi a Bologna, io lo andai a trovare a Mannheim. Poi, più nulla.
Grazie a Linkedin, ci siamo ritrovati. E stasera mi ha mandato alcune foto di quell'anno così lontano. Cielo, che impressione! Mi sono detta: ecco come ero quando il mondo era pieno di promesse, quando tutto doveva ancora succedere, quando avevo ancora "tutta la vita davanti"! Sì, lui ha perso i capelli, ahimè, era un così bel biondino! Ma io ho perso lo sguardo - ho fatto fatica a riconoscermi in quegli occhi così fiduciosi, aperti, oserei dire: felici. Eppure, quanta incertezza, a quell'età! Non tornerei indietro, certamente, ma mi sono fatta davvero tenerezza.

mercoledì 22 giugno 2011

Golf e Karma

Non ho resistito a lungo. Sono l'orgogliosa proprietaria un mezzo set di mazze Spalding - e di 12 palle da donna. Risparmiatemi la facile battuta. Le palline sono Nike, un modello appropriatamente chiamato Karma. Già sulla confezione, si permettono pure di fare anche un po' di filosofia: If ever there was a place where women could use good Karma, it's on the course. Bypass the bunker, carry the creek. Find air over the trees. Follow your swing with Karma on your side. Because golf is many things, but easy isn't one of them. Wow, avrei un sacco di altri posti, oltre al campo da golf, dove un po' di buon karma mi potrebbe giovare, non mi metto nemmeno a fare la lista. Diciamo che si capisce subito che per i golfisti l'enfasi e il mito non sono concetti estranei. Qualche bouguya scriverebbe mai roba del genere per una shinai? penso che sarebbe fuori dal business in un batterdocchio. Tant'è.
A questo punto, devo solo prendere la bici, acchiappare i miei tre ferri e andare a picchiare palline senza pietà sul driving range. Non che possa fare di più, fino a luglio non saprò fare niente altro che swing. Se la ripetizione rende perfetti...
Sono contenta di aver fatto questa scelta: i campi da golf stanno cominciando a dirmi cose diverse e ogni giorno che passa mi sento sempre meno addomesticata come la Volpe del Piccolo Principe.

martedì 21 giugno 2011

Un po' di swing

Bene, oggi ho avuto il mio battesimo del fuoco, se così si può dire.
Primo giorno di estate, non vedevo l'ora che la primavera finisse: con una stagione nuova, si possono provare cose nuove e si possono dimenticare alcune delle vecchie, sperabilmente.

Sono arrivata abbastanza trafelata al Golf Club. Il cielo minacciava pioggia ed essendo in bici ho cercato di accelerare un po'. Ho parcheggiato il potente mezzo e sono entrata nella Club House. Ho chiesto di Annemieke, ma essendo in clamoroso anticipo ho dovuto aspettarla un po' nel ristorante. Un bel posticino, una bella vista sul verde: la foto a grandezza naturale della Regina Beatrice e del Principe Claus su una parete rende l'atmosfera un tantino formale.
Mentre aspettavo Annemieke riflettevo sulla dote sublime della puntualità. Ho letto su Facebook un simpatico aforisma: la vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate. Per quello che ho capito dei golfisti, la puntualità è una specie di ossessione, per una serie di validi motivi, stabiliti dalle Sacre Regole. Non ho potuto fare a meno di sorridere vedendo fuori dalla finestra del club un signore che contemplava l'orologio al polso con aria impaziente, giusto sotto il grande quadrante vicino al driving range. Beh, magari il golf non rende migliori, ma almeno rende attenti agli orari: e questo costituisce una buona approssimazione di educazione, per quanto non sia un sostituto di altre virtù più
sostanziali.
Annemieke è arrivata con un minuto di ritardo. Mi ha portato nel negozio del club, dove una signora molto cotonata mi ha confezionato un ingresso giornaliero per il driving range e mi ha venduto una tessera per mungere palline dalle macchine distributrici.


Annemieke è una ragazza simpatica dal bel sorriso: mi ricorda un po' la mia amica Paola di Padova. Mi ha fatto provare a colpire senza darmi nessuna indicazione: dopo il primo pseudoswing malamente fallito, sono riuscita a centrare sempre la pallina - già ero sorpesa. Da lì in avanti è incominciata la lezione vera e propria: AM. mi ha disegnato alcuni segni sulle mani per aiutarmi a trovare qualche riferimento per l'impugnatura, poi mi ha corretto la postura, infine mi ha spiegato come piegare i polsi nella fase iniziale dello swing. Ha notato subito che capivo subito quello che mi spiegava - i lunghi anni di kendo qualcosa mi hanno insegnato riguardo a impugnature e caricamenti. Quando sono riuscita a mandare la pallina alla bandiera dei 110 metri, mi ha detto che avrei potuto vantarmi con i miei amici per aver raggiunto una distanza del genere con una mazza numero 7. Sarà: io per non sbagliare l'ho subito postato su Facebook, ma non sono poi certa che si tratti di un grande achievement.


Certamente il fatto di colpire la pallina nel modo giusto dà una certa soddisfazione, un piacere neanche tanto sottile, visto che va fatto con un bel po' di energia. Annemieke mi ha detto che i tiri lunghi potrebbero essere il mio punto forte - la forza bruta evidentemente non mi manca.
Le signore nel golf godono del privilegio di avere un tee più vicino alla buca: ma mi è parso di capire che si tratta di una di quelle carità pelose di cui le buone (e robuste) giocatrici olandesi fanno volentieri a meno. Per essere il primo sport da femminucce della mia vita (a parte la drammatica parentesi del balletto della mia infanzia), mi pare non scevro da una significativa dose di rivendicazioni femministe. Bene, sono nel mio elemento.
Prossimo step: ho già prenotato un certo numero di lezioni fra luglio e agosto e domani o dopodomani andrò a cercarmi un po' di equipaggiamento: Annemieke mi detto che abbastanza vicino a casa c'è un ENORME negozio specializzato. E che ci vuole, a parte dei soldi da buttare? In fondo ho ancora un bel po' di palline da mungere, potrei fare un salto a ripassare la prima lezione già questa settimana.
Sarà una grande passione, dunque? Mmm, meglio andarci piano con le dichiarazioni d'amore, di solito portano malissimo. Diciamo che c'è una calda simpatia.

lunedì 20 giugno 2011

Uscire dal buio

Non stare bene mi mette di cattivo umore, non sorprendentemente. Solo una tonsilla ribelle, un po' di raffreddore represso a cazzotti al paracetamolo, ma l'effetto sul morale è stato di caduta verticale. Tanto è vero che ho appena messo su Sotto il sole della Toscana, che nella mia personale farmacopea sta per Antidepressivo forte.
Anche in questo film c'è una casa all'estero, una nuova vita e tanti desideri da realizzare che prendono strade inaspettate. Non per nulla la mia casa qui si chiama Bramasole, come quella del film.
Per fortuna, stanotte a mezzanotte, l'odiosa primavera sarà finita e tutto cambierà in meglio. Pioverà lo stesso, ma la pioggia sarà profumata, vediamola così.

Prima di tutto, ho davanti una settimana di lavoro a casa, visto che i miei colleghi sono tutti allegri a Dublino, ad un meeting internazionale per cui ho passato volentieri la mano. Questo mi lascerà spazio per dormire più a lungo e cucinarmi i pasti come voglio.

In secondo luogo, ho iniziato la mia dieta. Meglio, ho cominciato l'avvicinamento alla dieta a Zona, tagliando uova e carni rosse. L'avvicinamento si fa in sei settimane, quindi non è tanto scioccante: piuttosto sono scioccanti le capsule di Omega 3 e Vitamina E, che hanno le dimensioni delle supposte e vanno ingoiate intere. Vedrò se gli effetti saranno così ammirevoli e duraturi come sembrano essere stati per altri conoscenti.

Stasera romperò il mio silenzio Facebook. Mi mancano non tanto gli amici (quelli si contattano in tanti modi) quanto il chiacchiericcio, i commenti sui fatti italiani e non, le battutacce scambiate fra un Mi piace e l'altro, le notizie che corrono in fretta.

Domani poi, sfidando gli elementi, prima lezione di golf. Era ora. Questa cosa s'ha da fare, perchè deve essere fatta, eventualmente archiviata o perseguita con implacabile costanza fino alla totale assimilazione. Wiederstand ist zwecklos, come dicono i Borg. Se non puoi batterli, unisciti a loro, dico io. I campi di golf sono ovunque, il golf imperversa in televisione, la solitaria pallina che trovai un giorno a Leeds Castle era un presagio di tutte le palline a venire.

Vediamo se l'umore migliorerà. Per ora mi guardo il film, che, avevo dimenticato, ha un paio di momenti davvero disgraziati, prima di precipitare verso il lieto fine. Ma si sa, ciò che è catartico deve fare un po' male.

domenica 19 giugno 2011

Francoforte e Mainz, ma di corsa


E' destino che per il momento il mio ritorno in grande stile a Francoforte debba essere rimandato. Sono andata per la seconda volta ad arbitrare la Tengu Cup, ma come l'anno scorso l'inaspettato colloquio di lavoro a Wolfsburg mi aveva privato del tempo per rivedere il Roemer e l'Alte Oper, quest'anno una tonsillite piuttosto antipatica mi ha consigliato di fare giusto una scappata e tornare in fretta.
Una persona di buon senso non sarebbe andata affatto. Ma notoriamente io non lo sono e per me era più importante mantenere la mia parola e non fare mancare un arbitro alla Tengu Cup: quasi 50 squadre da 5, 260 partecipanti agli individuali, 5 aree di combattimento, 25 arbitri necessari per rendere tutto più fluido e meno massacrante.
Sono stata ospitata a Bad Homburg da Angela, che avevo rivisto brevemente l'anno scorso, ma con cui ho potuto finalmente parlare con agio. Ho rivisto suo figlio Mark, bello e sorridente come lo era quando venne a trovarmi con sua madre a Legnano nel 2003. Il tempo corre.
Visto che la mia gola non aveva proprio nessuna voglia di migliorare, ho chiesto la grazia di essere risparmiata come membro di giuria per il passaggio di grado, in modo da poter tornare a casa prima (in questo senso, una botta di giudizio davvero inaspettata). Accertatami che un sostituto fosse disponibile, stamattina mi sono fatta accompagnare da Angela a Bodesheim per fare colazione a casa di Birgit (che teoricamente avrei dovuto vedere nel pomeriggio, ma a costo di tornare a casa davvero tardi) e poi alla stazione di Mainz.
Birgit, Andreas, Lucas e Sven abitano ora in una casa favolosa nel centro di Bodesheim, uno straordinario restauro di una casa del 1800. Avendo visitato tutte le case di Birgit negli anni, non potevo mancare questa, la prima che finalmente abbia acquistato. Adesso che è tesoriera alla Opel e che è un po' più stabile (chissà se è vero - dopo Mainz, Vienna, Zurigo, Stanford, Mainz, Goteburg e Mainz di nuovo...), non poteva trovare che una dimora speciale, per sé e per la sua famiglia. Ho approvato incondizionatamente la scelta.
Il viaggio di ritorno mi ha portato lungo il Reno, da Mainz a Colonia: i vigneti di Ruedesheim, Kaub, la Lorelei... non c'è nulla di più maestoso della valle del Reno a tarda primavera! Un altro balzo nel passato, al 1993, alla prima volta in cui vidi quei luoghi - non li ho mai più dimenticati, come non ho mai più dimenticato l'eccitazione di vederli nella loro (e forse nella mia) stagione più splendida.

giovedì 16 giugno 2011

La vita, l'Universo e tutto quanto

Le mie amiche Monica e Anna, che sicuramente sono molto più in sintonia con il Tutto di quanto non lo sia io, avrebbero detto che oggi l'Universo mi ha dato un segnale preciso.
Su una scala meno cosmica, l'Olanda mi ha detto: rimani qui!
Riportando il tutto al mio modesto livello, oggi, forse a causa di una sonnolenza post-prandiale non adeguatamente compensata da un caffè decente, ho avuto una distrazione che poteva avere un mare di conseguenze, ma che fortunatamente è stata riparata da una mano ignota e provvida e gentile (e onesta). Sono andata subito a comprare delle capsule di Omega 3.

Il corso da pompiera è stato interessante. Prima di tutto non avevo mai manovrato un estintore a CO2 (guarda caso, sono gli stessi che abbiamo in ufficio) e adesso posso dire di conoscerne tutti i più riposti segreti. Impara l'arte e mettila da parte. Ora ho un tesserino che attesta che, ebbene sì, sono ufficialmente una BHV. Ad agosto seguirò la giornata sul defribillatore automatico e poi avrò concluso la mia formazione da buona samaritana aziendale.

Mentre stavamo trattando le difficoltà dell'evacuazione di un locale pieno di fumo, il mio cellullare si è messo a vibrare. La fatidica chiamata della Pro, finalmente! Ho fissato dunque la mia prima lezione di golf. Sarà un grande amore? o una imbarazzante storia da una notte? Come al solito, ci metterò tutto l'impegno possibile, come se si dovesse trattare della ultima, definitiva passione della mia vita. Poi molto dipenderà dalla controparte: se il golf si innamorerà di me, proprio di me, allora la cosa potrebbe anche durare...

mercoledì 15 giugno 2011

Walk, don't run

Oggi, mal di gola. Probabilmente la permanenza serale sulle sedie a sdraio nel giardino di Lucklum (nonostante le coperte e il fuoco) ha minato le mie tonsille, ahimè. Vabbè, niente di grave, ma se ne fa volentieri a meno. Quindi, stasera, simbiosi con il sofà, anche perchè la giornata non è stata proprio soleggiata.
Ad Amsterdam in ufficio calma piatta: probabilmente tutti temevano la festa pomeridiana con sindaco. Di fatto, avrei fatto bene a starmene a lavorare a casa pure io. Non ho avuto il coraggio di assaggiare i pasticcini targati e, a parte un paio di amministratori delegati sudamericani, non avevo nessuno che mi interessasse salutare.
La performance di danza è stata graziosa, ma non giustificava l'attesa. Piuttosto, è stato commovente sapere che la mia azienda sponsorizza una compagnia di danza: era dai lontani tempi di Kurt che non sentivo più citare una azienda che avesse del danaro da spendere in questo tipo di iniziative.
Anche per questo motivo, mi sono un po' crogiuolata, ma non mi sono esaltata più di tanto, durante l'intervista con la cacciatrice di teste nippo-brasiliana stazionata a Londra, che mi proponeva un lavoro a Milano. Se penso che soltanto un anno e mezzo fa avrei sudato sangue per avere un posto del genere: in centro a Milano, con un 25% di viaggi intercontinentali... e ora? ma chi me lo farebbe fare? Prometto di pensarci per un picosecondo.
Domani, Nieuwegein per il corso da pompiera aziendale. Sono curiosa, è una cosa nuova e le cose nuove sono sempre eccitanti.

martedì 14 giugno 2011

Le cose si muovono...

Bene, bene... stasera vado in bici fino da Anneke per la lezione di conversazione, poi una volta ritornata a casa scopro il messaggio di Annemieke de Goederen, la Pro del Golf Club che finalmente mi risponde! domani dovremmo sentirci, così finalmente il mistero arcano sarà svelato: come cavolo si fa per prendere una mazza in mano? ci vuole una raccomandazione direttamente da Tiger Woods? comunque sia, grande entusiasmo!

I cacciatori di teste sono di nuovo scatenati. Domani una tipa mi chiama per parlarmi di una posizione a Milano, sono già qui che rotolo dalle risate! ma a un gentile headhunter io non sono capace di negare una intervista, alla peggio ho qualche altro amico da presentare.

Domani avremo anche l'inaugurazione in pompa magna del nostro ufficio, con la presenza del sindaco di Amsterdam, champagne, pasticcini, cotillons e ballerini. Un po' di vita da whisky, tanto per non perdere l'abitudine.

Continuo a scrivere sul mio blog parallelo, ma più passano i giorni meno so dove andrò a finire. Qualcuno mi legge dalla Germania, chissà mai chi sarà? come avrà trovato il blog? e chissà se gli piace? o sta solo aspettando di vedere come va a finire?

Conto i giorni, conto i giorni!

lunedì 13 giugno 2011

Quattro sì ai referendum

Nel caso qualcuno avesse dei dubbi, visto che si dice che gli Italiani all'estero sono scarsi come elettori, io ho votato, eccome, dieci giorni fa almeno. E il pasticcio è proprio lì, visto che nel nostro disgraziato paese le leggi si cambiano dalla mattina alla sera, nell'intento di fare tutto il male possibile alla collettività. Quindi la mia scheda sul nucleare recava una dicitura diversa da quella distribuita in Italia. Tutte le altre schede erano identiche, quindi non c'è nessun motivo di gridare all'invalidazione (lo dico per gli speranzosi in questa soluzione).

Quando ho compiuto diciotto anni, è stato un grande momento di orgoglio poter andare a votare. Un momento di passaggio nell'età adulta, finalmente anche la mia voce veniva ascoltata.
Adesso, la miseria politica che pervade l'Italia ha reso il confronto fra le parti talmente sguaiato che non solo non si va a votare perchè non lo si vuole, ma lo si fa per disprezzo verso l'altra parte, per buttare allegramente nel cesso l'opinione degli altri. Il messaggio è: non solo non la penso come te, ma ti disprezzo al punto che voglio che nemmeno la tua voce sia ascoltata.
Io non mi riconosco in questo modo di fare politica. Ma, udite udite, Italiani, anche all'estero non capiscono il VOSTRO modo di fare politica, di accettare l'inaccettabile, di tollerare il compromesso, di esaltare il servilismo, di sdoganare l'indecenza, di perpetuare la mancanza di senso dello Stato.
Siete VOI, chiusi fra le Alpi e Santa Maria di Leuca, gli unici che se anche vedono, preferiscono guardare da un'altra parte, andare al mare, tirare a campare, pensare alla salute, occuparsi della famiglia, che tanto sono le uniche cose che contano.
Siete chiusi in trappola, siete come la rana nella pentola che ormai bolle, e cosa fate? non andate a votare perchè non ve ne frega niente o, peggio, perchè qualcuno (a cui non affidereste le vostre figlie o il vostro portafoglio) vi ha detto di fare così!
I popoli del genere di regola vanno in malora, finchè non ci saranno i soliti quattro fanatici scalmanati che fanno un Risorgimento - come è sempre stato nella ben poco ammirabile storia del nostro paese.
Unglücklich das Land, das Helden nötig hat.

domenica 12 giugno 2011

Riflessioni

Viaggiare in treno mi concilia il sonno, come l'aereo, ma in questo lungo tragitto per e dalla Germania, ho passato molto tempo, più che a ronfare (facendo assumere al mio collo tutte le pose innaturali possibili) a pensare. Sai che novità.

All'andata, un sacco di neri pensieri.
Se c'è una cosa che so fare estremamente bene è l'autoflagellazione, quindi ho speso circa quattro ore e mezzo a rivedere nel dettaglio una sequenza di eventi che, nel mio modo di prendere la vita, hanno sancito, in una specifica circostanza, una clamorosa smentita del fatto che io sia dotata di una qualsivoglia forma di intelligenza.
Nel dipanarsi dell'analisi, non ho potuto fare a meno di annotare, per l'ennesima volta, come io abbia ignorato alcune evidenze che, prese in considerazione freddamente, avrebbero dovuto dettarmi una condotta ben diversa, in un recente caso che ancora occupa la mia attenzione.
Seccante, avere torto e per giunta averlo quando la via della ragione risplende come Bifrost, il ponte arcobaleno che conduce ad Asgard, tanto per trovare un'immagine modesta.
Quindi, ho avuto gioco facile nel riempire le ore di viaggio, senza peraltro arrivare ad una decisione vagamente consolatoria (diciamo che sono arrivata a definire: all'80%, sono stata un'idiota, al 20% non lo sono stata, ma al 100% è stato commesso un marchiano errore di valutazione).
E' incredibile quanto sia facile riuscire ad avvitarsi intorno ad un unico, odioso, opprimente e pernicioso chiodo fisso.

Al ritorno, mi sono risollevata facendomi una cultura su estintori, incendi, esplosivi e sistemi di allarme. La prossima settimana ho il mio corso da pompiera, mi sono messa avanti con lo studio.
Certamente, la bella atmosfera di Lucklum era ancora con me, mentre attraversavo la campagna tedesca, quindi, dopo la lettura, i pensieri si sono avviati per vie meno accidentate.
Sono davvero impaziente di lanciarmi nelle prossime iniziative, le cose nuove hanno una propria energia positiva: se è vero che riesco ad attorcigliarmi intorno a un nero pensiero, è anche vero che un'idea buona riesce a caricarmi come una dinamo.
Ho già stabilito la data per cominciare qualcosa: il 21 di giugno, solstizio di estate.
Addio, odiosa primavera, ne ho avuto abbastanza di te fin dal primo giorno - è ora di passare oltre e respirare di nuovo.

Un salto a Braunschweig


Un po' più di quattro ore e mezzo di treno fino a Braunschweig, per andare a trovare Dido. Il suo club ha organizzato una competizione amichevole per raccogliere fondi da inviare in Giappone e io non sono voluta mancare per questo e per svariati altri motivi. Prima di tutto, volevo rivedere Dido (che aveva celebrato con me il mio compleanno (http://orangeoracle.blogspot.com/2011/01/2-x-3-x-4-x-2.html), sua sorella Christiane, che sta passando un momento un po' complicato con la sua salute e in generale un po' degli amici tedeschi che sarebbero convenuti per la competizione e il seguente barbecue.
Sabato è stato davvero impegnativo, fra prendere parte alla gara a squadre (con una formula innovativa), arbitrare la gara dei principianti, partecipare alla gara degli ultra quarantenni e finire con qualche combattimento libero, quando già lo stomaco aveva dimenticato la colazione e tutto il mio animo anelava ad una salsiccia ed a una birra.
La compagnia di Dido e della sua famiglia è sempre deliziosa. Si parla di giardinaggio, di vino e di formaggio, della vita in generale e, quando avanza tempo, di kendo. Inoltre, vedere Dido e suo marito Kai insieme è un vero spot a favore del matrimonio, persino per una disillusa come me.
E' stato davvero riposante chiacchierare in giardino, guardando il tramonto, godendosi un bel fuoco, bevendosi una bottiglia di un'uvaggio sorprendentemente aromatico di Colombard e Ugni Blanc ... una vacanza pur essendo a casa, in questo piccolo borgo della Bassas Sassonia, Lucklum.


venerdì 10 giugno 2011

Happy Birthday, Your Royal Highness!


Oggi, Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edinburgo, compie novanta anni. Vista la stretta relazione che ci unisce (incontrarlo e' stato uno dei punti memorabili della mia vita, sia come anglofila, sia come kendoka), ho pensato di fargli gli auguri, qui sul mio blog.
Ricordo ancora l'emozione del momento in cui mi dissero che sarei stata uffialmente presentata, come Vice-Presidente della Confederazione Italiana Kendo (avevo appena finito il riscaldamento della mattina, rimasi senza parole per dieci minuti), l'imbarazzo di dover decidere se fare la riverenza o inchinarmi alla giapponese (optai per questa soluzione, essendo vestita in hakama e gi...) e la certezza che, lungo la fila dei vari rappresentanti europei che gli venivano presentati, si sarebbe fermato proprio davanti a me: l'unica donna, l'unica in kendogi... E cosi' avvenne. Una persona gentile, acuta, attenta. E' stato emozionante conversare anche brevemente con lui.
Su un altro piano, il Principe - come Anthony Hopkins - ha qualcosa che mi ricorda mio padre. Forse sono solo io che vedo queste somiglianze, ma mi sarebbe piaciuto festeggiare il novantesimo di papa': purtroppo non era scritto che accadesse.
Buon Compleanno, Altezza!

giovedì 9 giugno 2011

Amelisweerd

E visto che la giornata rimaneva spettacolare, dopo aver mangiato una bella insalata (una cena a orario olandese), sono uscita di nuovo. In un quarto d'ora di bici ero all'Utrechtse Golfclub Amelisweerd.
Naturalmente, tutto sembra molto curato e very, very posh. Un posto molto bello per passare qualche ora all'aria aperta. La devono pensare così anche le ampie colonie di coniglietti, incuranti del fatto che il sacro testo delle Regole li citi come burrowing animals che causano abnormal ground conditions.
Avevo raccolto molte informazioni dal sito e dalla corrispondenza con la segreteria, ma davvero non avevo chiara quale fosse effettivamente la prima cosa da fare per banalmente iniziare un corso da principiante assoluta.
La gentile signorina del negozio che si trova dentro alla club house mi ha aiutato a chiarire la procedura (in verità abbiamo un po' dibattuto, perchè non sembrava che anche lei avesse idee granitiche sul tema). Comunque, abbiamo elaborato una strategia che più o meno suona così:
1) individuare (fra quattro) il Pro che mi sfagiola di più (o che semplicemente ha più tempo a disposizione, secondo il calendario sul sito)
2) chiamarlo e dargli la lieta novella (sarò tua allieva)
3) fissare una prima lezione
4) mandare una mail alla direttrice del Club (perchè anche lei deve avere la lieta novella)
5) cominciare a spendere disordinati quantitativi di denaro in equipaggiamento
6) infierire su un numero imprecisato di palline (e aree circostanti) per capire se il gioco mi piace.
Pensandoci bene, si tratterebbe dello sport più da signorine che io abbia avviato negli ultimi trenta anni: dopo judo, kendo, tiro con l'arco ed equitazione, mi sembra ovvio riflettere che in guerra nessuno ha mai giocato a colpire una pallina.

Per il vestito, niente

Finito il corso in bellezza, sono tornata a Utrecht (ero a Nieuwegein, un paese confinante) con il tram e visto che i negozi erano aperti, mi sono alacremente dedicata alla ricerca del famoso vestito per il matrimonio del 2 luglio.
Sono approdata, dopo qualche perlustrazione per Hoge Catharijne (che quando venne aperto, dall'allora Principessa Beatrice, era il più grande centro commerciale d'Europa), al Bijenkorf. Ho vagato e vagato, talvolta soffermandomi accanto all'occasionale little black dress di Max Mara - e allontanandomi quando mi accorgevo che la signora accanto a me che stava guardando la stessa rastrelliera poteva essere mia zia, se non mia madre (e riflettendo che in verità poteva anche avere solo 5 o 6 anni più di me). Ho visto abiti che avrei prontamente acquistato per avviare la mia vita parallela di pole dancer (una segreta aspirazione), ma non per un pomeriggio in chiesa. Ho fatto anche lo sforzo titanico di provare due, dico due, abiti. Titanico prima di tutto perchè ho dovuto forzarmi a chiedere ad una commessa quale poteva essere la mia taglia, visto che quelle europee non ci azzeccano con quelle italiane (misure 36? con quelle stanghe delle olandesi?). Primo abito: non tanto stretto, quanto corto. Non ho più l'età per la mezza coscia esposta e purtroppo nemmeno per il deltoide scoperto. Secondo abito: uh, la spalla era misericordiosamente coperta, ma ho rischiato di dovermelo comprare per l'impossibilità di sfilarmelo di dosso. No, questa impresa non butta bene. Non voglio vestirmi da ufficio, voglio una roba da femmina, ma di questo passo non so come finirà.

Procediamo con ordine

Giornatona piena - ed è un peccato dichiararla chiusa, perchè il sole è ancora alto (manca un quarto alle nove di sera) e il cielo è azzurro.
Ho fatto talmente tante cose, che un post non basterà.
Ma cominciamo dal comincio: il corso per BHV.
E' sempre una sfida pertecipare a qualche evento parlato in Olandese. Tuttavia la mia comprensione è migliorata, devo ammettere, se sono riuscita persino a passare il test a fine giornata, con domande a scelta multipla formulate in un linguaggio piuttosto formale.
Rianimare un manichino di gomma non corrisponde alla mia idea di divertimento, ma tutto sommato credo di poter tener botta quei cinque, dieci minuti che possono servire a salvare una vita, continuando allegramente a massaggiare il cuore del poveretto di turno. E' un bel pensiero.
Ci sarebbe da domandarsi perchè le manovre prendano sempre il nome da individui che ce l'hanno impronunciabile, come Heimlich o Rautek. Chissà se esiste una Manovra di Rossi, in qualche oscuro manuale di pronto soccorso.
Comunque sia, ho parlato tutto il giorno in Olandese, senza cedere alla tentazione di passare all'Inglese. La cosa più buffa? La mia vicina di posto, Ilona, lavora per la Datalogic, proprio la Datalogic di Bologna, che ha un ufficetto commerciale poco lontano da Utrecht. Il mondo è piccino davvero.
La prossima settimana facciamo i pompieri, poi impareremo ad usare un defribillatore automatico (sembra un gioco da bambini) e alla fine avremo il nostro ricco patentino da BHV. Speriamo di non doverlo usare mai, ovviamente.
E' stato comunque interessante vedere come le tecniche di pronto soccorso si evolvano - già rispetto ai corsi che ho fatto in Italia anni fa (al lavoro o per il kendo). Non c'erano gli AED, ma si cercava il polso carotideo (oggi pare non importi più) e sono certa che la proporzione fra compressioni e ventilazioni non fosse 30 a 2. Bene, le modifiche della tecnica tengono alta la soglia dell'attenzione.

mercoledì 8 giugno 2011

Ooops!

Ahime', Lily Conemans e' un negozio bellissimo, la commessa e' gentile e simpatica, le sete sono fantastiche, fanno un modello molto simile a quello che ho in mente (direi: IDENTICO), MA... hanno bisogno di 8 settimane dopo la sessione di misura... cavolo, questo mi scompiglia le carte in tavola!
Ho dato un'occhiata ad un altro negozio, ma non ho voglia di sembrare la Regina Beatrice, devo trovare una alternativa che mi convinca. Sarà durissima.
Per consolarmi, ho comprato un annaffiatoio da cinque litri e una bilancia da cinquecento grammi. Il fatale momento della dieta a zona si appropinqua.
Domani, corso per diventare BHV (= bedrijfhulpverlener) - lascio agli Affezionati Lettori il compito di trovarsi la traduzione. Sarà interessante e, soprattutto, in Olandese. Per fortuna non è un tema nuovo, ma il corso serve comunque per avere il patentino per usare un AED... e anche qui sono tutti fatti vostri.
Una volta finito il corso, visto che il giovedì è koopavond, andrò in cerca di qualche idea per il vestito - o mi piglio la bici e me ne vado ad Amelisweerd a vedere il golf club. Inesorabile.
Ehm. Ho speso dieci minuti (forse un po' di più) per documentarmi sulle Regole del Golf. Ho già un elenco di domande perplesse lungo così, ma se voglio passare l'esame (ribadisco, in Olandese) dovrò trovare il bandolo. D'altra parte ho studiato tante materie, ho fatto tanti esami in vita mia che uno in più non potrà pesare. In verità è da un po' che non mi impegno ad imparare qualcosa di nuovo (a parte la lingua locale), diamo una scossetta ai neuroni!
PS: ebbene sì, anche in Olanda ci sono uomini furbetti... credo proprio di conoscerne almeno uno, mannaggia!

martedì 7 giugno 2011

L'inesorabile ruota degli eventi...

...si è messa in moto.
Probabilmente domani riesco a fare un salto da Lily Conemans, ma temo che i tempi di consegna siano un po' troppo lunghi per essere compatibili con le mie esigenze. Vorrà dire che esaminerò le scelte a pronta consegna e allargherò la ricerca ad altri negozi. Ho detto vestito favoloso, devo cercare di tenere fede alla mia aspettativa.
La corrispondenza con il club di golf è stata intensa, ma niente potrà sostituire una bella visita di persona, per valutare la distanza da casa (che credo sia davvero irrisoria) e per stabilire il calendario delle prime lezioni con il fortunato Pro di turno. Internet è prodiga di informazioni, intanto comincio a farmi un'idea, visto che il libro delle Regole sarà, appropriatamente, in Olandese. Bene, sarà un buon esercizio. La segretaria, dall'impossibile nome frisone, ha espresso grande entusiasmo per la mia totale ignoranza, speriamo che sia un buon segno. Dieci lezioni individuali da 50 minuti dovrebbero darmi un'idea riguardo alla tecnica, devo capire se questa cosa mi prenda o meno, e se son rose fioriranno.
Il collega di Chiara che sa tutto sulla dieta a Zona mi ha già scritto, devo individuare un giorno X per iniziare (facciamo un lunedì?) e con il conforto di chi la ha già seguita scrupolosamente vedrò se riuscirò ad applicarla per più di una manciata di settimane. Intanto farei bene a comprarmi una bilancia per gli alimenti.
Il biglietto per la mia vacanza celebratoria in Cornovaglia è stato acquistato. Mi troverò a Gatwick con la Paola e suo figlio Nicolò e di lì l'avventura inizierà, con l'animo di trenta anni fa, possibilmente. Certo che avere una carta di credito cambia notevolmente la prospettiva (come il fatto di avere un figlio al seguito per Paola), quindi le aspettative di vivere l'esperienza con lo stesso spirito pioneristico del 1981 possono definirsi un po' eccessive. Ma ci proveremo e mal che vada si cambierà tutto all'ultimo secondo - è il bello dell'on the road.
Il giorno che inizierò la dieta a Zona, tornerò anche su Facebook. Ebbene sì, mi manca. Non da morirne, ma a sufficienza da soffrirci. Non appena avrò confezionato la mia prossima tortura autoinflitta potrò con serenità sospendere la precedente. E' un pensiero confortante.

Una assoluta autorita' sugli uomini olandesi

Blogger dota noi grafomani solitari di statistiche. Un po' generiche, per mantenere la privacy (e un po' perche' la Rete e' una giungla difficle da districare), ma ci raccontano se qualcuno ci legge, da quale paese e quali sono i post che compaiono piu' spesso nei motori di ricerca.
Ebbene, il post che appare piu' spesso - che venga veramente letto, poi non lo so - e' http://orangeoracle.blogspot.com/2009/12/considerazioni-sullolandese-gli-uomini.html.
Evidentemente le donne italiane stanno cercando di rivolgersi all'estero, cosi' come la stragrande maggioranza dei miei amici in cerca di lavoro. Effettivamente, il Bel Paese rimane una bella meta per le vacanze, ma sta perdendo un sacco di punti in termini di opportunita' di vita da offrire... e avendo una seppur modesta, ma variegata e soprattutto FALLIMENTARE esperienza con gli uomini italiani, beh, non faccio fatica ad allinearmi con le sconosciute surfiste in cerca di informazioni affidabili sugli uomini foresti.
Olandesi? e chi ne ha toccato uno? mi dicono che sono servizievoli, fedeli, affidabili, scrupolosi a letto e incapaci di corteggiare. Sara'. Io trovo alcuni colleghi un po' grezzi, ma non so mai se e' un problema di cultura, di eta' o legato alla persona - e sempre su cose molto di dettaglio, non davvero di sostanza: aprire le porte, lasciare il passo, essere un pochino complimentosi (ci e' voluto un brasiliano, perche' qualcuno notasse che ero stata a tagliarmi i capelli).
Sto addestrando il mio collega Marcel a dire che gli sono mancata quando non mi vede per un po' e a fare domande di pura cortesia anche quando preferirebbe sedere dietro al suo schermo in silenzio per ore. I successi sono limitati, ma almeno ha capito la logica. A me Marcel piace (come persona), ma mi rendo conto che senza applicare l'elettrochoc o la fustigazione difficilmente riuscira' ad essere carino spontaneamente. Quindi mi accontento di fare l'Italiana un po' strana che lo tormenta un po', come una bimba farebbe con il suo animaletto preferito. Chissa' se un pochino apprezza.

lunedì 6 giugno 2011

Illuminazione

Sono arrivata in Olanda stamattina alle 8. Abbiamo volato in mezzo alle nuvole pannose che tanto mi piacciono e che mi fanno pensare ingenuamente che se il paradiso esistesse dovrebbe davvero assomigliare ad una infinita distesa di queste nuvole, bianche, grige, blu, morbide, vaporose, probabilmente dolci da mangiare.
Saranno state le nubi, sarà stata la benefica aria olandese, sarà stata la breve illusione di aver raggiunto il nirvana - o forse la sveglia alle 4 del mattino: fatto sta che oggi ho preso rapidamente una serie di decisioni e mi sono messa subito all'opera per renderle operative.
1) voglio comprarmi un vestito favoloso per il 2 di luglio, So già come lo voglio, tipo di tessuto, colore, modello, so dove farmelo fare (Lily Conemans). Mercoledì lavoro da casa e passerò dal negozio a domandare di quantio tempo hanno bisogno


2) voglio iniziare al più presto la dieta a zona. Perchè aspettare il terzo Q?


3) voglio imparare a giocare a golf. Ho già trovato un club non lontano da casa (in Olanda ci sono quasi trecento campi, in una superficie pari ad Emilia-Romagna e Veneto messi insieme), ho scritto per avere informazioni sul loro pacchetto di lezioni per principianti. Ho già due amici che mi aspettano (nella certezza di battermi), uno a Ravenna, l'altro a Dubai - lasciateli godere ora, perchè poi non so più se si divertiranno tanto.
Come dice Goethe: Comincia ora!

sabato 4 giugno 2011

Elogio della prudenza – neopuberi e coguare

Ultimamente mi ritrovo spesso a ragionare (diciamo, meglio, a conversare) con persone della mia età che improvvisamente scoprono la loro seconda pubertà.
I matrimoni, in crisi da anni, vanno a pezzi, i figli grandicelli sono già diventati abbastanza indipendenti ed antipatici da non costituire più il collante di un' unione che traballa: e via che si prende atto che un rapporto si è esaurito.
Bene, nulla di sorprendente, succede. Ma quello che mi lascia a bocca aperta (non uso quella parola orrida, basita) è la maniera in cui i neopuberi si riimmergono nel gioco delle coppie, certamente alla ricerca di conforto e soprattutto di una commodity che quasi certamente il matrimonio in crisi non riusciva più a fornire con la stessa temperatura dei primi anni felici: il sesso.
Personcine perbene, al limite del noioso, diventano dei Caligola o delle Messaline, non tanto per via della propria carica di non più repressa libido, quanto per l'assoluta mancanza di scrupoli nel maneggiare i propri e gli altrui sentimenti. Ecco, questo davvero mi lascia stupefatta.
Come se gli anni di frustrazione ed infelicità avessero armato la mano dei neopuberi, eccoli avviarsi con gioiosa noncuranza per le vie impervie del corteggiamento (dovrei usare il termine rimorchio?), buttando ami e recuperando lenze – o meglio ancora usando intere batterie di palamiti.
Individui che non mentirebbero nemmeno al lavavetri al semaforo, diventano improvvisamente prodighi di promesse immantenibili; onesti padri di famiglia si scoprono, con un certo compiacimento, estensori di lusinghe ingannatrici; casanova in rodaggio, a proprio agio nel nuovo ruolo di maciullatori di cuori, si fanno assolvere dall'amico di turno, che per qualche strano caso del destino, in questa epoca storica disgraziata, sembra avere un consiglio solo: ma sì, lasciati andare, vai fino in fondo, è giusto a questo punto della tua vita....
E a questo punto della loro vita, i neopuberi infliggono e si infliggono tutte le delusioni sentimentali che saggiamente avrebbero evitato da adolescenti, non essendo più protetti dall'ala della timidezza o dalla barriera dell'acne.
Dove è finita l'antica prudenza? La gentile riservatezza, il rispetto dei sentimenti altrui, la sofferenza silenziosa di chi spera di essere ricambiato? Tutti si buttano nel pantano senza sapere nemmeno se vogliono nuotare o semplicemente sollevare degli schizzi, ma soprattutto senza domandarsi più: che cosa vuole questa persona davanti a me?sta giocando il mio stesso gioco o non ha proprio voglia di giocare?
Il gioco delle coppie diventa un atto solitario: una rivincita sulla fallimento della propria vita matrimoniale, un recupero per i troppi anni di sesso “solo-quando-i-bambini-sono-dai-nonni”, un desiderio di dimostrare a sé stessi che ce la si può ancora fare. Allora via alle avances purchessia, alla caccia indiscriminata, e ovviamente alla fuga precipitosa.
E se esistesse qualcuno che ancora volesse fare sul serio, a chi dovrebbe rivolgersi? Ai trentenni? Non c'è dunque da meravigliarsi del fenomeno delle cougars, le leopardate che intrattengono relazioni con uomini più giovani. In America sono già una potenza, un gruppo socialmente riconosciuto. Demi Moore dovrebbe mettere su un'agenzia di consulenza – in fondo la sua storia tiene botta...

Ritorno a Bologna

Un altro Frecciarossa, un altro regalo – se fosse puntuale come all'andata...
Il programma odierno è stato del tutto sconvolto, a parte il parrucchiere, dove ho re-incontrato una fanciulla che era vicina di casa tanti anni fa e che ancora si ricordava di me e della mia vita di allora. Molto brava e svelta, devo dire, colpi di sole a tempo di record, ed eccomi fuori sotto la pioggia.
La Marina è stata travolta da un turno imprevisto, ma la sua rinuncia ha lasciato spazio per vedere Olindo e la Rosy, ed è sempre una gioia.

Frecciarossa

Di corsa per la pianura emiliana, sotto un cielo ingrigito. Il Frecciarossa potrebbe essere in orario, ci conto invero, visto che Max T. viene a prendermi in stazione per un ape anticipato. Il Wifi è gratis, fino all'11 giugno, peccato che la procedura di collegamento preveda comunque l'accesso via carta di credito, buonanotte, non ci penso nemmeno. Questa meraviglia della tecnologia italica, questo destriero indomabile di Trenitalia, questo prodigio di velocità e puntualità che meriterebbe un poema futurista potrebbe portarmi fino a Malpensa, ho scoperto – e questo potrebbe darmi delle interessanti alternative per le visite future in patria.
Si corre lungo una A1 abbastanza libera, il popolo dei pontieri del 2 giugno è già disteso sulle spiagge o arrampicato sui monti. Il treno è abbastanza vuoto, infestato come al solito di aficionados del cellulare o dell'iPod – un modo per scassare i timpani del vicino si trova sempre.
Brutte zone industriali, i nuovi capannoni della Fiera di Parma, rotoballe, casali in rovina, campanili in lontananza, l'infinita riga nera della Scic (uno sgorbio di carboncino sulla campagna verde). Le colline sono già lontane, siamo nel piatto più piatto della pianura Padana.
Stasera Max (S.) e la Chiara – una vita che non ci si vede, dovremo trovare un buon ristorante in Legnano, dopo che i Suonati, il nostro preferito, ha cambiato gestione. Beh, è una preoccupazione da poco. Magari domattina faccio un salto a trovare la Paola e la Chiara in enoteca, dopo il parrucchiere e il pranzo con la Marina. Oh, è bello avere l'idea che si sta facendo qualcosa di giusto e di santo, rivedere gli amici, la luce della mia vita, anche quando sono lontani.

venerdì 3 giugno 2011

Bologna



Colazione in via Orefici. Quattro passi per il Quadrilatero. Gli occhiali nuovi dal mio ottico storico (ci vado da quando avevo 13 anni). Bologna al suo meglio, in una bella mattina di tarda primavera.

Io non sono andata via da Bologna volontariamente, nel 1992. Mi sono sentita cacciata via. Dopo essermi fatta un mazzo tanto per diventare ingegnere, dopo aver lavorato per IBM presso l'Università, il mercato bolognese mi offriva solo modesti posti da programmatrice a un milione e mezzo al mese. Non era certo quello per cui mi ero tanto data da fare: quando, per un colpo di fortuna (?), il mio CV finì sul tavolo di un direttore di una azienda di consulenza milanese (grazie Marco), la mia vita cambiò per sempre. Lo stipendio, il tipo di lavoro, le prospettive erano di gran lunga più allettanti di quanto Mamma Bologna potesse mai offrire ad un ingegnere elettronico all'epoca e così partii. Per l'orrida Milano, l'incubo di ogni bolognese nato entro le mura.
Sistemata la mia vita e la mia carriera a Milano, il mio mondo bolognese andò a pezzi nel giro di tre mesi. Potrei quasi affermare che tutti i ponti si erano bruciati alle mie spalle – non c'era più la vita di prima alla quale tornare, non avevo altra scelta che guardare avanti e lasciare Bologna per sempre dietro di me.
Per questo Bologna non si apre come un porto di ritorno tranquillo, ma mi offre sempre un modo di mettere il sale sulle ferite. Anche se camminando per strada ho sempre l'impressione di vedere qualcuno che conosco, da un lato temo anche di vedere facce sgradite, che appartengono ad un passato remoto, ma che, per via della mia memoria granitica, potrebbero ancora farmi salire il sangue alla testa e farmi provare istinti omicidi mai del tutto sopiti.
Detto ciò, io amo Bologna, come si può amare qualcuno che si è perduto, ma che per lungo tempo è stato una grande passione. Sono sempre stata smisuratamente orgogliosa di essere bolognese, adoro il colore dei mattoni, ammiro le torri, i portici, gli ippocastani dei viali. Mi piace mostrare Bologna agli amici forestieri, ma so di non essere più una pianta di questo bosco.
A volte provo quasi un'invidia rabbiosa per chi è riuscito a rimanere, come alcuni compagni di università o certi amici di gioventù. Ma sono moti dell'animo che passano in fretta, prima di tutto perchè l'invidia non fa parte della mia natura e poi perchè, sì, sono smisuratamente felice della vita che ho avuto, anche se tanto ancora mi manca (un compagno, un porto di arrivo, un po' di pace dell'anima). E se Bologna non mi avesse spinto via a calci, non avrei mai visto tutto quello che ho visto, fatto tutto quello che ho fatto, raggiunto tutto quello che ho raggiunto e non sarei mai diventata quello che sono: e tutto sommato, mi va bene così.

giovedì 2 giugno 2011

Festa della Repubblica

Bello iniziare la giornata guardandosi in televisione la sfilata... per me le divise sono una visione confortante, figuriamoci vedere i corazzieri, le uniformi di gala, le frecce tricolori. È un ritorno all'infanzia – e anche ad una delle grandi frustrazioni della mia vita. Se soltanto fossi nata quel dieci anni dopo... avrei potuto risolvere la miopia con il laser e avrei potuto fare l'Accademia Militare, a quest'ora sarei stata abbondantemente in carriera... e vabbè, non doveva andare così.

È una bella giornata, dopo l'inverno olandese, la primavera giapponese, l'autunno cileno ora finalmente mi godo un po' di estate – oggi pomeriggio a spasso per il Parco dei Cedri, immersa nel profumo inebriante dei tigli, stasera una bella passeggiata in centro...

mercoledì 1 giugno 2011

Giugno


Oh, questo giugno mi prende bene! A parte il fatto di iniziare con una vacanza e una bella rimpatriatona italica, ho idea che ci sia un trend positivo in avviamento. Primo giugno: suona bene! e domani la Festa della Repubblica - che mi ricorda che un giorno dovro' passarla a Roma, guardando la parata militare lungo i Fori: ognuno ha le sue piccole mete da raggiungere...
L'aria tiepida di giugno... forse la magia e' tutta li', in quei pochi gradi di differenza che fanno mettere tutti gli Olandesi in infradito, tutti mezzi nudi sui balconi, sulle sedie piazzate sul marciapiede davanti a casa, in mezzo ai parchi affollati come Rimini a Ferragosto. C'e' un'aria di allegria, di leggerezza, perlomeno. Chissa', magari mi faccio contagiare anche io, con i miei umori di piombo...
Ieri sera ho parlato con Monica, che io continuo a considerare una fonte inesauribile di ispirazione - sembra che abbia trovato la carriera che le si addice ed io la trovo perfetta per il ruolo di "Life Coach". Anche questa e' una bella notizia!
E stasera, via che si comincia: cena con la Donamat, domani caffe' con la Livia, cena con Marco, dopodomani colazione con Paolo, pranzo con la Ba e viaggio a Milano, cena con Max e la Chiara. Sabato mattina parrucchiere, pranzo con Marina e ritorno a Bo. Spero di vedere la Moira, ho ancora qualche slot per cene, pranzi, colazioni, notti, merende, caffe', gelati. Sono certa che riusciro' a completare il puzzle e ad abbracciare tutti quelli che mi sono mancati. E anche questo mi fa pensare tutto il bene di questo giugno.