Oggi per la prima volta da quando mi sono trasferita qui, ho sentito freddo. Il tifone è passato senza lasciar gran ricordo di sé, oggi già c'era il sole. ma stasera, uscendo dall'ufficio, ho finalmente sentito un po' di fresco. E' quasi una esperienza esilarante, dopo tante settimane di termoregolazione sbarellata dal calore e dall'umidità. Ho trovato questo segno dell'incipiente autunno davvero corroborante. Quando mi lamenterò per il freddo straziante, siete autorizzati a ricordarmi questa affermazione.
Ormai sono qui da un mese e mezzo. Sono certamente dimagrita (me lo ha detto anche la mamma, che mi ha visto su Skype una sola volta), un po' per l'intensità della vita qui, un po' per il cambiamento nell'alimentazione. Sto benissimo comunque, lo stomaco non si è ribellato a nessuna delle novità della dieta e in genere mi sento piena di energie.
Diciamo pure che mi sono impegnata strenuamente in una campagna di prudente verifica dei commestibili locali.
Alcuni alimenti sono lo pietre angolari della mia dieta: Spaghetti De Cecco, il Pesto Genovese Barilla (ebbene sì, ho ceduto), l'olio extravergine di oliva (marca Bosco... chissà in quale parte d'Italia lo sintetizzeranno), le baguette della Boulangerie Okuda... poi ci sono i dolcetti per la colazione (ho cercato i meno burrosi), il latte e le uova. L'ananas già pulito e le banane sono la frutta che compro regolarmente (ho provato anche le pere coreane, ma qui sono insapori - e l'uva nera, più foxy di così si muore). Poi ci sono i vari zuppotti liofilizzati, che fanno comodo nei momenti di fretta. La carne ha prezzi stravaganti, ma cerco di inserirne sempre un po' nella dieta, se non altro perchè qualche proteina non può fare male! Non di soli carboidrati si può nutrire la donna!
Insomma, bene o male non solo non soffro la fame, ma mi tolgo anche qualche capriccetto - non so come mai, i bignè giapponesi sono buonissimi e mi ricordano quelli di Gamberini che mangiavo da piccola. Mancano di glassa, ma la crema è strepitosa. Poi ci sono i dango (che sono davvero un gusto acquisito) purchè cosparsi di sciroppo di soya.
I Giapponesi, come vengono presentati in TV, mangiano continuamente ed hanno una ossessione per il cibo locale che si avvicina a quella degli Italiani. Ovviamente da noi si cercherebbe il salume o la pasta tipici, qui si fa altrettanto, con un accento forte sulle ricette delle nonne o del paesello natio.
Nella pubblicità e nei talk shows c'è sempre qualche personaggio che si caccia in bocca qualche pietanza a temperatura insensata e che, con la bocca strapiena, urla "OISHIIIII". Devo dire che a lungo andare la cosa mi rivolta più lo stomaco, invece che farmi venire l'acquolina in bocca, ma qui si usa così. Non sta bene soffiarsi il naso in pubblico, però va bene tirare su con il medesimo, fare rumori indescrivibili ciucciandosi in bocca gli spaghetti in brodo e parlare con la bocca piena. Sono troppo vecchia per rinunciare alla disapprovazione nei confronti di chi mangia con i modi dell'affamato - qui sono circondata, mi limito a non adeguarmi.
Non sono arrivata a sognarmi alla notte qualche cibo irreperibile - non compro le acciughe solo perchè costano una follia, ma nel mio supermercato ci sono. So che a Natale potrò rifarmi di tortellini, che sono l'unica cosa alla quale non rinuncerei mai e tengo duro.
Penso ancora a quando da Londra chiedevo a papà di farmi le tagliatelle al prosciutto, quando sarei tornata da quattro settimane di Inghilterra. Tempi lontanissimi, quando l'Europa era ancora un continente grande e la cucina di papà sembrava doverci essere per sempre.
Ormai sono qui da un mese e mezzo. Sono certamente dimagrita (me lo ha detto anche la mamma, che mi ha visto su Skype una sola volta), un po' per l'intensità della vita qui, un po' per il cambiamento nell'alimentazione. Sto benissimo comunque, lo stomaco non si è ribellato a nessuna delle novità della dieta e in genere mi sento piena di energie.
Diciamo pure che mi sono impegnata strenuamente in una campagna di prudente verifica dei commestibili locali.
Alcuni alimenti sono lo pietre angolari della mia dieta: Spaghetti De Cecco, il Pesto Genovese Barilla (ebbene sì, ho ceduto), l'olio extravergine di oliva (marca Bosco... chissà in quale parte d'Italia lo sintetizzeranno), le baguette della Boulangerie Okuda... poi ci sono i dolcetti per la colazione (ho cercato i meno burrosi), il latte e le uova. L'ananas già pulito e le banane sono la frutta che compro regolarmente (ho provato anche le pere coreane, ma qui sono insapori - e l'uva nera, più foxy di così si muore). Poi ci sono i vari zuppotti liofilizzati, che fanno comodo nei momenti di fretta. La carne ha prezzi stravaganti, ma cerco di inserirne sempre un po' nella dieta, se non altro perchè qualche proteina non può fare male! Non di soli carboidrati si può nutrire la donna!
Insomma, bene o male non solo non soffro la fame, ma mi tolgo anche qualche capriccetto - non so come mai, i bignè giapponesi sono buonissimi e mi ricordano quelli di Gamberini che mangiavo da piccola. Mancano di glassa, ma la crema è strepitosa. Poi ci sono i dango (che sono davvero un gusto acquisito) purchè cosparsi di sciroppo di soya.
I Giapponesi, come vengono presentati in TV, mangiano continuamente ed hanno una ossessione per il cibo locale che si avvicina a quella degli Italiani. Ovviamente da noi si cercherebbe il salume o la pasta tipici, qui si fa altrettanto, con un accento forte sulle ricette delle nonne o del paesello natio.
Nella pubblicità e nei talk shows c'è sempre qualche personaggio che si caccia in bocca qualche pietanza a temperatura insensata e che, con la bocca strapiena, urla "OISHIIIII". Devo dire che a lungo andare la cosa mi rivolta più lo stomaco, invece che farmi venire l'acquolina in bocca, ma qui si usa così. Non sta bene soffiarsi il naso in pubblico, però va bene tirare su con il medesimo, fare rumori indescrivibili ciucciandosi in bocca gli spaghetti in brodo e parlare con la bocca piena. Sono troppo vecchia per rinunciare alla disapprovazione nei confronti di chi mangia con i modi dell'affamato - qui sono circondata, mi limito a non adeguarmi.
Non sono arrivata a sognarmi alla notte qualche cibo irreperibile - non compro le acciughe solo perchè costano una follia, ma nel mio supermercato ci sono. So che a Natale potrò rifarmi di tortellini, che sono l'unica cosa alla quale non rinuncerei mai e tengo duro.
Penso ancora a quando da Londra chiedevo a papà di farmi le tagliatelle al prosciutto, quando sarei tornata da quattro settimane di Inghilterra. Tempi lontanissimi, quando l'Europa era ancora un continente grande e la cucina di papà sembrava doverci essere per sempre.
1 commento:
Personalmente ho sviluppato un grande interesse per le proteine. Forse vedo troppe trasmissioni con Adam Richman "Man vs Food", "Cronache carnivore"...), ma la mia attuale passione è il chili!!!
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