sabato 9 aprile 2011
Stessa spiaggia, stesso mare
Esco in direzione Wilheminapark: carne bianca ovunque, tutti sull'erba intorno allo stagno, a contendere lo spazio ai germani reali e alle oche canadesi che si aggirano contegnosi e un po' seccati fra frotte di studenti al sole. Le strade commerciali sono affollate, mi dirigo verso il centro. Il mercato dei fiori è come al solito uno spettacolo - ora è stagione di piante perenni e annuali, più che di fiori recisi. Qualcuno armeggia con una pianta di timo, il profumo si sparge intorno. Avrei voglia di comprare tutto, ma anche il mio giardino ha i suoi limiti di capacità! Decido di girare intorno al centro e di tornare attraverso il Museumkwartier, costeggiando il Singel. E' una passeggiata deliziosa, nel verde, lungo l'acqua. Volto verso l'Oudegracht: un tale, a bordo di una specie di tinozza (non può essere chiamata barca!) suona (molto bene) la tromba. Dal ponte la gente lo applaude. Mi dirigo verso casa - se Fleur e Patrick vengono a prendere il gelato, sarà bene fare un test della gelateria accanto al Jumbo. Si rivela un'ottima idea: il posto è triste, il gelataio è triste, il gelato è triste. Mica per niente il mio fornitore di riferimento è e rimane Roberto. Opto per una bella tarte tatin: vado a comprare gli ingredienti e vado a casa. Porta finestra spalancata, sbuccio le mele, con sottofondo di Pausini. No, non va bene. A fare attenzione ai testi, sembra che la povera Pausini sia stata piantata più volte di quanto si riesca a sopportare anche solo all'ascolto. Depressiva. Opto per una bella raccolta di canzoni italiane anni Sessanta: Sapore di sale, In ginocchio da te, Faceva il palo, Abbronzatissima. Adesso sì che ci siamo! Arrivano gli ospiti, la torta è nel forno, intanto ci godiamo il sole, un thè, un bicchierino di Porto... quello che ci vuole, per sentirsi il cuore di nuovo caldo.
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