Finito il corso in bellezza, sono tornata a Utrecht (ero a Nieuwegein, un paese confinante) con il tram e visto che i negozi erano aperti, mi sono alacremente dedicata alla ricerca del famoso vestito per il matrimonio del 2 luglio.
Sono approdata, dopo qualche perlustrazione per Hoge Catharijne (che quando venne aperto, dall'allora Principessa Beatrice, era il più grande centro commerciale d'Europa), al Bijenkorf. Ho vagato e vagato, talvolta soffermandomi accanto all'occasionale little black dress di Max Mara - e allontanandomi quando mi accorgevo che la signora accanto a me che stava guardando la stessa rastrelliera poteva essere mia zia, se non mia madre (e riflettendo che in verità poteva anche avere solo 5 o 6 anni più di me). Ho visto abiti che avrei prontamente acquistato per avviare la mia vita parallela di pole dancer (una segreta aspirazione), ma non per un pomeriggio in chiesa. Ho fatto anche lo sforzo titanico di provare due, dico due, abiti. Titanico prima di tutto perchè ho dovuto forzarmi a chiedere ad una commessa quale poteva essere la mia taglia, visto che quelle europee non ci azzeccano con quelle italiane (misure 36? con quelle stanghe delle olandesi?). Primo abito: non tanto stretto, quanto corto. Non ho più l'età per la mezza coscia esposta e purtroppo nemmeno per il deltoide scoperto. Secondo abito: uh, la spalla era misericordiosamente coperta, ma ho rischiato di dovermelo comprare per l'impossibilità di sfilarmelo di dosso. No, questa impresa non butta bene. Non voglio vestirmi da ufficio, voglio una roba da femmina, ma di questo passo non so come finirà.
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1 commento:
Mi raccomando, il giorno fatidico fate molte foto, così potrò poi vedere anch'io facce e creazioni d'alta moda!
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