Titolo pomposo, per una letteratura che sicuramente non vuole esserlo. Parlo del benefico effetto della scrittura sulla mia anima tormentata, che riesce a trovare autentici momenti di pacificazione (parola grossa!) soltanto buttando su carta i propri ragionamenti.
La carta in verita’e’ sparita da un pezzo. Ho tenuto un diario pressocche’ quotidiano dal 1976 al 1986, che mi ha aiutato spesso nel periodo complesso della mia adolescenza, a partire da quel giorno in cui, come un fungo, nella mia testa e’ spuntato il primo pensiero consapevolmente adulto. Cosa fossi nei tredici anni precedenti, lo posso vagamente ricordare, ma solo dal 1976 in avanti ho conservato una evidenza scritta di quello che mi passava per la testa. Gia’ allora tendevo ad essere totalmente assorbita dall’una all’altra corrente di pensiero. A volte mi domando, ho una personalita’ con dei tratti ossessivi ? Mi rispondo: di regola voglio arrivare in fondo alle cose, piuttosto, esplorare le strade fino alla estrema conseguenza: gli eventi devono avere una loro coerenza, nel mio universo mentale. Ahime’, alla tenera eta’ di 48 anni faccio ancora fatica ad accettare che la realta’, il mondo e l’umanita’ non agiscono secondo linee razionali (alla faccia di Hegel) e che talvolta non e’colpa di una mia presunta incapacita’ di ragionamento se le cose sembrano dipanarsi in modo irragionevole – e’ che sono proprio cosi’ ! Cosi’ come i pianeti sono guidati da una legge della fisica, che puo’ essere tradotta in una formula piu’ o meno elegante, mi aspetto che eventi e persone obbediscano ad una analoga regola, magari da esprimere con calcoli piu’complessi, ma comunque descrivibili, ergo prevedibili, ergo comprensibili. Non si fa fatica ad immaginare perche’io rimanga spesso intrappolata nel vano tentativo di capire perche’ qualcuno si comporta in un modo che io trovo insensato, inaspettato o persino semplicemente cattivo.
La prova di questo continuo tentativo di rimettere il mondo sui binari di una logica qualunque, purche’coerente, sono gli innumerevoli documenti Word in forma di lettere, indirizzati ad altri o a me stessa, che infestano quasi tutti i miei laptops. Ho salvataggi di diari elettronici del passato, che ormai non riesco piu’a leggere, perche’ ho dimenticato la password o perche’sono su supporti obsoleti. Adesso, scoperta recente, ci sono i blog, che in qualche modo fanno un po’da diario – ovviamente solo di quanto e’ comunicabile all’universo mondo.
Quando la Ba vorra’ mantenere la sua parola e scrivere la mia biografia, le suggerirei di cominciare dalle mie lettere mai spedite, dai miei testi scritti in seconda persona, in cui una mia meta’ si rivolge all’altra, con una dialettica che talvolta mi aiuta a rimettere a posto le cose, altre mi crea piu’dubbio e frustrazione che certezza e consolazione. Posso almeno dire che, vivendo in terra straniera, almeno riesco a non perdere la padronanza di quello strumento meraviglioso che e’ la lingua Italiana – ovviamente, per chi la sa usare, congiuntivo compreso.
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1 commento:
Sì, per favore: salviamo i congiuntivi!
In quanto alla biografia, vedrai che nel giro di venti o trent'anni saremo pronte a cominciare. Per allora dovresti aver messo insieme abbastanza materiale da soddisfare i tuoi fans.
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