Mi accorgo di stare scrivendo molto a proposito sul ricordare e sul dimenticare. Come mi ha insegnato Lidia, ricordare e dimenticare sono due cose su cui la mente conscia ha ben poco controllo. Si’, possiamo scrivere e prendere appunti, possiamo ripetere all’ínfinito una poesia o un numero di telefono, ma non abbiamo alcuna garanzia che il ricordo permanga inalterato nel tempo – potrebbe anche dispettosamente dileguarsi nel momento in cui davvero ci servirebbe o ricomparire deformato e sfumato, pressocche’ inutile.
Sul dimenticare, poi, non ne parliamo. Ho gia’ scritto abbastanza sulla mia condanna, e non vorrei aggiungere danno a danno, con l’elenco ormai assimilato delle definizioni da bogey, a birdie, a eagle fino a phoenix (ma questo e’ proprio raro!). Dannazione.
Parliamo di compleanni e anniversari, dunque. Questo mese devo dimenticare tre compleanni e con tutto l’ímpegno possibile, ci riusciro’. Perlomeno riusciro’ a comportarmi come se li avessi dimenticati sul serio – ma lo so che la mente correra’ alle persone associate alle date, inevitabilmente. Una perduta perche’ non c’e’ piu’ (e chi si ricordera’ del suo compleanno oltre a me? Nemmeno lei potra’ piu’, povera zia), un’altra cancellata perche’ all’improvviso mi sono resa conto che solo io ero rimasta a considerarla un’ amica (avendo realizzato che non era interessata piu’, e da tempo, ad essere amica mia), un’altra rimossa per principio, per quarantena, per autodifesa. E’ il pensiero che conta? Quindi a che vale fingere di dimenticare, quando non si dimentica affatto, immersi come si e’ nel dolore della perdita o nell’abisso della delusione? Io penso che i pensieri in fondo sono nulla, se non si traducono in azione conseguente – in tutti gli aspetti della vita. Ergo, se anche non dimentico, ma dal ricordo non nasce un’azione (una telefonata, una lettera, un saluto), beh, eccoci qua, nessuno potra’ mai dire che io abbia ricordato veramente. E quindi cosi’ mi regolero’.
Oggi qualcuno mi ha chiesto come intendo festeggiare “il nostro 18mo anniversario”. Ah. Ma guarda un po’ cosa mi viene a dire uno che ho espunto dalla mia vita. Che strana cosa, la memoria: ritiene vividamente un episodio di 18 anni fa, ma non i ripetuti benservito (con relative motivazioni, sempre uguali) successivi. Penso che questo rappresenti efficacemente il significato dell’espressione “memoria selettiva”. ..
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1 commento:
Un poeta francese dice una cosa per me molto vera: non c'è amore, esistono solo dimostrazioni d'amore. L'amore non espresso in segni è come amore che non esiste. Anche il ricordo non dimostrato è come se non esistesse, ai fini di chi deve essere ricordato, quindi.
Quanto a chi ricorda, il tempo spesso non cancella, ma normalmente disinnesca. E poi basta bruciare un po' di neuroni con il museo dello Scarpone... ;)
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