sabato 23 luglio 2011

Due buche al campo

Ebbene sì, Annamieke mi ha fatto provare l'ebbrezza di un paio di buche del campo da 9. Non ho perso nessuna pallina (cosa che era un po' il mio obiettivo di massima), ma sono riuscita ad imbucare in 7 colpi in entrambe. No, non esaltante, ma devo dire che per il momento sono molto più focalizzata sulle singole tecniche (il chipping è ancora dannatamente erratico per me), piuttosto che sul gioco vero e proprio. Insomma, come nel Kendo, non mi interessa andare a fare shiai se a malapena so tenere in mano una shinai.
Certo, è un gioco che dà una certa dipendenza, lo devo ammetttere, anche perchè a tratti ti pare di aver raggiunto una illuminazione, e poi dopo due colpi ripiombi nel buio più fitto. Almeno, questo è quello che pare a me. E' un'impressione, lo so, perchè in un certo senso il mio swing sta decisamente migliorando, anche se la pallina continua ad andare un po' dove le pare, prevalentemente sul lato destro del driving range. Il putting offre strane, inaspettate consolazioni e poi ti beffa nel tiro che pare più ovvio. Mmm, non c'è proprio niente di facile nel golf.
Annemieke dice che ci vuole almeno un anno per padroneggiare un po' la tecnica – e ci credo – per giunta non solo facendo due pallette nei weekend, dico io, bensì dandoci sotto almeno tre o quattro volte alla settimana. Per ora lo posso fare, ma da settembre in avanti la vedo dura, un po' per il tempo proibitivo, un po' per gli impegni di lavoro, che paradossalmente potrebbero portarmi a latitudini più grate e a percorsi inaspettati: ci sono golf club ovunque... in Inghilterra, verso dove sto volando, avrò mille occasioni di procurarmi documentazione, materiale (tee e l'aggeggino per riparare il green, ad esempio) e magari di fare qualche tirello da qualche parte... you never know. Ma non è negli obiettivi del tour, quindi, teniamo gli occhi sulla palla.

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