Carlos, che ci fa da baby sitter nel nostro soggiorno paulista, ci ha portato a cena ieri sera. Un bel ristorante, come ce ne sono tanti qui, per la gente con la grana: Cantaloup, un magazzino o un edificio industrale trasformato in una serie di eleganti sale dal soffitto alto, con una bella illuminazione e arredi di classe. Cibo molto buono (carpaccio di manzo di Kobe, risotto di fungi e tartufi), una ricca lista dei vini (il Pouilly-fume’ era esaurito, siamo rimasti sulla Loira con un Sauvignon Blanc – Chardonnay di tutto rispetto). Carlos ha scelto il ristorante perche’ dopo due altri tentativi andati a vuoto (locali tutti pieni, di mercoledi’ sera), si e’ ricordato di questo posto dove aveva portato la moglie prima che diventasse sua moglie. Una scelta fortunata. Carlos e’ una persona mite e gentile, brillante di mente, anche se non particolarmente dotato di leadership. Verra’ con me e con Johan in Cile a fare l’ audit del nostro ufficio di Santiago.
La cena di ieri sera mi ha fatto partire uno stream di reverie intitolato: Memorabili cene di lavoro. Ho cominciato a recuperare ricordi preistorici (a volte potevano essere anche pranzi, in verita’) e piatti, e visi , e bottiglie, e chiacchiere hanno cominciato a sciorinarsi, luoghi persone gusti diversi accomuniati dal fatto che ne’ io, ne’ gli altri commensali eravamo li’ per una vera scelta nostra – ma solo perche’ il lavoro ci aveva trascinato insieme. Non dico che fossero cene obtorto collo, tuttaltro, ma certamente avevano un elemento di casualita’, che forse dava una tensione addizionale.
Castelnovo di sotto: la stazione di Peppone trasformata in ristorante. Il mio collega Augusto e la sua strampalata visione del lavoro. Tortelli di zucca – per la prima volta in vita mia con gli amaretti nel ripieno! Dannati reggiani!
Bierboerse a Berlino Ovest e i bei ristoranti rinnovati nei cortili di Berlino Est. I collegoni tedeschi , il mio viscido capo di allora, e la Donatella praticamente astemia.
I ristoranti lungo le Rive: la jota e i vini del Collio... e per qualche strana coincidenza, San Valentino con il collega BMS, il fisarmonicista romantico e un accenno di bora.
Padova, al Teatro, di passaggio: zuppa di cipolle e Riccardo Patrese al tavolo accanto. Ed io furibonda con il collega con cui stavo cenando.
Apolonia, in Slovenia, luogo da intorto per eccellenza. I datteri di mare, un altro San Valentino,la strada per arrivarci e la vista superba sul mare Adriatico.
Alla consegna della Golden Princess: a pranzo con Kurt e Mario e la Donamat. Indimenticabile.
Una cena per strada, una bottiglia incomparabile. Quasi amore, direi.
Quel fantastico giovedi’, a Ferrara. Cena ottima, ma... collega IBM astemio! Volevo morire!
Cena di saluto in spiaggia per il CEO di Proxima: le Blue Belles tutte in tiro per lui. E un’altra cena in spiaggia, con dono di belle bottiglie (grazie Elica!), per salutare questo Direttore Tecnico che se ne tornava in Lombardia: fine di una bella storia, ahime’.
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2 commenti:
Ah, alcuni di questi ricordi, me li ricordo (!) pure io :)
Chissà se "il posto da intorto" esiste ancora... e se le gentili signorine sospirano sempre nel comunicare con i clienti!
...parlando con lo stesso accento di Cicciolina...
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