In questi giorni sono stata immersa in profonde elucubrazioni. La prima su tutte, ma come si ferma questo dannato cervello? Non molto produttiva, come elucubrazione, ahimè. Per cercare di trovare un momento di pacificazione, almeno ho chiuso la storia della mia eroina letteraria. Oh, un finale triste, ma appropriato. Una storia di illusione, disillusione e delusione. Capita a me, non vedo perchè dovrei risparmiarlo a lei, un finale del genere, e così ho scritto. La storia rimane impubblicabile, ma almeno non aleggia sospesa ed incompiuta sul bordo sdrucciolevole della mia coscienza. Ho cercato di pestare duro, quanto più lei si avviliva, quanto meglio mi sentivo io. Un bell'esempio di transfert... in realtà, come ho già scritto in passato, l'atto dello scrivere è la cosa più illuminante di cui io sia capace... in un certo senso il proliferare dei blog, delle chat, dei feisbuc di tutti i colori non ha fatto che spingermi già per una china ripida... quanto detesto scrivere a mano ora (troppa fatica e nessuna possibilità di riarrangiare quello che scrivo finchè non mi piace), tanto volentieri scrivo su una tastiera. Utilità per il prossimo, probabilmente rasente allo zero, ma per me un toccasana. Mettere le cose in fila per iscritto: prendono forma logica e consistenza, stanno in piedi e talvolta mi fanno accorgere che nemmeno vale la pena di dirle o di farle (nel caso delle lettere, una volta scritte mi fanno spesso capire quanto sia pleonastico spedirle al destinatario).
Forse per questo motivo, i parolai mi affascinano. Chi sa dire cose e sa dirle bene mi cattura, mi pare un talento davvero raro. Chi poi sapesse anche trasportare la magia su carta...ecco, penso che la mia relazione ideale sarebbe quella fra compagni di penna. Una cosa che da ragazzini si faceva, perchè il mondo era più grande di quanto non lo sia oggi... la bambina (Cannizzaro di cognome) che abitava a Vittoria che continuò a scrivermi a lungo alle elementari: le nostre lettere erano un evento per le nostre classi, lei mi parlava della sua Sicilia, io le raccontavo della mia Bologna. Non ci siamo mai incontrate, ma ancora la ricordo.
O le mie pen pal innamorate di Niki Lauda, con cui sono rimasta tanto a lungo in contatto (Anna Barbatti, che stava a Milano, ma che poi diventò assistente di volo Alitalia (invidia!!!) e si trasferì a Roma, o la mia amica Cristina, che ancora sento (non posso più dire vedo, da quando mi sono spostata da Milano) per mail. Magia della scrittura. Poche cose si incidono nella memoria come le parole di una lettera o di un mail ben scritti... le missive cartacee accuratamente manoscritte dalla mia amica Ba? Ho ancora mazzi di lettere di fidanzati ormai perduti nelle nebbie del passato, tutte le lettere che mi ha mandato Judith...
Mmm. Chissà, che sia il caso di fare qualche bel falò?
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3 commenti:
Tienila ancora un po', tutta quella carta. Se le fonti energetiche calano drasticamente, potrebbe salvarti la vita: per un falò c'è sempre tempo...
Aha! tutte le tue lettere sono accuratamente schedate in ordine di data e occupano metri lineari di scaffale nella mia cantina a Legnano - meglio che in un caveau! Se devo cominciare a dare fuoco, comincero' da quelle di qualcun altro... :-D
Oh be', grazie! Certo che le mail saranno più ostiche da bruciare...
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