Non in ufficio, ma la sera a casa. Niente driver, niente palestra. Il cielo è sempre imbronciato, pioggia freddo vento. Se ci fosse qualcuno con cui protestare, varrebbe la pena di farlo, questa estate è inqualificabile.
Ho buttato distrattamente qualche indumento nel trolley, ma davvero dovrò lavorarci su di nuovo, per essere certa di non dimenticare qualche pezzo importante - nulla che non si possa acquistare in aeroporto o in Inghilterra, certo, ma meglio fare le valigie con l'opportuna concentrazione, come il mio alter-ego Up in the Air mi conferma. Ho sempre fatto le mie valigie con una dedizione assoluta, talvolta producendo persino una lista scritta del contenuto dei bagagli. Adesso, lo ammetto, vado a memoria, ma si può sempre migliorare. Intanto, sempre per emulare il mio alter-ego cinematografico, ho stabilito una sequenza infallibile, che mi permette di passare senza intoppi e con estrema efficienza al controllo di sicurezza in aeroporto. Se sono sola, va benissimo, altrimenti mi tocca aspettare cinque minuti che il mio capo ricomponga sé stesso e il suo bagaglio. Sì, lo ammetto, cerco anche la fila con i businessmen Giapponesi, per evitare i soliti casi umani che cercano di passare il metal detector con una armatura medioevale addosso. Non sempre sono fortunata.
Domani, lavoro a casa. Due presentazioni da preparare. Poi, compiti per l'ultima lezione di conversazione. La settimana prossima sono in vacanza, ma quando tornerò avrò guadagnato una serata libera in più - sicuramente fino all'anno prossimo. Per l'Olandese, vedrò di trovare un modo di tenermi in esercizio in qualche maniera. In fondo, ho sempre fra i miei obiettivi l'esame di Stato (dovrei dire, del Regno, ma fa tanto Biancaneve o Bella Addormentata), che prima o poi dovrebbe sancire ufficalmente la mia padronanza della lingua. Me lo tengo per il 2012.
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