Il viaggio a ritroso prosegue, ma con qualche aggiustamento.
Ho scritto tante volte di quanto la memoria lunga sia una caratteristica che ha fatto sia la mia fortuna, sia la mia infelicità.
Il grande miracolo di Photoshop invece consente di selezionare, depurare, focalizzare. Ho conosciuto persone che sostenevano di avere una memoria selettiva, mi domando che cosa davvero intendessero: immagino che la selezione sia sempre andata a loro vantaggio, altrimenti perchè vantarsene? In verità, queste affermazioni sone sempre suonate un po' minacciose, come se mi stessero dicendo: ti posso cancellare dalla mia vita quando voglio.
La damnatio memoriae, l'iconoclastia, Photoshop, la memoria selettiva (qualunqua cosa questo voglia dire) sono tutti aspetti dello stesso bisogno: rimuovere, eliminare, far impallidire le immagini che ci disturbano, che ci ricordano fallimenti più o meno grandi e, direi quasi mai nel mio caso, che ci generano intollerabili sensi di colpa. In fondo la rimozione è un fenomeno psicologico reale.
Oggi anche io voglio sentirmi capace di dimenticare, di godere almeno dell'illusione della rimozione. Pubblico le foto che mi ricordano un passato come avrei voluto avere e che invece non ho avuto. Cancello le ombre, sfumo la rabbia, tengo solo la dolcezza del passato.
Con papà.
Con Rino al mare!
Con Michele "Tu vuo' fa l'Americano".
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