martedì 21 giugno 2011

Un po' di swing

Bene, oggi ho avuto il mio battesimo del fuoco, se così si può dire.
Primo giorno di estate, non vedevo l'ora che la primavera finisse: con una stagione nuova, si possono provare cose nuove e si possono dimenticare alcune delle vecchie, sperabilmente.

Sono arrivata abbastanza trafelata al Golf Club. Il cielo minacciava pioggia ed essendo in bici ho cercato di accelerare un po'. Ho parcheggiato il potente mezzo e sono entrata nella Club House. Ho chiesto di Annemieke, ma essendo in clamoroso anticipo ho dovuto aspettarla un po' nel ristorante. Un bel posticino, una bella vista sul verde: la foto a grandezza naturale della Regina Beatrice e del Principe Claus su una parete rende l'atmosfera un tantino formale.
Mentre aspettavo Annemieke riflettevo sulla dote sublime della puntualità. Ho letto su Facebook un simpatico aforisma: la vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate. Per quello che ho capito dei golfisti, la puntualità è una specie di ossessione, per una serie di validi motivi, stabiliti dalle Sacre Regole. Non ho potuto fare a meno di sorridere vedendo fuori dalla finestra del club un signore che contemplava l'orologio al polso con aria impaziente, giusto sotto il grande quadrante vicino al driving range. Beh, magari il golf non rende migliori, ma almeno rende attenti agli orari: e questo costituisce una buona approssimazione di educazione, per quanto non sia un sostituto di altre virtù più
sostanziali.
Annemieke è arrivata con un minuto di ritardo. Mi ha portato nel negozio del club, dove una signora molto cotonata mi ha confezionato un ingresso giornaliero per il driving range e mi ha venduto una tessera per mungere palline dalle macchine distributrici.


Annemieke è una ragazza simpatica dal bel sorriso: mi ricorda un po' la mia amica Paola di Padova. Mi ha fatto provare a colpire senza darmi nessuna indicazione: dopo il primo pseudoswing malamente fallito, sono riuscita a centrare sempre la pallina - già ero sorpesa. Da lì in avanti è incominciata la lezione vera e propria: AM. mi ha disegnato alcuni segni sulle mani per aiutarmi a trovare qualche riferimento per l'impugnatura, poi mi ha corretto la postura, infine mi ha spiegato come piegare i polsi nella fase iniziale dello swing. Ha notato subito che capivo subito quello che mi spiegava - i lunghi anni di kendo qualcosa mi hanno insegnato riguardo a impugnature e caricamenti. Quando sono riuscita a mandare la pallina alla bandiera dei 110 metri, mi ha detto che avrei potuto vantarmi con i miei amici per aver raggiunto una distanza del genere con una mazza numero 7. Sarà: io per non sbagliare l'ho subito postato su Facebook, ma non sono poi certa che si tratti di un grande achievement.


Certamente il fatto di colpire la pallina nel modo giusto dà una certa soddisfazione, un piacere neanche tanto sottile, visto che va fatto con un bel po' di energia. Annemieke mi ha detto che i tiri lunghi potrebbero essere il mio punto forte - la forza bruta evidentemente non mi manca.
Le signore nel golf godono del privilegio di avere un tee più vicino alla buca: ma mi è parso di capire che si tratta di una di quelle carità pelose di cui le buone (e robuste) giocatrici olandesi fanno volentieri a meno. Per essere il primo sport da femminucce della mia vita (a parte la drammatica parentesi del balletto della mia infanzia), mi pare non scevro da una significativa dose di rivendicazioni femministe. Bene, sono nel mio elemento.
Prossimo step: ho già prenotato un certo numero di lezioni fra luglio e agosto e domani o dopodomani andrò a cercarmi un po' di equipaggiamento: Annemieke mi detto che abbastanza vicino a casa c'è un ENORME negozio specializzato. E che ci vuole, a parte dei soldi da buttare? In fondo ho ancora un bel po' di palline da mungere, potrei fare un salto a ripassare la prima lezione già questa settimana.
Sarà una grande passione, dunque? Mmm, meglio andarci piano con le dichiarazioni d'amore, di solito portano malissimo. Diciamo che c'è una calda simpatia.

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