Giornatona piena - ed è un peccato dichiararla chiusa, perchè il sole è ancora alto (manca un quarto alle nove di sera) e il cielo è azzurro.
Ho fatto talmente tante cose, che un post non basterà.
Ma cominciamo dal comincio: il corso per BHV.
E' sempre una sfida pertecipare a qualche evento parlato in Olandese. Tuttavia la mia comprensione è migliorata, devo ammettere, se sono riuscita persino a passare il test a fine giornata, con domande a scelta multipla formulate in un linguaggio piuttosto formale.
Rianimare un manichino di gomma non corrisponde alla mia idea di divertimento, ma tutto sommato credo di poter tener botta quei cinque, dieci minuti che possono servire a salvare una vita, continuando allegramente a massaggiare il cuore del poveretto di turno. E' un bel pensiero.
Ci sarebbe da domandarsi perchè le manovre prendano sempre il nome da individui che ce l'hanno impronunciabile, come Heimlich o Rautek. Chissà se esiste una Manovra di Rossi, in qualche oscuro manuale di pronto soccorso.
Comunque sia, ho parlato tutto il giorno in Olandese, senza cedere alla tentazione di passare all'Inglese. La cosa più buffa? La mia vicina di posto, Ilona, lavora per la Datalogic, proprio la Datalogic di Bologna, che ha un ufficetto commerciale poco lontano da Utrecht. Il mondo è piccino davvero.
La prossima settimana facciamo i pompieri, poi impareremo ad usare un defribillatore automatico (sembra un gioco da bambini) e alla fine avremo il nostro ricco patentino da BHV. Speriamo di non doverlo usare mai, ovviamente.
E' stato comunque interessante vedere come le tecniche di pronto soccorso si evolvano - già rispetto ai corsi che ho fatto in Italia anni fa (al lavoro o per il kendo). Non c'erano gli AED, ma si cercava il polso carotideo (oggi pare non importi più) e sono certa che la proporzione fra compressioni e ventilazioni non fosse 30 a 2. Bene, le modifiche della tecnica tengono alta la soglia dell'attenzione.
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