Di corsa per la pianura emiliana, sotto un cielo ingrigito. Il Frecciarossa potrebbe essere in orario, ci conto invero, visto che Max T. viene a prendermi in stazione per un ape anticipato. Il Wifi è gratis, fino all'11 giugno, peccato che la procedura di collegamento preveda comunque l'accesso via carta di credito, buonanotte, non ci penso nemmeno. Questa meraviglia della tecnologia italica, questo destriero indomabile di Trenitalia, questo prodigio di velocità e puntualità che meriterebbe un poema futurista potrebbe portarmi fino a Malpensa, ho scoperto – e questo potrebbe darmi delle interessanti alternative per le visite future in patria.
Si corre lungo una A1 abbastanza libera, il popolo dei pontieri del 2 giugno è già disteso sulle spiagge o arrampicato sui monti. Il treno è abbastanza vuoto, infestato come al solito di aficionados del cellulare o dell'iPod – un modo per scassare i timpani del vicino si trova sempre.
Brutte zone industriali, i nuovi capannoni della Fiera di Parma, rotoballe, casali in rovina, campanili in lontananza, l'infinita riga nera della Scic (uno sgorbio di carboncino sulla campagna verde). Le colline sono già lontane, siamo nel piatto più piatto della pianura Padana.
Stasera Max (S.) e la Chiara – una vita che non ci si vede, dovremo trovare un buon ristorante in Legnano, dopo che i Suonati, il nostro preferito, ha cambiato gestione. Beh, è una preoccupazione da poco. Magari domattina faccio un salto a trovare la Paola e la Chiara in enoteca, dopo il parrucchiere e il pranzo con la Marina. Oh, è bello avere l'idea che si sta facendo qualcosa di giusto e di santo, rivedere gli amici, la luce della mia vita, anche quando sono lontani.
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