Essere in grado di stupire sé stesse è una cosa positiva o un pericoloso cedimento? Allontanarsi dai comportamenti noti e collaudati è una modalità per trovare soluzioni migliori o semplicemente una scivolata lungo una brutta china?
Una cosa è certa - non c'è miglioramento se non attraverso il cambiamento, è una ovvietà. Ma il punto vero è, quando il cambiamento ti allontana tanto da quello che credevi il tuo modo "normale" di essere, siamo in presenza di una grande possibilità di miglioramento o di un crollo verticale nell'errore?
Forse talvolta è la misura della variazione che fa la differenza. Certo che passare da uno scostamento di un epsilon piccolo a piacere a un ribaltone a 180° impone qualche revisione sulla intera procedura. O no?
Vedremo se, divenuta più saggia, saprò trarre qualche utile (e piacevole) insegnamento.
Una cosa è certa - non c'è miglioramento se non attraverso il cambiamento, è una ovvietà. Ma il punto vero è, quando il cambiamento ti allontana tanto da quello che credevi il tuo modo "normale" di essere, siamo in presenza di una grande possibilità di miglioramento o di un crollo verticale nell'errore?
Forse talvolta è la misura della variazione che fa la differenza. Certo che passare da uno scostamento di un epsilon piccolo a piacere a un ribaltone a 180° impone qualche revisione sulla intera procedura. O no?
Vedremo se, divenuta più saggia, saprò trarre qualche utile (e piacevole) insegnamento.
1 commento:
Non ci si possono aspettare risultati diversi continuando a fare le stesse cose: ovvio, ma sacrosanto.
Non è detto però un risultato diverso lo sia in meglio, si sa. In verità, penso che cambiare radicalmente un comportamento, ogni tanto, sia un bene: scuote un po', e magari ci si soffre, ma si impara qualcosa di sé. In bocca al lupo :)
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