venerdì 27 gennaio 2012

Ma che razza di posto è?


Al di là di tutto quello che ho fatto, Dubai è un posto che fa riflettere. Sicuramente è diverso da qualunque altro luogo che io abbia mai visitato. Potrebbe ricordare Shanghai, per il lusso sfrenato, ma no, non è propio la stessa cosa.
Innanzitutto, Dubai ha una storia lunga appena 40 anni - quale forza straordinaria ha potuto far sorgere una città di grattacieli nel mezzo del deserto? un luogo che ricorda forse ogni altro luogo, perchè ne copia amplificandoli tutti gli aspetti più spettacolari... tutto a Dubai deve essere il massimo: un sogno arabo che si concretizzza, la frontiera della contemporaneità estrema...
Ho pensato, se un essere umano avesse a disposizione risorse illimitate, questo è quello che costruirebbe? una città meravigliosa, che ti lascia a bocca aperta continuamente. Ma che società vive in un luogo così splendido? Una congerie di comunità che non si amano, ma che convivono per interesse: arabi che guidano come pazzi per dimostrare che sono i padroni di casa, expats che raccolgono tutto il meglio del lusso, ma che non provano nessun amore per chi li ospita, indiani, filippini, iraniani che fanno funzionare un luogo che sembra non appartenere a nessuno.
Si costruiscono palazzi ovunque (Dubai è un grande cantiere), ma per chi? per chi costruisce i palazzi medesimi: sembra una spirale senza significato, fine a sè stessa.
A tratti sembra che questa società abbia reinventato la schiavitù - ma come osserva acutamente Hossam, gli schiavi veri non sono tanto i pakistani che puliscono le strade, quanto i professionisti come lui, che rendono il luogo attraente per il mondo, che guadagnano qui, ma che spendono qui. E Dubai dà ovviamnete dipendenza, non è facile uscire da questa bolla e mantenere lo stesso glamour, lo stesso stile di vita...
Di fatto, sembra di essere in una Disneyland per adulti, e con buona pace del fatto che si tratta di un paese arabo, negli hotel si trova tutto l'alcool che si vuole, le prostitute sono il meglio che la Grande Madre Russia può offrire e se si accetta la piccola vergogna di entrare nel reparto porno delle carni di maiale, i supermercati hanno tutti i salami che si desiderano.
Va reso merito comunque a chi ha sognato e realizzato tutto questo. Creare dal nulla non è cosa da tutti e il disegno che gli sceicchi di qui avevano in mente è sicuramente ammirevole. Sono riusciti a portare il mondo nel deserto, invece di prendere su ed andarsene armi e bagagli in un posto più ospitale. Hanno creato in questo scatolone di sabbia un fututo per i propri sudditi e i loro figli. Si può essere snob, ma non è stata una impresa insignificante, nè priva di una certa nobiltà.

Ci vivrei? non so. Certo se la stessa domanda me la fossi fatta dieci anni fa, avrei detto: al volo! per un lavoro iperpagato, per un certo status sociale, per il gusto della scoperta.
Oggi penso: abito in un paese che è già mio per scelta, non tanto per nascita. Ho tempo a disposizione e uno stipendio che mi permette il necessario e il lusso. In un'ora o poco più posso essere in qualunque paese d'Europa - e non c'è dubbio che l'Europa sia il mio posto, dove mi posso muovere come un pesce nel proprio fiume, ma mantenendo ancora la meraviglia per i luoghi e le persone e le usanze diverse.
Dubai - certamente ci potrei tornare con piacere per lavoro (o meglio ancora, per rivedere Giuseppe ed Adriana), ma no, non fa per me.

1 commento:

LadyJack ha detto...

E' un posto a cui ci si potrebbe abituare: magari SENZA fauna locale, ma CON tutta la scicchissima roba di contorno. A meno che uno poi non si facesse travolgere dai sensi di colpa all'idea di vivere circondato dal lusso nel bel mezzo di un mondo in miseria.
Quell'uno allora potrebbe tentare il suicidio gettandosi dalla finestra dell'hotel. Lo spiaccicamento però non gli riesce perché il suolo sabbioso smorza l'urto; ne esce solo ammaccato di brutto e in seguito l'arrestano per aver inquinato la spiaggia con sangue ed altri fluidi corporei (e anche perché i tentativi di suicidio collidono con il turismo). Lo espellono con infamia, spingendolo oltre confine sulla sua sedia a rotelle. Da quel momento il poveretto vivrà tormentato dalla nostalgia, ma finalmente privo di sensi di colpa. Dovrà infatti abitare in una capanna di tronchi senza servizi igienici perché il suo portafoglio è rimasto a Dubai. Tale portafoglio però farà la fortuna di un cameriere filippino che grazie ai soldi in esso contenuti riuscità a tornare in Patria e a comprare il suo intero villaggio natale, come a suo tempo si dice abbia fatto Kim Basinger.
Adesso vado a pensare se vale o meno la pena di partire...